Malarazza e la Catania criminale |La periferia è protagonista - Live Sicilia

Malarazza e la Catania criminale |La periferia è protagonista

L'opera seconda del regista Giovanni Virgilio è destinata a far discutere.

CATANIA – Non è una Gomorra etnea e neanche una Suburra in salsa siculo-orientale. Malarazza è ben altra cosa. L’opera seconda del giovane regista catanese Giovanni Virgilio, presentata in anteprima ieri al cinema Odeon davanti a un pubblico assai numeroso, stupisce per umanità. Umanità declinata in tutte le sue sfumature, soprattutto le più oscure. Non un racconto sulla criminalità organizzata, ma un viaggio su quanto la smania di prevaricazione possa infangare l’animo umano rendendolo schiavo delle pulsioni più basse e artefice dei gesti peggiori, dei più infami. Malarazza, appunto. Che è un po’ come dire malacarne o malaerba. In questo, le sfumature offerte dalla lingua siciliana sono più pregnanti delle Treccani. In attesa di scoprire se la malaerba prima o poi morirà, sappiamo intanto che uccide. In questo Virglio è crudo, realistico, spietato. Muoiono le persone, i sogni, le speranze. Librino e la vecchia San Berillo sono il teatro perfetto per una lotta di liberazione che è dalla criminalità, dal pregiudizio e dalla bestialità. La protagonista, Stella Egitto, buca lo schermo e dà il volto ad un sofferenza che è di madre e di donna a tutto tondo. Anche Paolo Briguglia rimodula la femminilità andando oltre ai generi sessuali: nel film è un travestito che opera tra le vie di una Catania che c’è ancora – forse ci sarà sempre – e custodisce segreti inconfessabili. La partecipazione amichevole di Lucia Sardo, assieme alle musiche di Giuliano Fondacaro, fanno il resto. Insomma, quello di Malarazza è un mondo carico di ambiguità, di maschere e finzioni assassine. Di vere ci sono le lacrime. Anche quelle dei spettatori, perché diciamolo pure: la favola che Virgilio racconta è davvero amara. E fa male.


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