"Propose l'eutanasia per i randagi" | Bufera sul presidente dei veterinari - Live Sicilia

“Propose l’eutanasia per i randagi” | Bufera sul presidente dei veterinari

Foto d'archivio

Gli animalisti contro l'elezione all'Ordine di Luigi Zumbo che replica: "Risponderanno in tribunale"

PALERMO – Dopo le infinite polemiche sulla gestione del canile municipale, una nuova questione fa scattare le associazioni animaliste palermitane: si tratta dell’elezione, avvenuta lo scorso fine settimana, del nuovo presidente provinciale dell’ordine dei veterinari di Palermo. Gli animalisti chiedono la testa del neo eletto Luigi Zumbo, 41 anni, veterinario part-time presso l’Asp di Enna e libero professionista specializzato in dermatologia veterinaria. Zumbo è balzato alle cronache cittadine e nazionali per un incidente avvenuto nel gennaio del 2015: mentre faceva jogging nel parco della Favorita fu aggredito da tre cani randagi. Uno dei tre ferì alla gamba il veterinario che per liberarsi dalla morsa ha scalciato il cane. Ma non è stato il calcio dato due anni fa ad un randagio a provocare oggi la rabbia degli attivisti, ma il fatto che Zumbo dopo l’accaduto scrisse un post su Facebook molto duro, descrivendo in maniera forte il suo stato d’animo e lanciando accuse precise nei confronti dell’Amministrazione comunale. “Prego che accada quello che è successo a me alla polizia municipale ed agli animalisti – scriveva il medico sul social network dopo l’aggressione – Ho solo un’opzione per questi cani… cattura ed eutanasia..”. Lo sfogo costò al medico migliaia di commenti al vetriolo sul web, articoli sulla stampa locale e nazionale e un provvedimento disciplinare da parte dell’ordine di Palermo.

Oggi Zumbo è tornato alla ribalta suo malgrado, la sua elezione ha risvegliato il popolo animalista, a partire dall’attivista con migliaia di like su Facebook Enrico Rizzi che, sapendo della candidatura del veterinario palermitano non solo ha immediatamente scritto un’e-mail di protesta a Salvatore Giglione, il dirigente generale delle Attività sanitarie della Regione, ma ha anche pubblicato un video sulla sua pagina personale. Una diretta Facebook che ha raggiunto quasi 63 mila visualizzazioni e più di mille commenti. Commenti non certo rassicuranti, molti si scagliano (anche in termini violenti) contro Zumbo. Ma non è solo Rizzi a sollevarsi contro l’elezione del veterinario, è un unico coro quello degli animalisti palermitani che non hanno accettato la nomina e sommergono le redazioni dei giornali di mail di protesta.

All’assalto mediatico Zumbo risponde con fermezza: “Non commento le minacce violente perché si commentano da sole. Posso però dire che alle inesattezze sulla vicenda, Rizzi e altri animalisti risponderanno in tribunale”. Zumbo si difende e tiene a precisare che “non ho mai massacrato nessun cane, neanche quello che mi ha aggredito due anni fa. Ho solo dato un calcio per liberarmi. Inoltre – spiega il veterinario – contro il provvedimento disciplinare dell’Ordine di Palermo allora feci ricorso alla commissione apposita presso il Ministero della Salute e lo vinsi. Quindi contro di me non c’è nessun tipo di precedente penale o disciplinare”. E sul post della discordia: “Mi sono scusato allora per i toni e i contenuti utilizzati e continuo a farlo anche adesso – sottolinea il nuovo presidente dell’Ordine -; ho scritto certamente un post poco felice. Ma questo caos mediatico è frutto anche di una cattiva informazione, la gente giudica troppo spesso senza conoscere realmente i fatti”. Proprio per questo oggi il giovane veterinario ha chiuso il suo profilo sul noto social network, “è uno strumento senza controllo, un gioco al massacro al quale non voglio partecipare”.

E sulla gestione del randagismo a Palermo oggi come la pensa il nuovo presidente dell’Ordine? “Apriremo quanto prima un dialogo con il Comune – dice Zumbo – il problema è tutto fuorché risolto. Vanno pensate campagne efficaci di sterilizzazione e di comunicazione. Ma il problema vero che è oggi a Palermo mancano strutture adeguate per gli interventi e per il ricovero. Proprio per questo credo che al momento l’unica strada concreta da percorrere sia quella delle convenzioni con i veterinari privati, nell’attesa che finiscano i lavori in via Tiro a segno e che si possa trovare un luogo adatto per l’apertura di un canile rifugio”. 

E proprio per quanto riguarda la gestione del canile comunale e dei randagi che sono in stallo nell’unica struttura rimasta, ovvero l’ex mattatoio, e quelli in stallo presso enti privati, è di oggi la notizia che il bando da circa 380 mila euro lanciato il mese scorso dal Comune di Palermo per la presa in carico dei circa seicento cani è stato assegnato all’associazione “Pets boarding house” di Caserta. L’ente campano in realtà è stato l’unico partecipante alla gara proponendo un ribasso quasi del 15 per cento. L’amministrazione comunale spende ogni anno circa 700mila euro per la gestione dei cani randagi, “Con questo bando non solo sarà possibile determinare un risparmio per le casse pubbliche – diceva il mese scorso Gabriele Marchese, responsabile dell’area dell’Innovazione Tecnologica, Comunicazione, Sport e Ambiente – incentivare le adozioni e quindi trovare una soluzione definitiva per questi cani”. Anche in questo caso amministrazione e associazioni animaliste si sono trovate su fronti opposti e inconciliabili: “Questo bando è sintomo di una mercificazione degli animali alla quale ci opponiamo – dicevano e continuano a dire oggi le principali associazioni animaliste cittadine – Non ci sarà nessun controllo su questi cani affidati”.


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