Capannoni-lager a Ciaculli| "Trentanove cani da salvare" - Live Sicilia

Capannoni-lager a Ciaculli| “Trentanove cani da salvare”

I cani nei capannoni-lager di Ciaculli

L'appello dei volontari: "Chiediamo aiuto, condizioni di degrado insostenibili".

PALERMO – Montagne di rifiuti, eternit, croccantini gettati a terra per sfamare bocche disperate, reti utilizzate come gabbie, vecchi materassi accatastati, pavimenti e pareti luride. Tra gli scheletri dei capannoni che una volta ospitava lo stabilimento Partanna, in via Conte Federico a Ciaculli, regna il degrado più assoluto. Parole che possono soltanto rendere l’idea del contesto in cui si trovano trentanove cani, soltanto gli ultimi di una serie che i volontari di Palermo stanno cercando di mettere in salvo.

Una storia che va avanti da almeno un decennio, ma che sta per giungere al capolinea: la struttura, in stato di abbandono per anni perché finita sotto sequestro, è stata recentemente venduta e i cani devono andare via. Si trovano nel rifugio abusivo gestito da due anziani ormai da tempo e “rischiano la vita ogni giorno”, dicono i volontari che oggi chiedono un aiuto più che mai. Su Facebook è anche stata creata una pagina che invita a dare una mano per salvare i trentanove cani, tra cui quattro cuccioli di pochi mesi: “Hanno avuto la disgrazia di finire in questo covo di morte e disperazione – scrivono i volontari – che ora è stato acquistato da un privato. Tra qualche settimana questi capannoni dovranno essere sgomberati perché verranno rasi al suolo per aprirci una nuova attività. Le istituzioni da anni sono a conoscenza di questa realtà. Abbiamo segnalato e denunciato a chiunque abbia orecchie per ascoltare e poteri per fare ma le nostre denunce sono cadute nel vuoto. Adesso non c è più tempo per fare chiacchiere, bisogna agire perché loro hanno soltanto noi”.

I cani vengono infatti tenuti in piccoli spazi realizzati in modo rudimentale, chiusi con vecchie reti di materasso o grossi pezzi di legno che non fanno penetrare un filo di luce. Tra i rifiuti, i resti di cibo, la carcasse dei topi e gli escrementi, le condizioni igieniche hanno superato qualunque limite minimo di sopravvivenza. “Al punto da aver provocato infezioni e varie malattie – spiega la volontaria Marzia Lombardo – dalla gastroenterite al cimurro. Tutti i cani devono essere portati via da lì – aggiunge – e devono essere sottoposti ad accurate visite e cure veterinarie. Negli ultimi anni, insieme alla volontaria Maria Maniscalco e alle associazioni animaliste, ne abbiamo già salvato cento”. I due uomini che si sono impossessati dei capannoni, infatti, avrebbero continuato ad accogliere altri cani, a volte abbandonati proprio nelle vicinanze, anche con microchip.

“La situazione è adesso fuori controllo – proseguono i volontari – e abbiamo bisogno di tutti per trasportare i cani, effettuare le visite, trovare stalli temporanei e poi adottarli. Chiediamo anche alle associazioni del Nord di aiutarci, prendendone anche uno l’uno in custodia, perché lì moriranno sicuramente”.

Proprio come sono morti, l’anno scorso, sei cuccioli appena nati. A maggio nei capannoni è scoppiato un incendio di cui è stata accertata l’origine dolosa. E per i piccoli non c’è stato scampo. Due anni fa è anche intervenuta la trasmissione “Striscia la notizia”: l’inviato e la sua troupe sono stati aggrediti da uno degli anziani, ma il sopralluogo è stato sufficiente per fare immortalare alle telecamere le condizioni in cui i cani vivono, basti pensare che era presente anche una fossa comune in cui venivano gettati gli animali morti. “Da allora non è cambiato niente – conclude Marzia Lombardo – anzi, la situazione è peggiorata. Nessuno ci ha mai aiutato ed anche oggi saremo lì per tentare di salvare i cuccioli, per i quali il tempo stringe. Volontari e associazioni che vogliono darci una mano possono contattarmi”. Il numero è 3271260141.


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