Musumeci esordisce a Catania |Stancanelli "bacchetta" Forza Italia - Live Sicilia

Musumeci esordisce a Catania |Stancanelli “bacchetta” Forza Italia

Esordio infuocato di Diventerà Bellissima. Raffaele Stancanelli non le manda a dire.

CATANIA – Riflettori accesi, stamani, per #DiventeràBellissima alla Vecchia Dogana di Catania. La lista-movimento del candidato governatore del centrodestra Nello Musumeci esce allo scoperto e lancia il primo incontro ufficiale di una campagna elettorale in fase rovente. Non ci sono sedie vuote, in sala. E neanche facce tese. Molti volti sono della ormai dismessa Alleanza Nazionale, ma c’è anche altra umanità in attesa dell’intervento dell’ex presidente della Provincia di Catania. Il recinto tuttavia è ben perimetrato, nel senso che stavolta il pieno è sulla scorta dei soli numeri della formazione giallo-blu. E non come nel 2015 alle Ciminiere quando il sold-out arrivò grazie anche alla mobilitazione dei partner di coalizione.

Raffaele Stancanelli, in foto.

#DiventeràBellissima, insomma, rivendica e rilancia una propria differenza rispetto agli alleati. La marca anche in forza dei sondaggi disponibili fino a ieri e che davano Musumeci in testa. I distinguo non sono soltanto sul tema scivoloso dei cosiddetti “impresentabili”; ma sull’idea strategica del centrodestra in Sicilia. Sono infatti tanti i sassolini dalle scarpe che gli uomini vicini a Musumeci hanno voluto levarsi oggi. I più ingombranti li sputa fuori l’ex sindaco di Catania, Raffaele Stancanelli, ritenuto uno dei strateghi della candidatura musumeciana. Lanciato sul palco da Ruggero Razza, non ce la fa proprio a non riaccendere la polemica su quelle primarie che non si sono celebrate a seguito del disimpegno di Forza Italia e Cantiere Popolare: “Cinquantamila siciliani avevano firmato per votare Musumeci”, ricorda ancora Stancanelli. Pare voglia parlare di un tradimento politico, ma si ferma prima. Rivendica invece il valore di “una candidatura che è stata sì imposta, ma dagli elettori e non dai partiti”.

Gli strali ci sono tutti. Manco a dirlo, la dialettica a distanza con Gianfranco Micciché pare sin da ora una spina nel fianco della coalizione, al di là del risultato del 5 novembre. “Se esiste di nuovo un centrodestra è grazie a noi, abbiamo rimesso in piedi una coalizione, non i partiti. Siamo riusciti a invertire il fuggi fuggi generale”, insiste Stancanelli rilanciando il ruolo di #DB. “Riferimenti a destra, ma aperti a quei siciliani che erano sfiduciati dalla politica”, ecco la formula. Il refrain del movimento civico che in Sicilia ha scavalcato gli interpreti del 61 a 0 torna ancora. Sul tema delle candidature indigeste lancia il monito: “Avevamo chiesto pulizia nelle liste, ma i nostri appelli non sono stati ascoltati. Speriamo di non doverne pagare le conseguenze”. Insomma, la resa dei conti è già in agenda.

È un fiume in piena Nello Musumeci, che però evita di sollevare un polverone verso i partner di coalizione, rilanciando invece il valore della proposta trasversale di #DiventeràBellissima. Gli applausi arrivano quando invoca lo scioglimento dell’Istituto autonomo case popolari e dei consorzi di Bonifica. Ma è nel passaggio dedicato ai Cinque stelle che la sala se ne viene giù: “Cancelleri vuole un confronto pubblico, ma per dirci cosa? Si ricordi che io sono stato per dieci anni presidente, mentre lui non ha mai amministrato neanche un condominio”, ha detto. Segnale questo che il testa a testa con i grillini è sentito, che l’avversario da battere è proprio quello. Tant’è che negli ambienti di Arcore si sta studiando un piano affinché i comizi di Berlusconi e Grillo non siano in contemporanea. Lo scenario da evitare in zona centrodestra è che passi l’idea di una partita a due, con Micari e Fava già fuori dai giochi.

L’unico big forzista avvistato è il senatore Enzo Gibiino. I suoi distinguo rispetto alla linea Micciché sono noti da tempo. “La mia presenza non ha nessuna coloritura particolare. Sono qui per la mia amicizia con Nello”, taglia corto con LiveSicilia. “Al di là di quello che è successo nella fase di designazione del candidato presidente, al di là delle ruggini che ci sono state, le linee oggi sono compatte su di lui”, aggiunge gettando acqua sulle polemiche ad intra del centrodestra.

Prima ancora però della disputa sugli “impresentabili”, c’è stato lo scontro tra Nello Musumeci e Riccardo Pellegrino in merito alla relazione della commissione regionale antimafia sui presunti rapporti sospetti tra alcuni consiglieri comunali ed esponenti della malavita organizzata. Allora Pellegrino convocò una conferenza stampa infuocata a Palazzo degli Elefanti assieme all’avvocato Carlo Taormina. Anche Gibiino era con loro: “Senza ipocrisia e con la schiena dritta, dico che ero e sono esponente di Forza Italia e non avrebbe avuto senso per me non esserci a quell’incontro. Mi pare anche che le vicende penali legate al candidato si siano in qualche modo liquefatte”, spiega. Candidatura giusta? “Credo tuttavia che in questi casi si debba badare all’opportunità politica di una discesa in campo, questa scelta tocca in primo luogo al singolo candidato e non agli altri – spiega – Tuttavia, so che il mio partito, nelle persone di Salvo Pogliese e, mi dicono soprattutto di Gianfranco Micciché, abbia pressato sulla candidatura di Riccardo”. Ecco, un particolare in più da conoscere.

 


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