A vederla dal Continente, la storia in divenire di Sebastianello Musumeci detto “Nello”, candidato alla presidenza della Regione Sicilia per il centrodestra con qualche mugugno presso Forza Italia ma anche con parallelo intento di concordia, può essere rappresentata dalla frase di un occhiuto osservatore catanese: “Non ai sondaggi dovete guardare, ma al fatto che tra i sostenitori di Musumeci – realtà o magnifica illusione che sia la sua futura vittoria – c’è chi, immaginandosi già assessore e volendosi portare avanti con il lavoro, sta facendo anzitempo i colloqui agli aspiranti collaboratori”. Tuttavia sono stati i sondaggi a collocare Musumeci oltre il 30 per cento e davanti al candidato a Cinque Stelle Giancarlo Cancelleri, sospeso al momento dalla corsa per un intoppo legale a margine delle Regionarie via web, e a determinare lo sbriciolamento dell’ultimo mattoncino di perplessità presso il quartier generale di Silvio Berlusconi – che lo appoggia, sì, ma che inizialmente non era del tutto convinto dal candidato, forte nell’oratoria ma sconfitto nel 2012 nella corsa alla Regione, quando il centrodestra correva spaccato: di qua Musumeci, di là Gianfranco Miccichè. “Musumeci parla bene”, diceva di lui il leader di Forza Italia, aggiungendo però pur sempre qualche “ma…”. E anche se la leggenda vuole che un giorno Berlusconi, sentendo Musumeci arringare il pubblico a un comizio, se ne andasse per la piazza a chiedere ai politici autoctoni “ma dove l’avevate nascosto questo?”, una leggenda uguale e contraria dice che Musumeci, ex presidente della provincia di Catania negli anni (’90) della famosa “primavera” di Enzo Bianco, presentasse per così dire dei punti in curriculum non irresistibili per Silvio Berlusconi, allora detto Cavaliere. Il quale Cavaliere resisteva persino nell’invitare Musumeci ad Arcore.
Ma l’acqua sotto i ponti pur sempre passa, specie nella Sicilia in cui arrivò a nuoto un Beppe Grillo ancora arrembante, e in cui il centrodestra, memore della spaccatura che portò alla débâcle e alla vittoria dell’avversario di centrosinistra Rosario Crocetta, e incredulo per l’andatura favorevole e non soltanto siciliana dei sondaggi, non ha voglia di buttare a mare la possibilità di una corsa non fallimentare. Tanto più che, dicono a Catania, c’è chi tra Palazzo Grazioli e Arcore, nel 2012, aveva soprannominato Musumeci, con motteggio non si sa quanto bonario, “Signor Ritenta sarai più fortunato”.
E insomma ora la convergenza sul nome Musumeci è cosa fatta, seppure in ticket con l’avvocato Gaetano Armao (inizialmente prediletto presso ampi settori di Forza Italia e poi bloccato dal niet di Giorgia Meloni e Matteo Salvini), nonostante il suo curriculum di destra-destra. Musumeci è stato infatti missino senza distinguo in gioventù (militante della “Giovane Italia”, ha mosso i primi passi politici come consigliere comunale, sorridendo ai compaesani anche di centro e di sinistra nella natìa Militello in Val di Catania, ma senza mai offendersi se qualcuno lo chiamava “fascistone”). Allo stesso modo, Musumeci è stato un non-finiano senza distinguo man mano che la carriera politica avanzava, motivo per cui, come ha scritto sul quotidiano La Sicilia Mario Barresi, a destra, a un certo punto, lo chiamavano “perdente di lusso…al posto sbagliato nel momento sbagliato…anti-finiano, anti-cuffariano e anti-lombardiano con Fini, Cuffaro e Lombardo all’apice del potere, e berlusconiano al crepuscolo del berlusconismo”. Tuttavia a Catania c’è chi, scrive Barresi, lo ricorda in altre, più trasversali vesti: intento, per esempio, a passeggiare lungo il corso di Militello e a stringere la mano ai comunisti “prima che ai suoi amici” o a cantare canzoni al karaoke con chi capitava. E, prima che diventasse bancario, suo lavoro extra-politico, i coetanei lo ascoltavano mentre leggeva “il telegiornale del sabato notte a Sirio 55”, con incrollabile