Mafia e onoranze funebri |D'Emanuele condannato - Live Sicilia

Mafia e onoranze funebri |D’Emanuele condannato

L'ultimo capitolo del processo Cherubino. Tutti i nomi. 

CATANIA – Mafia e pompe funebri. Il fenomeno del caro estinto controllato dalla famiglia D’Emanuele, organica al clan Santapaola. Si chiude l’ultimo capitolo del processo Cherubino, scaturito dall’inchiesta che svelò l’intreccio tra cosa nostra e la gestione delle onoranze funebri. Non sono mancati i colpi di scena in Cassazione. La Suprema Corte ha dichiarato inammissibili alcuni ricorsi presentati dai legali degli imputati, ma vi sono state anche diverse posizioni annullate senza rinvio. Il collegio difensivo è composto, tra gli altri, dagli avvocati Francesco Antille, Giuseppe Rapisarda, Andrea Gianninò, Pino Ragazzo, Ornella Valenti, Walter Rapisarda, Mario Brancato, Salvo Leotta ed Ernesto Pino.

Andiamo per ordine. Condanna definitiva a 17 anni e un mese per il cugino di Nitto Santapaola, Natale D’Emanuele, 4 anni per il figlio Andrea. Confermate la condanne in appello anche per Rosario Romeo, 3 anni e 6 mesi, Francesco Spinale, 4 anni e 6 mesi, Massimo Vecchio, 6 anni e 3 mesi,  Filippo Torrisi, 2 anni, Francesco Pennisi, 4 anni, Orazio Zuccaro, 2 anni e 3 mesi, Sebastiano Murabito, 4 anni, Carmelo Raimondo, 4 anni, e  Angelo Agosta (due anni di reclusione e 1000 euro di multa). La Cassazione invece ha annullato senza rinvio la posizione degli infermieri (che avrebbero avuto secondo l’accusa il ruolo di cerniera con i D’Emanuele). Annullata senza rinvio la condanna degli imputati Salvatore Cannizzaro, Nunzio Cordaro, Pietro Santangelo, Salvatore Gulisano, Filippo D’Angelo, Antonio Mazzarino, Ercole Tringale e Sergio Parisi. Per la Suprema Corte il reato è stato estinto per avvenuta prescrizione. La Cassazione non ha quindi condiviso la decisione della Corte d’Appello di Catania che aveva riqualificato il reato di rivelazione di atti d’ufficio in abuso d’ufficio.

 

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