Orlando insiste: Micari candidato | Bersaniani e Si: “No ad Alfano” - Live Sicilia

Orlando insiste: Micari candidato | Bersaniani e Si: “No ad Alfano”

Vertice a Villa Niscemi. Sì dei partiti di sinistra al rettore: “Ma solo se in coalizione non c’è Ap”.

Verso le regionali
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PALERMO – Leoluca Orlando lancia il rettore Fabrizio Micari. Lo ha fatto di nuovo, in occasione del vertice a Villa Niscemi con i dirigenti siciliani di Mdp e Sinistra italiana. Idea che sembra convincere quei partiti che hanno però posto una condizione chiara,ribadendo il loro “no” secco ad Angelino Alfano e ai moderati.

Adesso, queste prese di posizione verranno “spostate” sul tavolo del Partito democratico e degli altri alleati. Nel pomeriggio, infatti, il sindaco di Palermo, sempre più “regista” dell’operazione, incontrerà altre forze politiche. Con Orlando, presente anche Fabio Giambrone, mentre per Mdp erano presenti la deputata regionale Mariella Maggio e i parlamentari nazionali Angelo Capodicasa e Giuseppe Zappulla; per Sinistra Italiana presenti Luca Casarini, Erasmo Palazzotto, Massimo Fundarò e Bianca Guzzetta.

Di sicuro, monta il “no” nei confronti di Alternativa Popolare. Che nei giorni scorsi invece, avrebbe trovato la “quadra” col Partito democratico, anche in vista delle elezioni politiche. Ed è proprio questo uno degli elementi che maggiormente infastidisce, ad esempio, i “bersaniani”. Gli uomini di Articolo 1, insomma, non vogliono “prestarsi” ai “giochi romani” di Renzi e Alfano. E pongono quella condizione: sì al candidato proposta da Orlando, cioè Micari, ma “no” al partito del Ministro degli Esteri.

Un “veto”, quest’ultimo, ribadito anche da Sinistra Italiana, ed espresso chiaramente anche nell’intervista a Livesicilia dell’ex assessore di Orlando, Giusto Catania. Per gli uomini di Si, è già difficile riuscire a trovare un accordo nella coalizione e col Pd a prescindere dalla presenza dei moderati di Alfano, ancora di più insieme a loro. Insomma, paletta alzata anche dal movimento di Nicola Fratoianni. Altro “guaio” da risolvere, quindi per la coalizione, impegnata nel faticoso tentativo di mettere in piedi una alleanza “larghissima” e di individuare un candidato in grado di non scontentare nessuno. Adesso la palla passa al Partito democratico.


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