aplomb, anche se “dopo dieci minuti di monoscopio” partivano i film porno. Il suo segreto è “la coerenza”, dicono alcuni. Ma visto che la sua trasversalità pre e post missina si è fatta negli ultimi tre anni vera e propria bandiera – la sua azione ruota infatti attorno a “#Diventeràbellissima”, movimento civico che prende le mosse da una frase di Paolo Borsellino e mira a un consenso il più largo possibile e “dal basso” – c’è chi individua in Pippo Baudo, di Militello in Val di Catania come Musumeci, il forse inconsapevole modello del Musumeci medesimo: chi più del presentatore d’Italia, democristiano nel midollo e trasversale per indole ed eloquio, può insegnare con l’esempio al candidato quasi-unitario del centrodestra i segreti del saper piacere a chi, sulla carta, mai e poi mai ti manderebbe giù? “Baudo e Musumeci sono distantissimi politicamente”, dice un catanese, e Baudo stesso, interpellato sul tema, fa notare che, “non votando più in Sicilia”, non si occupa neanche lontanamente di queste cose. Eppure il modello Baudo, giù a Catania, ha fatto scuola. Ed ecco, racconta un catanese, “il Musumeci che, dopo la sconfitta, piano piano e zitto zitto se ne va per i comuni di Sicilia a parlare con ‘la gente’, come dice lui, e a costruire un piccolo serbatoio di presunto ma solido consenso da presentare sul tavolo della trattativa”. Trattativa che è stata condotta da altri (a Roma o ad Arcore) mentre lui, Musumeci, diceva di voler andare da solo ma con il centrodestra possibilmente convergente, compreso Angelino Alfano, il quale poi la convergenza l’ha fatta sul candidato del Pd Fabrizio Micari, e compreso Miccichè (che avrebbe preferito come candidato presidente Gaetano Armao e che, ancora ad agosto, mandava a dire al duo Salvini-Meloni: Forza Italia è pronta a correre da sola come nel ’94). Parole che avevano fatto insorgere, dalla destra-destra, addirittura Francesco Storace, con videolettera diretta a Berlusconi: “La Sicilia aspetta di poter risorgere. E lo può fare solo con un gentiluomo: si chiama Nello Musumeci. Permettimi un suggerimento da un tuo vecchio amico: è arrivata l’ora di smetterla con tante, troppe trattative…”. Un mese dopo, ad accordo su Musumeci raggiunto, parlava, con sguardo più nazionale che locale, Maurizio Gasparri: “Il cantiere è quello di un centrodestra che vinca oggi in Sicilia e domani in Italia…in questo cantiere i veri operai sono quelli che non hanno mai cambiato casacca e non hanno mai oscillato”. Poi parlava a nuora perché suocera intendesse Ignazio la Russa: “…Devo ringraziare l’intelligenza di Berlusconi a cui raccontavo del radicamento di Nello Musumeci e del legame che ha con i siciliani…questo accordo mi sembra un viatico importante per le elezioni politiche…”. Poi parlava lo Stefano Parisi più centrista di “Energie per l’Italia”, che, intervistato dal Giornale, plaudeva “all’occasione da non sprecare”, anche in vista di un futuro “ritorno al governo del paese”. Infine parlava il leghista Roberto Maroni: “Bene che il centrodestra si ricompatti proprio in Sicilia”. E così il cerchio si chiudeva, in un certo senso, proprio nel momento in cui a Roma l’idea del listone unico di centrodestra non viveva giorni felici.
Ma la Sicilia è prodromo e conseguenza di tutto, come si è visto nel 2013 (elezioni Politiche) dopo la marcia serrata grillina nell’isola, con tanto di Beppe Grillo impegnato in una corsa alla Forrest Gump per le vie della costa, sotto gli occhi curiosi, anche se non ancora politicamente conquistati, degli avventori casuali dei comizi. Ed è dunque possibile che oggi, in tempi in cui al Movimento Cinque Stelle, in Sicilia e altrove, tocca uscire dalla realtà truculenta ma ovattata del blog, l’animo vetero-missino di Musumeci possa convivere, in prospettiva elettorale, con l’animo pippobaudista e con la dialettica ecumenica messa in campo dallo stesso candidato presidente.
