Traffico internazionale di gasolio |Sgominata organizzazione, 6 arresti - Live Sicilia

Traffico internazionale di gasolio |Sgominata organizzazione, 6 arresti

Per i tre irreperibili spiccato mandato di arresto internazionale.

OPERAZIONE DELLA FINANZA
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CATANIA. “La Libia resta uno degli scenari più caldi. Dove avviene anche un traffico di essere umani. Ma qui vi è anche contrabbando di gasolii: sul quale siamo riusciti a fare piena luce”. Il Procuratore Carmelo Zuccaro mette subito le cose in chiaro: il fatto che la Procura di Catania si sia portata avanti nella conoscenza del fenomeno dell’immigrazione clandestina non è collegato in alcun modo all’operazione di oggi condotta in collaborazione con la Guardia di Finanza. Di certo, però, il traffico di petrolio e quello degli immigrati sono condotti dalle stesse persone.

Tra i nove arrestati vi sono soggetti libici, maltesi ed anche un catanese: in quest’ultimo caso, si tratta di Nicola Orazio Romeo ritenuto vicino alla famiglia Santapaola-Ercolano. Romeo figura tra i componenti di società intermedie che servivano a nascondere il traffico illecito. E’ stato individuato ed arrestato in una villa da oltre un milione di euro nell’area acese di Santa Maria degli ammalati.
L’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale etneo è stata emessa nei confronti di 9 soggetti (6 dei quali in carcere e 3 agli arresti domiciliari) in quanto promotori, organizzatori e partecipi di un’associazione a delinquere internazionale dedita al riciclaggio di gasolio libico illecitamente asportato dalla raffineria libica di Zawyia (a 40 km ovest da Tripoli) e destinato, dopo miscelazione, ad essere immesso nel mercato italiano ed europeo anche come carburante da autotrazione.

Quello sgominato, è un traffico enorme da 80 milioni di chili di gasolio che al netto del mercato attuale produce ricavi (sul valore d’acquisto) per oltre 30 milioni di euro: profitti che sono estremamente ingenti. L’indagine si è protratta per un anno abbracciando un arco di tempo che va dal giugno 2015 al giugno 2016: il prodotto, ovvero il gasolio, veniva venduto a meno evitando di pagare Iva e accise.
Gli inquirenti hanno ricostruito l’intera filiera del business criminale. Al contempo, sono stati spiccati Avvisi di conclusione indagini per cinquanta persone.
Il petrolio, lo si è ricostruito passo dopo passo, veniva trasportava con i pescherecci verso la Sicilia (Augusta e Mazara del Vallo), Civitavecchia e Venezia, passando prima per Malta. I distributori erano tutti del circuito Eni che è parte lesa e denunciò alcune anomalie legate agli introiti: tutti distributori, all’incirca una decina, di Catania e provincia.
La criminalità organizzata riusciva ad agevolare queste transazioni traendone il proprio profitto.

IL COMUNICATO DELLA PROCURA. Tra i soggetti coinvolti nel traffico internazionale di prodotti petroliferi libici e destinatari della misura in carcere figurano:
L’amministratore delegato della Maxcom Bunker S.p.a, Marco Porta (cl.1969);
Fahmi Mousa Saleem Ben Khalifa, alias “il Malem” (il capo), nativo di Zuwarah (Libia), fuggito dal carcere nel 2011 con la caduta del regime di Gheddafi dove stava scontando una condanna a 15 anni per traffico di droga; Ben Khalifa ha guidato una milizia armata stanziata nella zona costiera al confine con la Tunisia ed è stato recentemente posto agli arresti per contrabbando di carburanti da parte delle Autorità libiche;
il catanese Nicola Orazio Romeo (cl.1972), indicato da alcuni collaboratori di giustizia quale appartenente alla frangia mafiosa degli Ercolano e ritenuto, in una conversazione captata tra gli indagati, quale soggetto della “mala, quella giusta, quella che non lo tocca nessuno”. Romeo è già stato denunciato nel 2008 per la sua appartenenza mafiosa ai Santapaola e per alcune azioni estorsive perpetrate nelle zone di Acireale e Aci Catena. Nella presente indagine Romeo è parte integrante della componente maltese dell’organizzazione la cui funzione primaria è stata quella di organizzare i trasporti del gasolio libico via mare;
i cittadini maltesi Darren Debono (cl.1974) e Gordon Debono (cl.1974); i maltesi, con Nicola Orazio Romeo, hanno curato il trasporto via mare gestendo, al contempo, il reticolo di società commerciali coinvolte nel business;
il libico, originario di Zuwara, Tareq Dardar, quale collettore dei pagamenti e dei flussi finanziari veicolati su conti esteri nella disponibilità del Ben Khalifa.

Per i soggetti non rintracciati nel territorio nazionale, la Procura distrettuale ha richiesto l’emissione di un mandato d’arresto internazionale.

L’amministratore delegato della Maxcom Bunker Spa, società con sede legale a Roma, esercente l’attività di commercio all’ingrosso di prodotti petroliferi e di bunkeraggio delle navi, si è avvalso della complicità di alcuni dipendenti della società, attinti anche loro della misura cautelare degli arresti domiciliari. Si tratta di Rosanna La Duca, consulente esterna della Maxcom Bunker Spa, Stefano Cevasco, addetto all’ufficio commerciale, Antonio Baffo responsabile del deposito fiscale di Augusta.

 


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