I conti che non tornano | Dove sta la verità? - Live Sicilia

I conti che non tornano | Dove sta la verità?

"Baccei e Armao si siedano insieme con le carte in mano e tirino delle conclusioni comuni".

SEMAFORO RUSSO
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3 min di lettura

Complessivamente apprezzabili e sincere, per i toni e i contenuti, le dichiarazioni programmatiche rese all’Ars dal presidente della Regione Nello Musumeci. Ci torneremo a tempo debito. Intanto, però, c’è un però grande quanto una casa, e non è un gioco di parole, per chiudere credibilmente il cerchio della fase delle buone intenzioni. Quando in una famiglia o impresa i conti non tornano ci si ferma per cercare di venirne a capo. Senza chiarezza su quanto denaro entra e si spende, sui debiti da pagare e i crediti da riscuotere, sui tagli da effettuare e le somme da destinare al cambio della vecchia cucina o all’acquisto di nuovi macchinari non si va da nessuna parte, o meglio, si va a sbattere.

Se tali banali considerazioni valgono nel privato a maggior ragione devono valere nel pubblico dove, particolare rilevante, si amministrano i soldi della comunità. I siciliani, a proposito di finanze, nel giro di poche ore sono stati messi dinanzi a due posizioni diametralmente opposte. Da un lato il governatore Musumeci e l’assessore al Bilancio Gaetano Armao hanno disegnato un quadro della situazione a tinte estremamente fosche, chiamandola “operazione verità”, dall’altro l’ex guardiano delle casse regionali del governo Crocetta, Alessandro Baccei, racconta in maniera circostanziata una storia decisamente più tranquillizzante con punte, addirittura, di polemico sarcasmo. Armao ha parlato di un documento di economia e finanza (Def) e di una bozza di “finanziaria” trovati sul suo tavolo “incompleti e lacunosi”; Musumeci di una situazione talmente preoccupante da “pesare sull’attività di governo per almeno i prossimi tre anni”, roba da rabbrividire e che potrebbe cozzare con le dichiarazioni programmatiche di cui sopra. Per inciso, fosse totalmente vera la cupa prospettiva adombrata dal neo inquilino di Palazzo d’Orleans qualcuno potrebbe chiedersi dov’erano, nel frattempo, gli organi preposti al controllo dei bilanci e delle leggi economico-finanziarie della Regione Siciliana. Organi che giustamente, cominciando dalla Corte dei conti per finire con il governo nazionale, magari vorranno dare la loro versione delle cose. Un minuto dopo ecco l’intervento quasi serafico di Baccei che replica testardamente punto per punto (leggi Livesicilia: “Baccei e il caos dei conti: “diffuse notizie incomplete”).

Ora, ai giovani in fuga dalla Sicilia, alle famiglie che stentano ad arrivare a fine mese, agli imprenditori alle prese con le mortali lungaggini burocratiche, ai siciliani insomma che attendono risposte sui rifiuti, sulla sanità, sui trasporti, sulla formazione, sulle riforma della pubblica amministrazione e su mille altre emergenze, interessa poco dare ragione o torto per motivi di bandiera. Ciò che importa al comune cittadino è capire dove sta la verità, o qualcosa di simile alla verità, e che vuol dire in soldoni, è proprio il caso di dirlo, la frase: “la situazione finanziaria che abbiamo trovato peserà sull’attività di governo almeno per i prossimi tre anni”, pronunciata non da un passante qualunque ma dal presidente della Regione appena eletto. Allora, per evitare di lanciarsi in fragili promesse e di ridurre la discussione alla solita e inutile caciara pre-elettoralistica, sarebbe doveroso, così mostrando i protagonisti un alto senso delle istituzioni al di là delle appartenenze, che Baccei e Armao si siedano insieme con le carte in mano e tirino delle conclusioni comuni (per carità, meramente tecnico-contabili) da offrire alla collettività. Del resto, i numeri non sono un’opinione (tanto meno politica). O no?


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