“Bisognava forse capirlo prima, dove si andava a parare”, dice un osservatore locale, citando come indizio di trasversalismo “la piccola Leopolda di centrodestra in scena a Catania”. Allusione che rimanda alla “Festa delle idee”, kermesse che l’allora deputato all’Ars e non ancora candidato unico Musumeci aveva orchestrato alla Vecchia Dogana, nel settembre del 2015. E si era visto, allora, sotto l’Etna, il diavolo parlare letteralmente con l’acqua santa, in varie combinazioni (c’erano in cartellone, per esempio, il renziano Davide Faraone e il forzista Renato Schifani, ma anche il giovane filosofo amato dai complottisti Diego Fusaro, anticapitalista e antiliberista). E Musumeci, che era stato sconfitto nella corsa alla presidenza nel 2012 ma che dal 2012 si era portato avanti con la traversata nel deserto conseguente sconfitta politica, aveva fatto una prova generale di discorso programmatico, inanellando pensieri trasversalissimi nel discorso finale (durato, raccontano i presenti, “un’ora o forse anche un’ora e mezza”). Pensieri rivolti alla sanità siciliana da riformare ma pure al centro Cara di Mineo, “…caso politico e paradigma di un fallimento…: quello che doveva essere un centro temporaneo per l’emergenza è divenuto, con i governi Monti, Letta e Renzi, definitivo”. E Musumeci definiva infine la tre giorni di brainstorming trasversale catanese “una sfida vinta”, ché alla Vecchia Dogana si era sentita “voglia di politica alta, pulita e perbene”, perché “la gente” era “stanca di vivere in una condizione di smarrimento” e perché i soldati volenterosi di “#Diventeràbellissima” avevano incontrato per le vie assolate dell’isola, sul finire dell’estate, “lo sguardo compiacente e interessato” di chi non la pensava come loro. Non per niente, oggi, la portavoce di “#Diventeràbellissima” Giusy Savarino, ripercorrendo a ritroso il percorso fatto, dice che nel 2014, “anche visto il 40, 8 per cento del Pd di Renzi alle Europee”, si era deciso di “investire su una proposta politica alternativa, per cercare di ricostruire un rapporto di fiducia con i siciliani delusi”. Punto di partenza: “Il tour per l’isola, i corsi di formazione per i giovani e la Festa delle idee”. Dice Savarino che il movimento civico che si ispira alle parole di Borsellino “è cresciuto nella stima dei siciliani lavorando a mani nude e sottotraccia, negli anni bui di Crocetta, nella consapevolezza che nel 2012 il centrodestra spaccato aveva perso e nel timore che la classe dirigente si mettesse di traverso. Ma abbiamo, mi pare, vinto la scommessa”.
Sottotraccia, però, c’è chi sottolinea il fatto che l’ossessione per i codici etici e le liste pulite di Musumeci, uno che per anni ha vissuto sotto scorta e che fa del suo essere antimafia uno dei punti di forza della propria candidatura (è stato anche presidente della Commissione antimafia all’Ars), non può non cozzare, in fase di compilazione liste, “con le manovre di avvicinamento di qualche cambia-casacca non proprio da codice etico, pronto magari a tappezzare preventivamente di manifesti giganteschi i muri dei paesi costieri”, come dice un osservatore locale. Chissà. E però intanto sull’isola infuria la polemica sintetizzabile sotto il titolo “che cosa faranno gli ex lombardiani e gli ex cuffariani?”.
Ed è a questo punto della corsa, nel momento in cui la convergenza di tutto il centrodestra sul nome Musumeci non pare più un miraggio – nome di ex presidente della Provincia di Catania ma anche di ex europarlamentare ed ex Sottosegretario al Ministero del Lavoro (nel 2011, ultimo scorcio di governo Berlusconi) – che i catanesi riportano alla memoria i giorni in cui Enzo Bianco e Musumeci, alla presentazione del libro di Carlo Lo Re sulla primavera di Catania, si guardavano sorridendo e rievocavano i bei tempi andati: “Di quella stagione andrebbe ritrovata la sinergia tra le istituzioni, la voglia di farcela che si era costituita grazie a un sindaco combattivo e a un presidente galantuomo, ma adesso non so se posso ripeterla, devo valutare le mie energie”, diceva Bianco mentre un Musumeci di destra-destra, ma già con l’occhio all’elettorato mobile che non si incolla a un unico colore, parlava della cosiddetta riforma della “doppia scheda” che, all’Ars, nel 2011, aveva raccolto in teoria anche il favore del Pd: “…la chiave del mio successo e anche di Bianco è stata la doppia scheda, quella che nel 1997 è stata soppressa; entrambi riuscivamo a conquistare gli elettorati opposti. E’ grazie a quella riforma che gli uomini di governo potevano non farsi schiacciare dai partiti o rimanerne ostaggi…Anche se la contingenza è irripetibile, quel modello è invece riproponibile”. Poi faceva una pausa, per buttare lì una frase che, con il senno del poi, appare profetica anzichenò: “…Noi? Noi non siamo ancora candidati alla pensione…”.
