Vittorio Sgarbi taglia il nastro |della mostra "Da Giotto a De Chirico" - Live Sicilia

Vittorio Sgarbi taglia il nastro |della mostra “Da Giotto a De Chirico”

Fino a maggio a Castello Ursino.

L'ESPOSIZIONE
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CATANIA – “La caccia ai quadri non ha regole, non ha obiettivi, non ha approdi, è imprevedibile”. Queste le parole di Vittorio Sgarbi all’inaugurazione dell’esposizione “Da Giotto a De Chirico – I Tesori nascosti”, in programma dal 26 ottobre 2017 al 20 maggio 2018, allestita all’interno del Castello Ursino. Una mostra promossa da Fenice Company Ideas e dalla Fondazione Cavallini Sgarbi, progettata da Contemplazioni con il patrocino del Comune di Catania. Da Giotto a De Chirico, dal principale innovatore della pittura al principale esponente di quella metafisica. Illustrando il “Tesoro d’Italia”, custodito e conservato nelle più grandi collezioni private, un arco temporale di oltre sette secoli, dalla fine del duecento alla metà del novecento.

Un percorso attraverso le evoluzioni degli stili e delle correnti, gli snodi fondamentali della storia dell’arte in Italia. Le due teste Federiciane, prime sculture italiane della metà del duecento, all’ingresso dell’esposizione, aprono la galleria che si snoda attraversando le sale del Castello insieme alla “Madonna” di Giotto e la “Madonna in trono con il Bambino” di Antonello De Saliba. E ancora Severo Ierace con l’opera “Madonna in gloria con i santi Antonio da Padova e Michele Arcangelo”, la “Vergine Maria” di Paolo Veronese, la “Maddalena addolorata” del Caravaggio, Giovanni Francesco Guerrieri con “Ercole e Onfale”, la “Santa Caterina da Siena e Crocifisso” di Giovanni Battista Caracciolo detto il Battistello, Jusepe da Ribera con il “Profeta” e Mattia Preti, Guido Cagnacci, Giusto Le Court. I maestri del ‘700 e dell’800 come Ignaz Stern detto Ignazio Stella, Domenico Morelli, Francesco Lojacono e quelli del ‘900 come Giorgio De Chirico, Renato Guttuso, Antonio Mancini, Camillo Innocenti, Filippo de Pisis e Pippo Rizzo.

“Dal Piemonte alla Sicilia una varietà genetica – continua Vittorio Sgarbi – di grandi capolavori concepiti da intelligenze, stati d’animo, emozioni che rimandano a luoghi, terre, acque e venti che li hanno generati. Oltre cento opere, tra dipinti e sculture, il Tesoro d’Italia custodito e protetto nelle più importanti collezioni private: raffigurazioni sacre, mitologiche, ritratti, paesaggi e nature morte una panoramica ampia offerta al visitatore dei soggetti affrontati dagli artisti”.


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