Polemiche e ombre sui candidati | Le sfide nel collegio di Siracusa - Live Sicilia

Polemiche e ombre sui candidati | Le sfide nel collegio di Siracusa

Tensioni nei partiti e possibili casi di incandidabilità. (In foto uno dei candidati, Coltraro)

SIRACUSA – Tredici liste, qualche sorpresa, plateali malumori nel Pd, voltagabbana trasversali e alcune candidature già al vaglio della commissione parlamentare Antimafia per eventuale “incandidabilità”. Tra le tredici c’è anche Casapound, ma la candidatura potrebbe saltare qualora le liste negli altri collegi siciliani non siano state presentate nel totale necessario, che è cinque. Si è chiusa anche a Siracusa la concitata fase di vigilia di presentazione delle liste per le regionali e, a meno di un mese dalle elezioni, qualche candidato adesso può anche mettere il simbolo sui manifesti.

È il caso di Pippo Sorbello, in campagna elettorale da mesi e nelle ultime settimane dato per candidato con la lista centrista a sostegno di Micari, e invece è spuntato nella lista Udc a sostegno di Musumeci. In quell’altra (Alternativa popolare – Centristi per Micari), invece, c’è il deputato uscente Vincenzo Vinciullo (da sempre nel centrodestra e con un gruppo in consiglio comunale che fa la guerra all’amministrazione di centrosinistra) insieme con il candidato del sindaco piddino Garozzo Gaetano Cutrufo. Le sorti di quest’ultima candidatura hanno tenuto banco in città in questa lunga vigilia. Cutrufo, presidente del Siracusa calcio e dichiarata espressione del sindaco renziano, è dapprima finito fuori dalla rosa dei cinque designati dalla direzione provinciale del Pd. Poi ha sperato di rientrare dalla porta palermitana (per intercessione romana), ma niente. E così, un minuto dopo la presentazione della lista che lo vede correre con Ap e centristi si è sfogato tirando fuori incontri alla presenza del segretario Matteo Renzi: “Proprio alla presenza di Renzi, Garozzo, Amoddio, Di Marco, Lo Giudice (segretario provinciale ndr), e Amenta – ha detto – l’attuale assessore regionale Bruno Marziano ha detto testualmente (riferendosi a se stesso, me e Paolo Amenta) “Caro Matteo, ecco la lista del Pd”. E poi, sempre Marziano, questa volta riferendosi solo a me “Gaetano è il mio sostituto naturale”. Chissà se già pensava a raccogliere le firme per presentare il documento, poi approvato a risicata maggioranza dalla direzione provinciale, che indicava invece una lista di candidati che non prevedeva la mia presenza”.

I malumori ci sono stati un po’ ovunque. Sulla sponda Musumeci #diventeràbellissima correrà senza il suo simbolo ma con la lista FdI – Noi con Salvini, dentro cui hanno cercato rifugio centristi finiti poi tra i cinque di Forza Italia e di Udc, ma alla fine si è compattata su cinque giovani “puliti” sostenuti dal tridente dei “big” #diventeràbellissima in città: l’ex assessore regionale Fabio Granata, l’ex sindaco forzista Roberto Visentin e l’espressione di Stefano Parisi in città, Ezechia Paolo Reale.

Infine l’ombra dell’incandidabilità per qualcuno. Dopo la decisione comunicata del presidente della commissione nazionale Antimafia, Rosy Bindi, di “fare un lavoro di controllo sulle liste dei candidati che saranno presentate per le regionali del 5 novembre in Sicilia”, con tanto di missione nell’Isola la prossima settimana, il quotidiano Repubblica ha già ipotizzato un elenco di candidati che potrebbero non rientrare nel “codice etico” approvato dalla Commissione nel 2014. Di quindici nomi siciliani, quattro sono nel collegio di Siracusa. Con Forza Italia tra i candidati c’è il sindaco di Priolo Antonello Rizza con due processi in corso e capi d’imputazione che vanno dalla concussione al voto di scambio, dall’abuso d’ufficio alla truffa. Con Udc c’è il deputato uscente (ex Megafono) Giambattista Coltraro, a giudizio per un presunto falso su un atto notarile di compravendita di terreni. Nella stessa lista Pippo Sorbello, sotto processo per voto di scambio. Tra i Popolari e autonomisti – Idea Sicilia di Lagalla e Saverio Romano, potrebbe finire nel mirino della Bindi il deputato uscente Giuseppe Gennuso, con varie indagini a suo carico. Loro si appellano all’unica legge che regola decadenze e inelegibilità, la legge Severino.


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