Anno nuovo, processo vecchio | Monterosso: sentenza nel 2018 - Live Sicilia

Anno nuovo, processo vecchio | Monterosso: sentenza nel 2018

Patrizia Monterosso

Al segretario regionale della Regione contestato il peculato per gli extrabudget della Formazione.

PALERMO – La sentenza nei confronti di Patrizia Monterosso, imputata per peculato, sarà emessa il primo febbraio 2018. Una spia, anche questa, di un ufficio oberato di lavoro. E dire che nei mesi scorsi c’era stata una querelle sui tempi del dibattimento che si sta celebrando in abbreviato davanti al giudice per l’udienza preliminare Fabrizio Molinari.

Il segretario generale della Regione sarebbe il concorrente morale del peculato milionario commesso materialmente da Anna Rosa Corsello, ex dirigente del dipartimento della Formazione che ha scelto il rito ordinario. Secondo l’accusa, l’obiettivo del loro “disegno criminoso” era quello di “sottrarre il segretario generale al giudizio di condanna nel procedimento promosso dalla Corte dei conti”. Si tratta del processo che si è concluso con una batosta ormai definitiva: Monterosso deve sborsare quasi un milione trecento mila euro, comunque coperti da un’assicurazione. Quando si seppe dell’indagine contabile, Monterosso avrebbe chiesto a Corsello di bloccare i pagamenti successivi destinati agli enti in modo da recuperare le somme e fare venire meno il danno erariale.

In particolare, il segretario generale nell’ottobre 2013 con un atto stragiudiziale invitò il dirigente “a sospendere qualsiasi pagamento in favore degli enti fino a concorrere nelle somme da recuperare e ad adottare atti amministrativi di compensazione dei crediti legittimamente vantati dagli enti con quelli vantati dalla Regione”.

Lo scorso giugno il Consiglio di giustizia amministrativa ha confermato che la “compensazione” era legittima. Un concetto ribadito oggi dal difensore, l’avvocato Nico Caleca, secondo cui, l’operato di Monterosso “ha evitato che altri sette milioni di euro finissero nel calderone della formazione professionale che da lì a poco sarebbe esploso. Quei soldi sono così tornati nel bilancio della Regione”. Il pm Luca Battinieri è sempre stato di avviso opposto tanto da chiedere la condanna dell’imputata a quattro anni di carcere.

Il 4 novembre dell’anno scorso l’udienza preliminare era stata rinviata al 9 marzo. E cioè a undici mesi di distanza dalla richiesta di rinvio a giudizio, e dopo che già una prima volta il processo era slittato di quattro mesi per consentire alle parti di consultare alcuni documenti presentati dalla difesa. Secondo il pm, si trattava di atti noti o addirittura acquisti al fascicolo del dibattimento. E così prese carta e penna per manifestare il proprio dissenso: “Il differimento collide con il principio della ragionevole durata del processo”.

Il gup Molinari decise di anticipare l’udienza a gennaio. Ultimate le requisitoria e le arringhe si attendeva la sentenza. Che, però, sarà emessa a febbraio prossimo.

 


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