Miccichè: "Stipendi dell'Ars? | Ora basta, così rischio la vita..." - Live Sicilia

Miccichè: “Stipendi dell’Ars? | Ora basta, così rischio la vita…”

"Duello" in tv tra il presidente dell'Ars e il conduttore di La7 Giletti.

PALERMO – Il tetto agli stipendi dell’Assemblea regionale siciliana? Per il presidente Gianfranco Micciché è ormai una questione di vita o di morte. “Ogni volta che dicono, in Tv o i signor Figuccia, che sono io a non voler tagliare gli stipendi io rischio la vita, perché per strada ci sono persone che mi aspettano, mamme che non hanno nemmeno una busta di latte per i figli”.

L’occasione per tornare a parlare di tetto agli stipendi è la trasmissione di La7 “L’aria che tira” dove la conduttrice Myrta Merlino e il conduttore di “Non è l’arena”, Massimo Giletti, “sfidano” Miccichè a spiegare qual è la verità sulla questione. Il presidente dell’Ars, infatti, aveva accusato la rete di aver “detto solo falsità”. “Non ho mai detto di non voler tagliare gli stipendi”, dice Micciché in apertura di trasmissione, salvo essere smentito poco dopo da un audio mandato in onda dalla trasmissione in cui, durante il primo discorso da presidente dell’Ars, affermava: “Nessuno mi chieda ancora di tagliare gli stipendi perché dobbiamo risparmiare”.

“Io sono qui per fare funzionare l’Assemblea non sono qui per fare tagli, questo era il senso delle mie parole. Sapevo che c’era questa scadenza del 31 dicembre – prosegue Micciché – e ci stiamo lavorando, mi sono addirittura fatto fare una relazione informale dagli uffici prima della mia elezione. Questo scempio, perché nessuno nega che si tratta di una vergogna, va corretto; per me è già uno scandalo che lo stipendio dei commessi arrivi a 240 mila euro. Ma cosa volete che faccia? Che spari a quei dipendenti che sono qui da decenni e che prendono questi stipendi?”. “Dieci anni fa – aggiunge il presidente dell’Ars, che aveva già guidato il Parlamento regionale dal  2006 al 2008 – si sono svolti dei concorsi e quelli che entrarono allora oggi guadagnano 1300 euro al mese. Per il resto, non posso prendere un kalashnikov e sparare a chi guadagna di più. Possiamo fare ben poco se una legge nazionale non ci supporta”.

A questa affermazione, esplode l’ironia di Giletti che contesta al presidente dell’Ars il fatto di trovarsi in una Regione a Statuto speciale che può, quindi decidere autonomamente. “Se c’è la volontà di farlo, ovviamente – precisa. – Altrimenti, temo che sarà la Corte dei Conti a commissariare la Sicilia perché questo Paese non può più permettersi un Palazzo che costa 164 milioni all’anno. Soprattutto in una Regione che ha già più di otto miliardi di debiti”. Micciché, infatti, alla fine è costretto ad ammettere: “La situazione siciliana è quella che raccontate e quello che possiamo fare è cercare, con difficoltà di migliorare le cose. I dipendenti erano ventimila, ora sono 14 mila e si ridurranno ancora fino a 11 mila. Io vorrei che noi raccontassimo un film non una fotografia”.

Di battibecco in battibecco, tra i toni alti e il sarcasmo, la trasmissione si conclude con Myrta Merlino che interrompe l’acceso dibattito tra Giletti e Micciché. Giletti prova a invitare nuovamente il presidente dell’Ars alla sua trasmissione, così da poter continuare a discutere. “Non vengo manco morto”, ha affermato Micciché. Precisando, poi, che era una battuta.


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