Salvini in Sicilia per la nuova Lega | "Vinciamo ma poi servono i fatti" - Live Sicilia

Salvini in Sicilia per la nuova Lega | “Vinciamo ma poi servono i fatti”

Intervista al leader del Carroccio. "Gli impresentabili? Serviva più attenzione".

PALERMO – Parte dalla Sicilia la fase due della Lega di Matteo Salvini. Che presto non sarà più “Nord”, in vista della sfida delle Politiche, quando Salvini si proporrà come papabile guida del governo del Paese. Il cammino è ancora lungo, ma per il leader del Carroccio idealmente partirà proprio domenica da Palermo (di pomeriggio all’Astoria Palace), dove Salvini comincerà un tour dell’Isola ricco di tappe, che si concluderà il 3 novembre, in vista delle Regionali. Tantissimi i comuni che il leader leghista toccherà, da Favara a Gela, da Pachino ad Augusta, da Canicattì a Palagonia.

“Un tour molto bello, in cui ho chiesto di mettere dentro tantissime cose”, dice con entusiasmo Salvini. Che nella sua agenda siciliana ha inserito anche un viaggio allucinante di nove ore tra treno e pullman per arrivare da Trapani ad Agrigento via Palermo (partenza alle cinque di mattina e arrivo nel pomeriggio), raccontando il disastro dei collegamenti in Sicilia.

Onorevole Salvini, partiamo proprio dal treno. Perché questo viaggio nel purgatorio dei trasporti siciliani?

“Mi dicevano che cavolo fai nove ore in treno? Ma è quella l’unica soluzione per andare da Trapani ad Agrigento o magari a Ragusa. Se sei siciliano ti tocca fare questo. Mentre Renzi va in giro con gli Intercity. Ci vuole tanto tempo. E allora io lo faccio, partendo all’alba. Ma ci rendiamo conto che la Sicilia non può andare avanti spostandosi a gasolio?”.

Peraltro con tempi inconciliabili con un’idea di sviluppo.

“Certo. E allora è giusto farlo, vivere quello che vivono i siciliani”.

Il suo sarà un tour lungo e denso di tappe, toccherà una ventina di comuni. Qual è il filo conduttore?

“Ho chiesto di mettere dentro molta produzione, in particolare l’agricoltura: andremo al mercato di Vittoria, a Pachino. Poi ovviamente toccheremo le grandi città, Palermo, Catania, Messina”.

E visiterà anche delle grandi opere incompiute.

“Sì, assolutamente. La Sicilia potrebbe essere il porto d’Europa come transito merci e container, il governo invece ha declassato i porti siciliani. E sono miliardi persi. E maggiori costi per le imprese. Ho chiesto anche di andare alla Scala dei Turchi. Non ci possono essere i rifugiati negli alberghi al posto dei turisti. È un giro veramente lungo e ricco, una cosa del genere non l’ho mai fatta neanche a casa mia”.

Questo viaggio in Sicilia va letto anche in vista delle prossime Politiche e del progetto di fare della Lega un partito nazionale?

“Sì. A me piace conoscere le cose, non solo leggerle su Internet. E in Sicilia faremo anche i comizi in piazza, all’antica. Quello che gli altri non fanno più. Se vuoi vincere le elezioni nazionali non puoi prescindere dalla Sicilia”.

Ma a che punto è il progetto di movimento nazionale? Noi con Salvini non sembra abbia messo le ali…

“Non è ancora partito formalmente il progetto unico nazionale che partirà a breve”.

Cioè si supererà l’esperienza di Noi con Salvini e si arriverà a un unico partito?

“Noi con Salvini è stato l’eroico inizio quando nessuno ci credeva. Abbiamo in Sicilia una sessantina di amministratori locali che convergeranno in un’unica famiglia che si propone di governare”.

Ma a quel punto sarà necessario un intervento sul nome del partito? Che oggi si chiama Lega Nord.

“Certo. Quello che tutti conoscono per le battaglie sule tasse e sulla sicurezza, ad esempio: siamo noi, siamo la Lega. Saremo la Lega e basta”.

Lei è ottimista sul risultato delle Regionali? Si aspetta la vittoria di Musumeci?

“Sì, anche se non basta vincere. In Sicilia molte volte si è vinto senza poi passare dalle parole ai fatti. A me interessa costruire qualcosa che duri anni e non si esaurisca il 5 novembre. La Sicilia è stata tradita tante volte, basti pensare ad Alfano e a tutte le volte che è stato ministro: che valore aggiunto ha portato? Lo stesso con Crocetta, ma in passato anche con Cuffaro. Questo lo devo dire. E non è un caso che la mia settimana in Sicilia io la faccia in solitaria. Avrò solo Musumeci accanto”.

E qui arriviamo a un nodo non secondario: i rapporti con gli alleati. I dirigenti del suo movimento in Sicilia hanno usato toni anche aspri verso i compagni di strada del centrodestra, censurando alcune scelte.

“Quando leggi che in lista mettono Tizio, Caio e Sempronio, indagato, condannato, processato… diciamo che un po’ più di attenzione non avrebbe fatto male. Noi abbiamo detto tanti no. Gente che mi diceva candidami che ti porto ics voti e ics finanziamenti: quanti no abbiamo detto? Poi, devo dire che rispetto ai 5 Stelle la differenza è grande. Perché l’onestà è un requisito per me necessario ma non sufficiente. Basta guardare Roma, come la stanno amministrando. Dirò questo ai siciliani: va unita l’onestà alla competenza”.

Ma non trova che ci sia un alto rischio di litigiosità nella vostra coalizione? Qui l’ultima volta che il centrodestra ha vinto, dopo due anni ognuno è andato per i fatti suoi. Succederà ancora?

“Noi stiamo governando circa mille comuni insieme. Non siamo una caserma, abbiamo diversità di vedute, ma stiamo andando bene. Penso a Genova, Verona, L’Aquila. Oltre che ovviamente la Liguria,la Lombardia e il Veneto. L’auspicio per la Sicilia è lo stesso. Io voglio garantire alla Sicilia dieci anni di buon governo. Il che vuol dire che se vado a Favara ci deve essere l’acqua”.

Comincia da qui la competizione con Forza Italia in vista delle Politiche?

“Questa è la prima volta che ci affacciamo alle elezioni regionali in Sicilia. Vogliamo far vincere Musumeci. Io parlo a quei siciliani di centrodestra che vogliono il cambiamento, che vogliono qualcosa di nuovo, di fresco, di mai provato”.

La vostra lista supererà lo sbarramento?

“Sì, contiamo di entrare in consiglio regionale sia per amministrare sia per controllare”.

Le chiedo un’ultima cosa: il suo movimento qui in Sicilia ha dirigenti di lunga esperienza politica. La novità però al momento non si scorge.

“I candidati che io presenterò questa settimana sono al 99 per cento volti nuovi, donne e uomini che in gran parte non hanno mai avuto incarichi politici”.


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