"Ho ucciso io il boss Calascibetta" | Confessione di un rapinatore-killer - Live Sicilia

“Ho ucciso io il boss Calascibetta” | Confessione di un rapinatore-killer

L'omicidio di Giuseppe Calascibetta

Svolta nelle indagini? Si cerca l'arma del delitto.

PALERMO - MAFIA
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2 min di lettura

PALERMO – Si è presentato in commissariato. E ha fatto una confessione choc. È stato lui ad ammazzare Giuseppe Calascibetta, capomafia di Santa Maria di Gesù assassinato il 20 settembre del 2011. Uno dei delitti irrisolti di Palermo.

Si tratta di un rapinatore che sarebbe stato assoldato da qualcuno. Un rapinatore divenuto killer e che ora sarebbe in fuga. Sta dicendo la verità? Gli agenti della squadra mobile guidati da Rodolfo Ruperti stanno cercando riscontri. A cominciare da una pistola che sarebbe stata gettata in un terreno non lontano dal luogo del delitto. L’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca e dai sostituti Maurizio Agnello e Caterina Malagoli.

Calascibetta fu freddato mentre rientrava a casa con la sua minicar, in via Belmonte Chiavelli. Dell’omicidio parlavano due arrestati per mafia, Mario Marchese e Vincenzo Adelfio. Tra i compiti di faccia di gomma, soprannome di Calascibetta, c’era quello di mantenere in carcere alcuni affiliati: “Perché li aveva da lui i picciuli”; “.. su livaru in miezzu i pieri” (se le sono tolto dai piedi”); “… ne ha combinato una appresso all’altra… si fotteva un po’ di soldi… tutti… ci hanno perso tempo…”.

Calascibetta avrebbe pagato con la vita la pessima gestione dei soldi del clan. Adelfio raccontava un altro episodio: “Trentamila euro… gliel’ho fatti dare io da questi di là… dalla pompa di benzina… diecimila euro là… li hanno persi… che se li sono fottuti lì sotto… e gli altri venti se li è fottuti tutti lui…”. L’ammanco di denaro era stato riferito a Giuseppe Greco, arrestato con l’accusa di essere il nuovo capomandamento. Non solo, nei mesi successivi Calascibetta aveva imposto il pizzo ad una serie di personaggi di Belmonte Chiavelli: “… u Bonaciedda e compagni… u…u Castidduzzu e compagni gli davano i soldi”. Si tratta, però, solo di ipotesi che ancora non sono mai sfociate in un’ordinanza di custodia cautelare. Ora spunta il rapinatore-killer che si autoaccusa, anche se la sua versione viene ancora considerata fumosa. Qualcuno si sarebbe servito di lui per allontanare le indagini dal mandante.


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