Tamajo, le liste e i 'galoppini' | Si indaga a Brancaccio e Ballarò - Live Sicilia

Tamajo, le liste e i ‘galoppini’ | Si indaga a Brancaccio e Ballarò

Nei quartieri popolari, secondo i pm Demontis e Furnari, vive chi ha raccolto i voti giocando sporco.

PALERMO – Parte da Brancaccio, ma si sposta a Ballarò l’inchiesta sulla corruzione elettorale che coinvolge il neo deputato Edy Tamajo.

A Brancaccio, infatti, vivono coloro che, secondo i pubblici ministeri Sergio Demontis e Fabiola Furnari, hanno raccolto il consenso elettorale giocando sporco. È per le stradine dello storico mercato palermitano che i galoppini avrebbero promesso soldi in cambio di voti.

A Ballarò le microspie avrebbero captato i segnali che stava operando un’associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale. Segnali che i pm palermitani ritengono talmente evidenti da non escludere di potere chiedere il giudizio immediato per gli indagati che al momento sono, oltre a Tamajo, Giuseppe Montesano, Cristian a Nicolina D’Alia. Nell’invito a comparire spedito all’onorevole si parla però di “numerosi altri soggetti”.

Tamajo, il più votato fra tutti i candidati in corsa a Palermo per un posto all’Ars ha saputo di essere finito sotto inchiesta all’indomani della notte dei festeggiamenti.

Alle 6 del mattino del 7 novembre scorso i finanzieri del Gruppo Palermo si erano già piazzati davanti al comitato elettorale di Partanna Mondello, roccaforte dei consensi di Tamajo. E hanno perquisito i locali. A poche ore dalla riconferma all’Ars il neo deputato ha dovuto consegnare il materiale elettorale. Nel comitato c’erano degli elenchi con una sfilza di nomi di persone da contattare e contattate durante la campagna elettorale in tutta la provincia di Palermo. Accanto ad alcuni nomi il numero voti che ciascuno ipotizzava di potere raccogliere. Fogli su cui erano stati annotati i nomi di amici, parenti e sostenitori dell’onorevole che, a giudicare dal successo ottenuto, gode di un largo consenso.

L’avvocato Giovanni Castronovo stoppa sul nascere ogni cattivo pensiero: “Nessuna lista irregolare e cifre riferibili a somme di denaro. Solo previsioni sul consenso e calcolo dei voti necessari per superare lo sbarramento con la lista. È stata una campagna elettorale rigorosa e trasparente”.

A conferma di ciò Tamajo ha consegnato spontaneamente ai finanzieri la sua agenda personale in cui annotava tutti gli appuntamenti elettorali e grazie alla quale si dice sicuro di potere ricostruire ogni suo spostamento, anche quelli nei giorni in cui i finanzieri hanno eseguito i “servizi di osservazione”.

Si chiamano così in gergo tecnico, altro non sono che pedinamenti e appostamenti. Quelli ritenuti cruciali dagli inquirenti iniziano il 26 ottobre per concludersi il giorno dello scrutinio.

 


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