Mi basta sentire la.parola antimafia, indispone e pure tanto. Ma vista una azione anti, semmai l’altra non l’anti…
Finalmente una persona perbene e un bravo amministratore. Speriamo solo non si lasci imbrigliare dai suoi compagni di processione.
Non riesco ancora a capire.. insomma questo nella sua vita ha solo parlato.. in modo forbito magari ma nulla piú.. certo dimostrare di saper dire la proprio di fronte ad un karaoke mi pare strategico per costruire un ampio consenso trasversale.. I siciliani sono cosí pronti a firmare l’ennesima cambiale in biancco al rappresentante di una coalizione politica che ha prodotto le macerie sulla quale l’Italia ancora oggi annaspa..
con tutto il rispetto, ma la sostanza del curriculum di Fabrizio Micari é quasi imbarazzante a confronto.. ma quando i siciliani sono abbagliati da qualcuno c’è poco da fare!!
Musumeci, ma anche Micari, possono essere ottimi candidati al ruolo di presidente della Regione Siciliana, ma la “zavorra” che sono costretti a trascinare con loro li costringerà, se eletti, a non poter compiere scelte autonome e libere da condizionamenti derivanti dagli alleati che li hanno sostenuti.
E allora…..no, grazie!
Il cdx vince,semplicemente perché i siciliani sono stanchi di crocetta e del pd e grazie a bagheria a Alcamo e gela e alla raccolta delle firme e alle regionarie hanno avuto la possibilità di conoscere i grillini.
Grande Musumeci…. ma vorrei che dichiarasse con quali soldi si paga la campagna elettorale… e vorrei sapere perchè da alcuni giorni agli studenti di Unipa arrivano richieste di tasse in più… servono soldi ad Unipa??
Musumeci è politico di un altro tempo. Vedo due problemi: inadeguatezza culturale rispetto a ciò che servirebbe alla Sicilia, qualche spregiudicatezza di chi – suo malgrado – dovrebbe stargli accanto.
Ricordiamoci che Musumeci, se diventerà presidente, sarà circondato da ex cuffariani e lombardiani, che volente o nolente decideranno il non da farsi, e avrà da fare con una classe di burocrati che non hanno nessun interesse e o voglia di cambiare.
Anche lui si adatterà al sistema Sicilia, smuovendo tutto perchè tutto rimanga come prima peggio di prima …
Condivido Musumeci quando ci narra che per rimuovere le macerie che sovrastano la Regione Sicilia ci vogliono le ruspe e ampiamente riflettendo chiedo a Musumeci se gli operatori delle ruspe saranno: i Micciche’, Germana’ , Lo Sciuto, Genovese, Formica, Schifani , Lentini,Romano,RagUsa,De Luca,Armao,La Galla, e per non essere maschilista Savarino, Caronia, Bonafede ecc.ecc.ecc.ecc.?
Che Musumeci sia l’unico candidato credibile è evidente!
Che Musumeci sia l’unico candidato che abbia contro il verminaio di interessi siciliani
tra mafia e burocrazia, tra cappucci e cappuccini al Bar delle Palme, così ben rappresentanti dai Miccichè, dai Micari e dagli Armao … altrettanto evidente.
Che Musumeci possa farcelo è meno certo, nella campagna elettorale non emerge lui in prima persona come invece dovrebbe fare, emerge solo la sua “icona” portata da altri … altri che non sempre (anzi…) gli fanno un buon servizio smaniando come suoi sostenitori.
TANTI VORRANNO SALIRE SUL CARRO DEL VINCITORE E FORSE ALCUNI SALIRANNO,MA HO FIDUCIA NELLE CAPACITA’ DI BUON AMMINISTRATORE DEL PRESIDENTE MUSUMECI E NELLA SUA IDEA DI FUTURO DELLA SICILIA,COME DIMOSTRA LA SUA OSTINATA RICERCA,ANCHE ATTRAVERSO “DIVENTERA’ BELLISSIMA”, DI FORZE GIOVANI E PIENE DI ENTUSIASMO.
