L'orrore degli abusi di Don Pio |“Minorenne ha tentato il suicidio” - Live Sicilia

L’orrore degli abusi di Don Pio |“Minorenne ha tentato il suicidio”

Una storia atroce, soffocata da complicità nella parrocchia del Villaggio Sant'Agata.

SCANDALO NELLA CHIESA
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CATANIA – Ha tentato il suicidio dopo le violenze sessuali subite da Don Pio Guidolin. È un giovane catanese, minorenne, che frequentava la parrocchia del Villaggio Sant’Agata, un adolescente vittima dei riti di “purificazione” a base di olio “santo” e abusi. Un adolescente vittima non solo nel sacerdote, finito agli arresti dopo la condanna in sede ecclesiale, ma di un contesto pericoloso che lo stava distruggendo. Un contesto fatto di omertà e possibili complicità con il sacerdote accusato di abusi sessuali e pedofilia, tanto che uno dei genitori delle vittime è stato deferito all’autorità giudiziaria per il reato di favoreggiamento personale: subito dopo che il figlio aveva reso sommarie informazioni all’Autorità Giudiziaria avrebbe contattato Don Pio per avvertirlo delle indagini a suo carico.

C’è il rischio che una sorta di cupola avrebbe coperto il sacerdote che, secondo quanto documentato dalle indagini dei carabinieri, sotto il coordinamento del Pm Marisa Scavo, il sacerdote, sfruttando il suo ruolo carismatico e la sua funzione religiosa, avrebbe approfittato della condizione di particolare fragilità di diversi ragazzini (minori di 14 anni), provati da vicende personali che li avevano turbati, e li avrebbe costretti a subire e compiere atti sessuali, cospargendoli addirittura con l’olio santo (prelevato dai locali della Chiesa), ammantando i suoi gesti di una valenza spirituale e proponendoli ai minori quali “atti purificatori”, in grado di lenire le loro sofferenze interiori.

Uno dei minori all’improvviso prova a ribellarsi, a quel punto scatta la resistenza da parte degli altri fedeli, che lo isolano e accusano di calunnia.

Nel corso delle indagini, inoltre, è emerso come il sacerdote, al fine di esercitare pressione psicologica nei confronti dei genitori dei minori abusati (determinati a denunciare i fatti), abbia altresì millantato la possibilità di far intervenire esponenti della criminalità organizzata etnea al fine di indurli a desistere. Il Villaggio Sant’Agata è noto essere roccaforte del clan Santapaola.


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