Crisi Pubbliservizi, Drago: "Trasformarla in azienda consortile" - Live Sicilia

Crisi Pubbliservizi, Drago: “Trasformarla in azienda consortile”

Il sindaco di Aci Castello scrive a Cocina.

Città Metropolitana
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 CATANIA – “La drammatica situazione dei 379 lavoratori della Pubbliservizi S.p.A. non può lasciare indifferenti i sindaci della Città Metropolitana di Catania. Alla responsabilità morale si affianca la responsabilità politica”, scrive il sindaco di Acicastello, il salviniano Filippo Dreago. “Proprio stamattina ho scritto una lettera all’ing.Cocina per fargli sentire la vicinanza dei sindaci in questo momento di difficoltà. La Pubbliservizi è una partecipata della Città Metropolitana di Catania ma è una risorsa per tutti i comuni, in quanto i servizi che eroga sono fondamentali per tutti, dalle scuole alle strade, al verde. Tutti i comuni hanno strade e verde di competenza provinciale e poi c’è l’Etna e l’importantissimo servizio idrogeologico. Pertanto, la Pubbliservizi è patrimonio di tutti ed è obbligo di tutti i soggetti istituzionali occuparsi delle problematiche”.

E ancora: “Per questo, vorrei dare il mio contributo all’ ing.Cocina, in termini di una soluzione o meglio una prospettiva possibile: la Pubbliservizi svolge i servizi a supporto delle nostre citta’: strade, verde scuole. I lavoratori Pubbliservizi lavorano anche per noi. Per questo ho scritto una lettera all’ing.Cocina per fargli sentire la vicinanza dei sindaci in questo momento di difficoltà. Vorrei, dunque, dare il mio contributo all’ing.Cocina, in termini di una soluzione o meglio una prospettiva possibile: la trasformazione in azienda speciale consortile o società consortile. In entrambe le soluzioni, oltre al vantaggio fiscale, i comuni attraverso lo scopo mutualistico potrebbero conferire nuovi servizi”.

“In altre parole – aggiunge – attraverso la Pubbliservizi trasformata in chiave consortile, i comuni e l’Ente città metropolitana potrebbero operare nell’ambito di una dimensione minima ottimale e questa e’ anche la soluzione più semplice. E poi l’invito ad una grande e forte cabina di regia, che non può essere lasciata soltanto ai sindaci o al Commissario ma organizzata al livello più alto, la Regione, per vedere se esiste lo spazio per l’accorpamento (come peraltro prevede la legge) delle partecipate, per eliminare inutili o eccessivi costi di gestione, come Consigli di Amministrazione e altri costi, che possono essere da una lato una risposta ai cittadini in termini di efficienza ed economicità, dall’altro una risposta ai dipendenti per mantenere i posti occupazionali. Le società partecipate da razionalizzare sono tante, ma l’obiettivo deve essere unico: salvare i lavoratori e le loro famiglie”.


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