Bravo Musumeci, a mani nude in giro per la Sicilia da anni, ora andiamo a governare!
Musumeci e lega nord insieme mai avranno il voto dei siciliani
E’ una vittoria largamente annunciata e prevista. Il centro-destra potrebbe solo non vincere se una parte dei suoi tantissimi potenziali elettori dovesse decidere proprio il giorno delle elezioni di volere disertare la cabina elettorale.
Dimenticavo un altro importante potenziale operatoretrattorista: Figuccia.
Vogliate perdonarmi.
Li faccio propri
Salvatore 17-09-2017 – 10:13:03
Condivido Musumeci quando ci narra che per rimuovere le macerie che sovrastano la Regione Sicilia ci vogliono le ruspe e ampiamente riflettendo chiedo a Musumeci se gli operatori delle ruspe saranno: i Micciche’, Germana’ , Lo Sciuto, Genovese, Formica, Schifani , Lentini,Romano,RagUsa,De Luca,Armao,La Galla, e per non essere maschilista Savarino, Caronia, Bonafede ecc.ecc.ecc.ecc.?
Salvatore 17-09-2017 – 11:28:06
Dimenticavo un altro importante potenziale operatoretrattorista: Figuccia.
Vogliate perdonarmi.
….minestra “arriquariata”….un “frontman” …..e la “famigghia” politica dei “soliti noti” affaristi e profittatori….la sinistra (dicono x presunti accordi a Roma) cede la patata bollente SICILIA alla dx.. Cioe’ alla COALIZIONE che sara formata ,pardonne, “sformata” da vari elementi….che si parlano solo prima del voto…dopo si scontreranno. I 5 stelle (CHE IO VOTO TUTTA LA VITA )….purtroppo non hanno i numeri per governare da soli….risultato : 5 anni di immobilismo politico….ADDIO SICILIA….
Non ha solo parlato come dici tu,ha anche amministrato è bene una provincia come quella di Catania . Oggi quello che manca è essere proprio un bravo amministratore e musumeci lo è,micari sarà un professore universitario ma non è detto che sia un bravo presidente
Prego pero’ Musumeci di dotarsi di ruspa RollyRoice , almeno una per il suo vicepresidente, l’amplond nordicolondinese va rispettato……
Non bisogna votare politici che fanno parte delle commissioni antimafia regionali o nazionali, per evitare di distoglierli dal loro gravoso compito, visto i clamorosi risultati raggiunti.
Chi si affida a persone ambigue o discutibili e’ chiaro che non è uno stinco di Santo.
Predica bene e razzola male anzi malissimo.
Joe, hai colto nel segno. A sentire gli articoli e i commenti sembrerebbe tutto deciso, a che serve il voto di novembre, domani basterebbe pubblicare un articolo di stampa: “Abbiamo incoronato Musumeci presidente perché siamo contro Crocetta e il PD”. Francamente non mi sembra una cosa sensata, è da scellerati scegliere chi dovrà amministrare la regione solo perche siamo “contro”. Le credenziali di Micari sono di gran lunga più qualificanti rispetto a chi ha oratoria, va stringendo mani o sa cantare. Non dobbiamo eleggere un personaggio televisivo ma un presidente concreto, competente e capace. Musumeci pur di tentare di vincere ha arruolato i “meglio” lanzichenecchi della politica siciliana tradendo il suo vessillo che ha sbandierato ai quattro venti. Il partito da cui proviene unito alla lega, in Sicilia e anche in Italia, è poca cosa quindi non avrà nessuna autonomia decisionale. Tentano di confezionarci un “PACCO”. Basta vedere chi sono i suoi compagni di merenda per rendersene conto. Purtroppo si sa, il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce, molto spesso la conseguenza è che si finisce cornuti e mazziati. OCCHIO!!!!!!
Forza Nello. La Sicilia ti merita e ti vuole.
Joe hai ragione, quando si è abbagliati dalla sinistra c’è poco da fare. Tutto il bene sta dalla tua parte tutto il male dalla mia. Vuoi mettere tutte le personalità che appoggiano Micari e che con i governi degli ultimi nove anni non centrano niente (almeno a sentire loro,vedi cardinale, cracolici, lupo, ferrandelli, lumia, ……. alfaniani lavati con perlana perchè passati a sinistra, ecc. ecc. e come ultimo anche crocetta)
Così come è circondato crocetta e anche micari da cuffariani e lombardiani. Ma se circondano uno non va bene, se circondano gli altri d’incanto diventano delle rispettabilissime personalità.
