Pubbliservizi, sciopero e corteo |"Balletto indegno della politica" - Live Sicilia

Pubbliservizi, sciopero e corteo |”Balletto indegno della politica”

Vertice in Prefettura.

azienda sull'orlo del fallimento
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CATANIA – “Una situazione che si trascina da anni e, alla quale, la politica deve dare una soluzione”. Queste le parole di Silvio Ontario, presidente della Pubbliservizi, società partecipata alla città Metropolitana, durante il corteo di protesta dei lavoratori dell’azienda. “Non siamo un carrozzone – continua Ontario – noi svolgiamo lavori di pubblica utilità e in tutti i comuni della città Metropolitana: la manutenzione nelle scuole, la manutenzione nelle strade, il servizio h24 per l’emergenza durante il maltempo. Anche i sindaci, tutti, della cintura etnea hanno bisogno di Pubbliservizi e bisogna fare qualcosa immediatamente per salvare i circa 400 lavoratori e garantire i servizi essenziali destinati ai paesi dell’ex Provincia”.

Il corteo di stamattina è partito dalle Ciminiere e si è snodato lungo il corso Italia immettendosi in via Etnea per aspettare davanti alla sede della Prefettura un incontro e una risposta.

Presenti tutti i vertici sindacali e diversi sindaci della provincia.

“Io lavoro all’interno dell’ufficio tecnico – racconta Emanuela D’Arrigo – per noi, lavoratori, la situazione non è per nulla chiara, ci hanno preso in giro. Già da due mesi siamo senza stipendio e con grosse difficoltà per chi, come me, deve portare avanti una famiglia e il corteo di oggi serve per alzare l’attenzione nei nostri confronti anche se la Regione non ha, in questo momento, nessun modo per intervenire e presentare i libri in tribunale, qualche giorno fa, ci è sembrata, a tutti noi che lavoriamo in Pubbliservizi, solo una mossa politica”.

“La società rischia il fallimento – dichiara Rita Ponzo della CISL – nessun Tribunale accorderebbe il concordato preventivo senza la firma di un contratto e la Provincia deve darsi una mossa, subito.

Non si può più perdere tempo e giocare con i bilanci e sulla pelle dei lavoratori”. “Certo quello che è successo in questi ultimi mesi in Pubbliservizi è emblematico di una situazione che non poteva più andare avanti – racconta Josè D’Amico lavoratore della Pubbliservizi nell’area museale delle Ciminiere e rappresentante sindacale – nemmeno i nostri interlocutori sanno esattamente il percorso per salvare la società, un giorno dicono una cosa, il giorno dopo un’altra e nel mezzo noi, i lavoratori”.

“Noi siamo seriamente preoccupati e già a Febbraio avevamo denunciato l’incompetenza di chi stava amministrando la società – parla così, senza mezzi termini, Giovanni Musumeci segretario dell’UGL – oggi siamo arrivati al punto, sembrerebbe, di non ritorno, ma come si farà a mandare a casa 400 lavoratori? Se si continua così non si riuscirà a garantire i servizi essenziali nella Provincia etnea così come non va tralasciato il problema dei servizi da garantire per l’accesso in alta quota sull’Etna espletato da Pubbliservizi”.

Il corteo si è fermato sotto Palazzo Minriti chiedendo a gran voce un incontro con i vertici della Prefettura.

“Lo Stato ha allentato le difese dei lavoratori e le Prefetture risentono di questo – dichiara Giacomo Rota segretario della CGIL – la situazione della partecipata alla città Metropolitana ci ha lasciato stupefatti, un balletto indegno sulle responsabilità, questi 75 giorni devono servire al salvataggio della Pubbliservizi, ma soprattutto a quello dei posti di lavoro”.

L’incontro in Prefettura tra i sindaci dei paesi della città Metropolitana, i vertici sindacali e i vertici Prefittizi si è svolto con l’assenza del Prefetto, fuori sede, Silvana Riccio.

“Aspettiamo una risposta dalla Città Metropolitana, ma senza l’aiuto della Regione l’ente non potrà intervenire e bisognerebbe applicare, ora, un contratto degno – continua Silvio Ontario – invece, firmando il contratto retroattivo che mi era stato sottoposto, avrei creato molti più danni ai lavoratori e alla società con 1.500.000 di euro in debito nel giro di tre mesi, ricordando che la Pubbliservizi ha già un passivo di 8.000.000 di euro”.


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