"Non l'ho visto, ma punitemi" | Uccide un ciclista, chiede perdono - Live Sicilia

“Non l’ho visto, ma punitemi” | Uccide un ciclista, chiede perdono

Il Palazzo di giustizia di Palermo

Convalidato l'arresto dell'uomo che ha travolto Giuseppe Schiera, scappando senza prestare soccorso.

PALERMO – Chiede perdono. Ammette di essere scappato dopo l’incidente. Dice di meritare una punizione. Alla fine dell’udienza di convalida del suo arresto c’è l’abbraccio con i parenti di Giuseppe Schiera, il ciclista travolto e ucciso. “Hai distrutto due famiglie, la mia e la tua”, dice i familiari della vittima.

Sulla responsabilità di Giuseppe Li Castri, 27 anni, agli arresti domiciliari da alcuni giorni, sia l’indagato che il suo legale, l’avvocato Tommaso De Lisi, sollevano parecchie perplessità. Non è facile scindere la vicenda umana da quella penale, quando di mezzo c’è la morte di un uomo.

Schiera, maresciallo in pensione di 60 anni, è deceduto la vigilia di Natale al Trauma Center dell’ospedale Villa Sofia. L’impatto è avvenuto in via Luigi Sarullo, non lontano dal deposito Amat di via Roccazzo. Ad investirlo mentre era a bordo della sua bicicletta è stato Li Castri al volante di una Nissan Micra. È fuggito senza prestare soccorso. Lo hanno rintracciato poco dopo in un bar dove stava bevendo una birra. Al giudice per le indagini preliminari Nicola Aiello ha detto di essere piombato in uno stato confusionale. Ha reagito scappando e oggi si pente di ciò che ha fatto, a tal punto da chiedere di essere lasciato ai domiciliari: “Ho avuto paura, sono scappato, non sono una persona cattiva, non mi sono accorto della bicicletta e l’ho preso in pieno”.

Sostiene che Schiera provenisse da una strada con obbligo di dare precedenza. Ed invece c’è un testimone che racconta di avere assistito a un tamponamento.  L’accusa di omicidio stradale, contestata dal pubblico ministero Giacomo Brandini, è aggravata dal fatto di essersi dato alla fuga. Il Gip parla di “assoluta mancanza di senso civico dell’indagato”.

Resta ai domiciliari perché potrebbe inquinare le prove. Ad esempio condizionando le testimonianze già rese da un fruttivendolo e dal titolare del bar dove è stato rintracciato dai carabinieri. Quest’ultimo ha descritto “un giovane molto agitato che mi riferiva che aveva poco prima investito un ciclista. La cosa è grave perché mi riferiva di non essersi fermato a soccorrerlo”. Nel frattempo si attendono i risultati dell’alcol test e degli esami tossicologici. Li Castri ha detto di avere bevuto un bicchiere di prosecco poco prima dell’incidente per brindare al Natale.


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