Debacle di Alternativa popolare| Firrarelliani fuori dall'Ars - Live Sicilia

Debacle di Alternativa popolare| Firrarelliani fuori dall’Ars

Marco Forzese rischia il seggio.

CATANIA – Alla conta dei seggi paiono mancare soltanto loro, gli alfaniani di Sicilia. O meglio i firrarelliani, in ultimo i castiglioneti (nel senso del sottosegretario all’Agricoltura Giuseppe Castiglione). Alternativa popolare non arriva al seggio. I dati parlano chiaro: 4,10% a livello regionale, stessa percentuale anche in provincia di Catania. Troppo lontani dunque dal quoziente minimale del 5%. Numeri lontanissimi dall’exploit delle scorse Europee e che aprono uno squarcio profondissimo da ricucire. Peccato che proprio in zona Etna, l’ex Ncd (Pdl prima, FI ancora prima) aveva un tempo una delle sue centrali del consenso, forte anche del titolarità di Palazzo Minoriti. Una sconfitta da condividere in due, appunto perché Ap andava in tandem con i Centristi per la Sicilia, cioè gli Udc versante Casini. E dire che proprio dal quel cartello proveniva anche il vicepresidente in pectore di Fabrizio Micari, l’europarlamentare catanese Giovanni La Via.

A ingoiare un boccone da ritenere amarissimo, c’è il campione di preferenze Marco Forzese. Che nonostante la pretattica estiva, paga di prima persona gli errori di tutto il centrosinistra regionale e l’emorragia di candidature dall’area Crocetta al fronte musumeciano, con l’ammutinamento finale dei consiglieri comunali Carmelo Sgroi e Salvatore Tomarchio. Così come l’atteggiamento non del tutto lineare dello stesso Alfano, che ha flirtato – sempre in estate – sia con Gianfranco Micciché che Matteo Renzi. Un profilo che evidentemente ha disorientato un elettorato che in Europa è alternativo alla galassia socialista e democratica.

Da Bronte tuttavia arriva un segnale che – per quello che vale – può alleggerire il clima in casa Firrarello. In quello che un tempo era il feudo incontrastato del “senatore”, Micari fa jackpot e arriva prima Si stratta dell’unico comune del comprensorio etneo. Un dato che si spiega però alla femminina. Non fosse altro che l’attuale sindaco della Città del pistacchio, Graziano Calanna risponde al Pd e soprattutto dell’ex assessore regionale Anthony Barbagallo.

 

 


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