PALERMO – Dal presidente dell’Ars uscente Giovanni Ardizzone all’ultimo (in ordine di tempo) assessore alla Famiglia della giunta Crocetta, Carmencita Mangano. E ancora, da un veterano dell’Ars come Michele Cimino all’ex presidente della Commissione Sanità Pippo Di Giacomo. E’ folto l’elenco dei “trombati” eccellenti al Parlamento siciliano (clicca qui per guardare la fotogallery). Il taglio dei seggi a Sala d’Ercole, che dai 90 della scorsa legislatura sono scesi ai settanta di quella che sta per iniziare, è stato fatale anche ad altri due assessori del governo uscente: il siracusano Bruno Marziano, che ha guidato la Formazione professionale nell’ultimo biennio, e Mariella Lo Bello, vicepresidente della Regione uscente. A Trapani l’esclusione eccellente è quella di Paolo Ruggirello a Sala d’Ercole da tre legislature, mentre ad Agrigento il più grande veterano dell’Ars Michele Cimino non è riuscito a conquistare un seggio per quella che sarebbe stata la sesta legislatura personale al parlamento siciliano. A Enna la vittima illustre porta il nome di Mario Alloro (Pd) battuto dall’assessore uscente Luisa Lantieri. A Messina invece, nonostante l’ottimo risultato personale, con un consenso di oltre 10 mila voti, resta fuori dall’Ars Beppe Picciolo: in quel collegio non è scattato il seggio per Sicilia Futura.
Nel centrodestra sono arrivate le bocciature delle urne per l’azzurro messinese Nino Germanà, i palermitani Totò Lentini, Roberto Clemente e Pietro Alongi, anche loro con una militanza di lungo corso tra gli scranni del Parlamento. Ad Agrigento il candidato dell’Udc ed ex europarlamentare Salvatore Iacolino è rimasto fuori da Sala d’Ercole battuto da Margherita La Rocca Ruvolo. Bocciato dalle urne anche Riccardo Pellegrino, catanese nelle liste di Forza Italia, tra i protagonisti della polemica in campagna elettorale sugli “impresentabili”.
