Caos in Forza Italia e centrosinistra | Armao-Alfano nomi della discordia - Live Sicilia

Caos in Forza Italia e centrosinistra | Armao-Alfano nomi della discordia

Berlusconi vuole il professore, ma deputati azzurri sono pronti a seguire Musumeci. Pd, tutto fermo: Ap allontana sinistra e Orlando.

Verso le regionali
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PALERMO – Berlusconi vuole Armao. Musumeci tira dritto. E adesso, Forza Italia in Sicilia rischia di implodere. Dall’altra parte, Raciti cerca l’intesa con Alfano, le sinistre dicono di no e Orlando potrebbe allontanarsi. E così, il professore e il Ministro, i nomi che avrebbero dovuto contribuire all’unità e alla forza delle coalizioni di centrodestra e centrosinistra, rischiano di recitare la parte di “uomini della discordia”.

Assenza: “Musumeci vai avanti”

Tra gli azzurri, infatti, la tensione è altissima. In tanti sembravano ormai pronti a sposare l’idea Musumeci e giravano già, tra gli ambienti di Forza Italia, prime bozze delle liste in vista delle Regionali. L’ipotesi Armao, spinta personalmente da Berlusconi, ha fatto però saltare il banco. E adesso il rischio è che il partito si divida. E qualcuno è già uscito allo scoperto, a dire il vero. L’ultimo è il deputato regionale ragusano, Giorgio Assenza, che non ha usato troppi giri di parole, in una lettera aperta a Musumeci, pubblicata su Facebook: “Caro Nello, – scrive – vai avanti, forte dell’appoggio di tanti (compresi molti delusi della sinistra) che vedono in te l’unica vera possibilità di rottura con un passato, spesso malato, e la sola prospettiva di riscatto per la Sicilia. Io penso e spero che, alla fine, Forza Italia (e per questo mi appello al Presidente Berlusconi che, più di ogni altro, è capace di interpretare il comune sentire dei cittadini) e gli altri partiti e movimenti che, a parole, si dicono di centrodestra convergano sulla tua candidatura. In ogni caso – prosegue Assenza – sappi che molti ti seguiremo e, soprattutto, ti seguirà il popolo siciliano che è veramente stanco di essere considerato merce di scambio di chissà quali interessi”.

Falcone: “Armao? Deputati perplessi”

Una posizione, quella di Assenza, che non pare isolata e che potrebbe coincidere con quella di altri esponenti dell’area degli ex Alleanza nazionale all’interno di Forza Italia. Ma non solo. Il capogruppo all’Ars Marco Falcone rivela: “I deputati regionali sono molto perplessi. La scelta di Armao ci ha spiazzato. Adesso – prosegue – chiederemo a lui di verificare se attorno al suo nome può ritrovarsi una coalizione che valga il 30 o il 35 per cento. E gli chiederemo che lo faccia in 72 ore. Se sarà così, chiederemo a Musumeci di fare un passo indietro. Se non sarà così, il passo indietro lo chiederemo allo stesso Armao”.

Incontro-scontro tra Figuccia e Micciché

Ieri, intanto, era stata la volta di Vincenzo Figuccia, che ha usato toni durissimi nei confronti del coordinatore regionale Gianfranco Micciché che pochi minuti prima aveva dichiarato che il partito avrebbe potuto correre da solo in vista delle Regionali: “Mi fa rabbia chi in maniera arrogante – dice Figuccia – dichiara di poter correre da solo con un partito come Forza Italia, che dal nostalgico 61 a 0 si è ridotto a numeri da prefisso telefonico proprio per colpa di scelte miopi”. Un attacco che si aggiunge a quelli degli altri giorni. E che domani sfocerà in una inusuale conferenza stampa congiunta proprio di Figuccia e Micciché: “L’interlocutore però – spiega il deputato regionale – sarà Berlusconi. Deve spiegarci che centrodestra immagina. Se vuole Alfano, che lo ha tradito, o vuole puntare su un centrodestra che in questi anni si è battuto. Musumeci o Armao? Già da tempo mi sono espresso a favore della candidatura di Musumeci – aggiunge Figuccia – ma ho anche considerato Armao un candidato credibile. Certamente dobbiamo sforzarci di andare uniti alle elezioni. E il problema deve porselo anche chi, cinque anni fa, ci portò divisi alle Regionali”. Altra frecciata a Miccichè, insomma.

