Asili nido, scoppia ancora il caso |"Stanno producendo disavanzo" - Live Sicilia

Asili nido, scoppia ancora il caso |”Stanno producendo disavanzo”

Sarebbero molte le strutture comunali aperte nel pomeriggio, con uno o due bambini. "Questo pesa sul bilancio" - tuona il consigliere. Al quale risponde l'assessore Parisi.

la denuncia di Anastasi
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CATANIA – Esplode di nuovo il caso asili nido in Consiglio comunale. A sollevarlo è il consigliere di grande Catania Seby Anastasi, che ha evidenziato come il sistema studiato dall’amministrazione Bianco, in realtà, sia produttore di disavanzo. Un aspetto, quello della mancata sostenibilità del Piano che Anastasia aveva già denunciato in sede consiliare e che adesso torna prepotente.

“Gli asili nido stanno producendo disavanzo – denuncia il consigliere. Con la commissione servizi sociali abbiamo fatto numerose ispezioni e sopralluoghi in precise strutture e siamo riusciti a calcolare come, nel pomeriggio molti asili siano vuoti o con al massimo uno o due bambini”. Uno spreco, secondo il consigliere, dal momento che stando al regolamento consiliare, ogni 8 bambini è necessaria la presenza di un educatrice. “Alcune strutture – tuona ancora Anastasi – come quella in via Tarcisio, in via del Nespolo o quella del Villaggio  Sant’Agata hanno solo uno due bambini, e questo comporta lo stesso la presenza di un educatrice che viene pagata dal Comune, con costi che ricadono sul bilancio. In via Carlo Forlanini, ad esempio – aggiunge – sono appena due i bambini che frequentano l’asilo nel pomeriggio”.

Un aspetto che creerebbe non solo danno erariale, ma che metterebbe in condizioni di pericolo le stesse educatrici, sole all’interno delle strutture comunali. Una situazione che,secondo il consigliere, dovrebbe essere immediatamente affrontata dall’assessorato ai servizi sociali retto da Fortunato Paris, soprattutto per limitare le perdite economiche dovute anche ai costi idi luce e riscaldamento.

“Anche l’importante scelta presa dal consesso civico – prosegue il conisigliere – di diminuire le rette per le fasce deboli, ha peggiorato la situazione perché molti genitori appartenenti alle fasce alte, preferiscono mandare i figli nelle strutture private, magari più vicine e meno costose, lasciando di fatto vuoti gli asili comunali il cui costo, in quanto servizio a domanda individuale, deve essere coperto il 36% dalle rette. In questo momento – tuona – non si arriva al 20%”.

A replicare ad Anastasi è lo stesso assessore al Welfare, Fortunato Parisi che spiega come l’amministrazione stia semplicemente attendendo di capire quanti iscritti ci saranno per poi decidere il destino degli asili nido. “Abbiamo tentato di tenere gli asili aperti anche di pomeriggio – afferma Parisi – e non abbiamo voluto chiudere fino a quando non avremo contezza del numero degli iscritti. Non appena le iscrizioni verranno chiuse – continua – verificheremo i numeri e, a quel punto, stabiliremo se sarà il caso di chiudere alcune strutture o di accorpare altre”. Un tentativo già battuto in passato ma che aveva trovato contrari i genitori per via della distanza di alcuni asili. “Trattandosi di un servizio importante e territoriale – precisa Parisi – chiudere diventa difficile e anche accorpare. Stiamo studiando come procedere – conclude – ma dovremmo attendere di capire che numeri abbiamo”.


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