Ormai il Presidente è stato votato. Auguri Nello. Cambia la Sicilia, nell’ interesse delle nuove generazioni
Non ha solo parlato, ha anche amministrato è bene. Ma non c’è’ peggiore sordo di chi non vuole sentire. E con tutto il rispetto per il curriculum di Micari, essersi prestato a fare la foglia di fico dei manutengoli di crocetta non depone certo a suo onore.
Finalmente la Sicilia avrà un Presidente che si occupa dei Siciliani e non dei clan politici.
Da consulente in commercio internazionale, in Canada e nel mondo, sono convinto che la Sicilia ha tutti gli ingredienti per sviluppare i suoi commerci ed il suo turismo in tutti i mercati del mondo. L’ internazionalizzazione dell’economia siciliana, assistita da una struttura amministrativa regionale dinamica e flessibile, adattabile alle esigenze dei mercati mondiali.
Il nostro futuro Presidente, Nello Musumeci, sceglierà collaboratori qualificati a questo scopo, essendo la internazionalizzazione dell’economia la strada la piu importante per un vero e concreto sviluppo. Creando migliaia di posti di lavoro produttivi per i giovani e meno giovani.
Con un Governo Musumeci la Sicilia non diventerà solamente bellissima, che bellissima lo é di già, ma diventerà la Perla del Mediterraneo, centro e faro per tutti i paesi del Mediterraneo e del mondo.
P.S. Come ai tempi di Federico II anzi, ancora meglio.
Forza Musumeci tu sai come trattare e decidere con la tua testa, sei tu la garanzia migliore, tu il presidente eletto che metterai tutti in riga, altro che il finto rivoluzionario Crocetta nelle mani di lumia alfano Monterosso e confindustria
Baudo musumeci, condividono solo l’antipatia dei militellesi!
Una compagine di politici con le idee molto chiare. Unica nota stonata il candidato presidente. Meglio prenderne un altro per coerenza.
Carissimo Nello,
Con tanta amarezza conoscendo la tua persona mi chiedo ma soprattutto ti chiedo come puoi candidare un personaggio come Genovese.
Sono sicuro conoscendoti che farai le dovute è opportune valutazioni
Un abbraccio
Da non perdere
meccanico 17-09-2017 – 11:40:49
Prego pero’ Musumeci di dotarsi di ruspa RollyRoice , almeno una, per il suo vicepresidente, l’amplond nordicolondinese va rispettato……
La prego , non esageri.
Il modello università alla Regione? per carità, servirebbe a creare solo dinastie. E poi sostenuto da chi? dal centro-destra-sinistra, ovviamente. Il candidato della Destra? sostenuto dai soliti noti, polvere su polvere, odore di stantio, sostenuto anche lui dala destra-centro-sinistra. Aria nuova per carità, ai siciliani che non chiedono nulla in cambio se non confrontarsi libertà e trasparenza. Ancora non è chiaro: è finita la trippa per i gatti. Io voto 5 stelle
La Sicilia non in Canada, lei fa confusione
VA BENE Musumeci. PURCHE’, UNA VOLTO ELETTO, NON SI FACCIA PIU’ ACCOMPAGNARE DAI POLITICANTI ALLEATI MA SI FACCIA COLLABORARE DA CHI IN QUESTI ANNI HA BEN LAVORATO PER LA SICILIA. NON CERTO I MAGISTRATI
La Sicilia ha bisogno di un Presidente serio, onesto, preparato e di cui essere orgogliosa e Musumeci è il candidato ideale.
Il film dei moralisti della politica lo abbiamo già visto con con crocetta. ora tocca a musumeci che pur di vincere si consorzia con quelli che per una vita ha bacchettato sprezzante. abboccate, gente, abboccate.
a tutti i pro Musumeci che lo incensate qiando era presidente della provioncia di catania mi dire qualcosa invece di quando è stato sottosegretario del governo Berlusconi votando tutte le porcate pro Silvio ( legge ad personam per esempio )…….nulla da dire?? solo perché sta con micciche, lagalla, armao, cascio, non è per nulla votabile….
HA AMMINISTRATO BENE LA PROVINCIA DI CATANIA , QUINDI SIGNIFICA CHE E’ UN BUON AMMINISTRATORE ………………..DI CONDOMINIO