Super Camera, è caos |Torna il rischio scioglimento - Live Sicilia

Super Camera, è caos |Torna il rischio scioglimento

E sul caso interviene anche il presidente della Regione Nello Musumeci.

dopo la sentenza della Consulta
di
3 min di lettura

CATANIA – “Il governo della Regione si sta occupando, con il governo nazionale, della organizzazione e dell’assetto definitivo delle Camere di Commercio. Se ci viene offerta l’opportunità, pensiamo di proporre e scorporare le Camere di Siracusa e Ragusa e restituire alla Camera di Commercio di Catania la propria entità”. Le parole del neo governatore della Sicilia, Nello Musumeci non lasciano dubbi e camminano di pari passo con la proposta che è stata presentata alla Conferenza Stato Regioni del 21 dicembre scorso e poi rinviata al primo giovedì successivo all’Epifania.

Al momento “è oggetto di confronto con il nazionale e siamo ancora nel campo delle ipotesi – precisa Musumeci -. Il sistema camerale in Sicilia va comunque riformato per ridare serenità ai dipendenti e, se mi si consente, soprattutto alle imprese. Perché le Camere debbono tornare alla loro funzione originaria – parola che il neo presidente scandisce e sottolinea – che è quella di supportare e sostenere le imprese”.

Gli ultimi giorni dell’anno riportano in auge un refrain che per alcuni mesi sembrava essere stato smontato dal decreto ministeriale, pubblicato lo scorso agosto, che sanciva e istituiva la nascita della Super Camera del Sud Est. E invece, nonostante l’insediamento del consiglio e l’elezione del presidente, tutto potrebbe tornare nel mondo delle ipotesi.

Se questo succederà in tempi brevi ancora non si sa, ma che qualcosa si stia muovendo, dubbi non ce ne sono. E anche la sentenza 261/17 della Corte Costituzionale ci ha messo il suo zampino. Certo riguarda la legittimità della Legge Madia anzi del decreto legislativo n. 219 del 25.11.2016 che è, senza dubbio, successivo all’unità di intenti di volersi accorpare espressa, per iscritto, dalle tre Camere (Catania, Siracusa e Ragusa) nel febbraio del 2015. Ma anche la sentenza della Consulta rappresenta un piccolo tassello da aggiungere al puzzle che si sta componendo in questi giorni.

Vero è che la sentenza della Consulta riguarda i giudizi di legittimità promossi dalle Regioni Puglia, Toscana, Liguria e Lombardia e non anche la Sicilia. Ma non è difficile immaginare e prevedere che una volta aperto un taglio, non sarà così difficile immettersi nello stesso filone.

Nel frattempo ecco cosa sta succedendo nella Super Camera del Sud Est. La prima convocazione del Consiglio del 20 novembre, quella in cui si sarebbe dovuto approvare lo Statuto, ha avuto più emendamenti che polemiche e l’importante atto, lo Statuto quindi, non è neanche andato al voto. Poi è stato concesso un nuovo termine per la presentazione degli emendamenti e la data era il 27 novembre. Data che non è stata rispettata da tutti, visto che nuove proposte, anche a firma del vice presidente vicario Salvatore Politino, sono arrivate anche nei primi giorni di dicembre.

La seconda convocazione del Consiglio Camerale era stata convocata per il 20 dicembre. All’ordine del giorno, tra gli altri, lo Statuto e i bilanci. Convocazione che ha da venire visto che è stata “sconvocata” il pomeriggio precedente “in considerazione dell’impossibilità a partecipare manifestata da parte di diversi consiglieri”. Un rinvio sine die però. E se da un lato qualcuno sussurra che il prossimo Consiglio verrà fissato per lunedì 15 gennaio, qualcun altro si chiede se questi bilanci siano davvero pronti visto che non erano stati allegati con la convocazione e nemmeno sono stati forniti successivamente su specifica richiesta.

Concludiamo con un aspetto tecnico che riguarda proprio la sopravvivenza delle Camere, soprattutto quelle siciliane, e il tributo contributivo che viene versato dalle aziende. In Commissione Bilancio nazionale sono stati presentati una serie di interventi per attuare il piano di risanamento per gli enti in pre-dissesto e anche un intervento normativo dove è stato concesso di incrementare, l’importo del tributo annuale che le imprese pagano alle Camere di Commercio. Incremento del 50% del valore attuale. Quindi il 75% ante 2014, visto che negli ultimi tre anni il tributo è stato progressivamente ridotto fino a raggiungere, nel 2017, la quota del 50%. Una possibilità che non viene concessa tout court, ma solo alle Camere che, motivando con uno scopo ben preciso, ne fanno richiesta e previa autorizzazione del Ministero. Possibilità operativa con l’approvazione della Finanziaria.

 


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI