Il mondo dell’ingegnere Micari | Piace a Orlando, non scalda il Pd - Live Sicilia

Il mondo dell’ingegnere Micari | Piace a Orlando, non scalda il Pd

Sponsorizzato dal sindaco di Palermo. C'è il sì della sinistra e non dispiace ai centristi.

Verso le regionali
di
3 min di lettura

PALERMO – Orlando vuole affidare il progetto a un ingegnere. Ma Fabrizio Micari non scalda i cuori della coalizione. Il “civismo” del rettore dell’Università di Palermo non convince del tutto politici e dirigenti di partito. Ma proprio per questo motivo, paradossalmente, il suo resta ancora un nome autorevole per la candidatura alla guida della Regione.

Già, perché il rettore, se è vero che non “riscalda”, allo stesso tempo non arroventa il dibattito tutto interno alla coalizione ampia alla quale lavorano da un lato il sindaco di Palermo, dall’altro il segretario regionale Dem Fausto Raciti. Piace a pochi, ma non dispiace, tutto sommato, un po’ a tutti. E per questo è ancora in corsa.

Anche perché in questi due anni di rettorato, Micari si è mosso con pragmatismo e intelligenza. Se sono noti i rapporti di stima reciproca e di amicizia con Leoluca Orlando, il cinquantaquattrenne alla guida dell’Ateneo palermitano si è fatto trovare sempre presente nelle occasioni che contano. Era, ad esempio, alle Leopolde sicule di Davide Faraone proprio nei mesi in cui il politico palermitano ricopriva il ruolo di sottosegretario al Miur, il Ministero “di riferimento” per Micari. E il nome del rettore figurava nell’elenco dei cento esperti del “pensatoio” convocato dallo stesso Faraone: quell’incontro di “idee” e progetti che avrebbe dovuto rinvigorire un renzismo che mostrava le prime crepe e che però proprio a Palermo e in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico al Teatro Massimo, aperto proprio da Micari, scendeva in campo col proprio leader, Matteo Renzi: erano i giorni caldi del referendum.

Ma guai a considerare Micari un “renziano”. Anzi. Oggi, a spingere la sua candidatura sono anche alcuni esponenti Dem non appartenenti all’area che fa capo al segretario nazionale. E in passato, in occasione proprio delle elezioni (stravinte) per il Rettorato, non era mancato l’appoggio anche dell’area che fa capo a Rosario Crocetta e Beppe Lumia. E buoni sono stati, in questi anni, i rapporti col governo regionale.

L’incontro convocato ieri, poi, dallo sponsor Leoluca Orlando insieme ai bersaniani di Articolo 1 e ai dirigenti di Sinistra Italiana, si è concluso con una generale disponibilità di tutti a sostenere la candidatura di Micari. I veti sono stati rivolti ad altri aspetti, come quelli riguardanti l’identikit di una coalizione che prevede la presenza di Angelino Alfano, ma non sul nome del rettore. Un nome che, filtra da ambienti moderati, non dispiace affatto nemmeno ai Centristi di Gianpiero D’Alia.

L’ingegner Micari, del resto, ha finora svolto il suo ruolo mantenendo una equidistanza in qualche caso persino “ostentata”. Dopo le capatine alle Leopolde sicule, eccolo anche presente a una delle convention di “Diventerà Bellissima”, il movimento politico di Nello Musumeci.

Tra i dirigenti Dem, poi, qualcuno lo considera un “liberal che guarda a sinistra”. Altri attribuiscono a Micari una sintonia con ambienti legati all’impegno sociale dei cattolici. Altri ancora, all’interno del Pd, rivedono nel rettore lo “stile Gentiloni”: sobrietà di atteggiamenti e disponibilità al dialogo.

Ma tutto questo potrebbe non bastare. Del “civico” Micari, in tanti non si fidano. Troppa la sintonia con Orlando, mentre quell’estraneità alla politica che dovrebbe rappresentare un punto di forza è anche motivo di diffidenza da parte di alcuni dirigenti Dem. Ed ecco anche le ombre su una possibile ineleggibilità legata al suo ruolo di rettore, a capo di un ente, l’Università, che riceverebbe finanziamenti dalla Regione.

A suo favore, però, ecco una suggestione, suggerita dallo stesso Orlando agli alleati e ai leader del Pd. Quella, cioè, di proporre, nella sfida contro i grillini, un confronto tra il rettore-ingegnere-professore Micari e il geometra Cancelleri. Ma tra i Dem, in tanti mettono in guardia: le proposte “civiche” hanno un senso se partono dal basso. E non dalle stanze della politica. E quella di Micari, pochi giorni fa, è sembrata qualcosa di simile a un’autocandidatura: “Se c’è un progetto serio, sono pronto” ha detto. E così, l’ingegnere che non “dispiace” a nessuno, rischia di non piacere abbastanza.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI