La svolta antisistema di Ingroia |Ecco il grillismo da sottogoverno - Live Sicilia

La svolta antisistema di Ingroia |Ecco il grillismo da sottogoverno

Presentata a Roma "La Mossa del Cavallo". Contro i partiti.

Il nuovo movimento
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PALERMO – Mentre i giudici di Caltanissetta si preparavano a emettere la sentenza di condanna per calunnia a Massimo Ciancimino, il “suo” teste quasi icona dell’antimafia, Antonio Ingroia a Roma presentava la sua ultima creatura politica. Che non è certo passata inosservata. Si chiama “La mossa del cavallo” e, ci ha subito tenuto a precisare l’ex pm palermitano, non è e non sarà mai un partito politico. E allora cosa? “Noi proponiamo un’alleanza ai cittadini contro i partiti. Riteniamo che i partiti siano i principali responsabili del disastro in cui ci troviamo”, ha spiegato a Montecitorio Ingroia, accanto al suo nuovo compagno di viaggio Giulietto Chiesa.

Insomma, dopo Rivoluzione civile, dopo Azione civile, dopo il crocettismo e il sottogoverno alla Regione, l’ex magistrato profeta della Trattativa torna alla carica con un nuovo progetto. Che strizza l’occhio all’antipolitica contro il Palazzo. Quello stesso Palazzo da cui Ingroia ha ricevuto a Palermo incarichi nell’era di Rosario Crocetta, incluso quello ai vertici di Sicilia e-Servizi, che l’ex pm spera di mantenere anche con Nello Musumeci a Palazzo d’Orleans.

Dentro ma anche fuori dal Palazzo, insomma. E dentro ma fuori la politica, come ha spiegato Ingroia in conferenza stampa: “Non sono nelle vesti del movimento azione civile che presiedo”. E allora? “Qua c’è Antonio Ingroia, già magistrato che lotta contro la mafia e contro le ingiustizie”. Ex magistrato ma anche magistrato per sempre. È un po’ l’essenza dell’Ingroia politico, quella della doppia maglia. Dell’apparente (?) dicotomia. Ancora un passaggio dalla conferenza stampa di oggi: “Vogliamo essere da un lato conservatori perché vogliamo conservare la Costituzione, dall’altro rivoluzionari perché vogliamo attuarla”.

Rivoluzionario, proprio come ai tempi della discesa in campo post Guatemala da aspirante premier. Ma allora con un cartello di sinistra. Oggi la musica è cambiata: “Noi tanto meno siamo un partito della sinistra. La parola sinistra oggi non significa più nulla. Noi guardiamo ai cittadini”, spiega Ingroia, prima di citare alcuni degli aderenti al progetto, da Vauro a Davide Riondino. “Abbiamo il diritto e il dovere di dire la nostra ribellandoci contro un sistema che straccia la Costituzione”, attacca l’ex pm, prendendosela contro la politica “che ci ha venduto alle lobby europee”, prima che Giulietto Chiesa prendendo la parola denunci “un colpo di Stato in atto” riferendosi alla nuova legge elettorale.

Insomma, il “cavallo” di Ingroia e Chiesa galoppa deciso su una pista antisistema. Anzi, vagamente grillina. E chissà che lo sperato punto d’approdo non sia appunto un apparentamento con i 5 Stelle senza passare dalla Casaleggio. Forse un po’ atipico per un grand commis del sottogoverno regionale, ma tant’è. È da quelle parti che punta al momento il pendolo dell’ambizione. Sulla quale il pm si concede una battuta (almeno tale sembra) in un’intervista a Repubblica, che gli chiede chi glielo faccia fare dopo la brutta esperienza di Rivoluzione Civile: “Non voglio essere considerato superbo ma le rispondo con un aneddoto. Abramo Lincoln ci provò venti volte prima di diventare presidente. Io sono appena alla seconda”.

 

 


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