D’Alì: “Armao scelta ideale”

Intanto, però a Figuccia risponde un altro pezzo di Forza Italia. Da Trapani, ad esempio, è arrivata la replica di Tonino D’Alì: “Forse – ha detto – qualcuno è stato troppo abituato alla disponibilità di Forza Italia, ma esiste un limite a tutto. Bene fanno Berlusconi e Miccichè a lanciare la competente presidenza dell’avvocato Armao, in grado di rappresentare tutti i siciliani, senza estremismi e prepotenze”. Concetti rilanciati da un altro deputato regionale, il nisseno Pino Federico: “La linea tenuta da Gianfranco Miccichè per definire candidato e coalizione in vista delle elezioni regionali è la linea di Forza Italia”. E Federico in particolare replica proprio a Figuccia: “Nessun protagonismo da parte del coordinatore regionale – dice -, ma semmai un faticoso lavoro di cucitura che è frutto di un mandato e di una scelta condivisa dalla rappresentanza siciliana azzurra e sposata da Silvio Berlusconi. Vincenzo Figuccia – conclude Federico -, piuttosto che dare alle stampe ulteriori deliri estivi, si chiarisca le idee e decida se lavorare o meno con Forza Italia per la costruzione di una coalizione di centrodestra vincente”. Insomma, le tensioni all’interno del gruppo di Sala d’Ercole sono evidenti. E domani o tra due giorni, in una riunione tra deputati regionali potrebbe sancirsi un inaspettato – fino a pochi giorni fa – strappo.

L’Alfano della discordia

Tensioni che, come emerso dalle parole dello stesso Figuccia, non sono legate solo all’accelerazione su Armao. Ma erano già sorte in seguito alle voci di un riavvicinamento, alla ripresa di un dialogo tra Micciché e Alfano. Anche contro l’ipotesi di un “rientro” di Ap nei ranghi del centrodestra non erano mancate le reazioni furiose di alcuni militanti non solo di Forza Italia, ma anche di Diventerà Bellissima e di altri pezzi della coalizione. La presenza di Alfano, dopo aver fatto litigare a destra, adesso però sta creando problemi anche a sinistra. Dopo il vertice con Leoluca Orlando, infatti, sia i bersaniani di Articolo 1 che gli uomini di Sinistra Italiana hanno posto un veto chiarissimo: “Nessuna alleanza col centrosinistra se è presente il partito di Alfano”. Una posizione che rischia di allontanare lo stesso Leoluca Orlando che eppure aveva, in occasione delle Comunali, coinvolto nel suo “Modello Palermo” gli stessi uomini di Alfano. Ma adesso, il Ministro degli esteri rischia, come detto, più che di “unire” ed estendere i confini della coalizione di centrosinistra, di provocare qualche altra defezione. Non a caso, proprio in queste ore, mentre il renziano presidente del Pd Giuseppe Bruno invita a dialogare con gli alfaniani, ecco l’allarme lanciato dal deputato regionale del Pd Pino Apprendi: “Tutto sta ruotando – dice – attorno ad un si di Angelino Alfano o di D’Alia. I veti incrociati stanno dilaniando  il Partito democratico e la stessa coalizione che ha vinto le elezioni a Palermo. Gli stessi alleati che hanno sostenuto Orlando si dichiarano alternativi al più  grande partito della coalizione dello stesso centro sinistra. Stanno facendo di tutto per ‘regalare’ la Sicilia ai 5 stelle”. Già, perché mentre centrosinistra e centrodestra litigano, i grillini continuano a girare la Sicilia, direzione Palazzo d’Orleans.


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