"In Sicilia faremo il 10 per cento |Solo il centrodestra può vincere" - Live Sicilia

“In Sicilia faremo il 10 per cento |Solo il centrodestra può vincere”

Intervista a Saverio Romano. "Senza vincitori può nascere una maggioranza programmatica".

L'intervista
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4 min di lettura

PALERMO – L’appuntamento per presentare i candidati è per domani mattina a Palermo al cinema Politeama. Lì la lista Noi con l’Italia-Udc lancerà la sua corsa verso il 4 marzo. Obiettivo: superare il 3 per cento nazionale e mandare in Parlamento un plotoncino centrista. Per i sondaggi la “quarta gamba” del centrodestra è ancora sotto la soglia, ma ci si avvicinerebbe, più di altri “piccoli”. Saverio Romano, vicepresidente di Noi con l’Italia, è fiducioso. “La nostra presenza è la novità di questa campagna elettorale. Ci sono tanti partiti che si sono rotti e separati, noi invece abbiamo messo insieme tante realtà per mettere insieme l’esperienza liberale e popolare, dentro un contenitore che condivide i valori politici”.

Sì, ma lo avete fatto dentro una coalizione di centrodestra in cui convivete con partiti che si rifanno a un filone politico molto distante dal vostro, quei sovranisti con i quali altrove in Europa i popolari e liberali neanche prendono un caffè.

“Questa legge elettorale fa esplodere contraddizioni prima delle elezioni. Ogni partito si presenta con un suo capo politico, la coalizione non ha un capo ed è residuale, visto che riguarda solo il 33 per cento dei seggi. Non essendo previsto un premio di maggioranza, la coalizione che si impegna con un programma può farlo solo se alla fine ha uno in più dei 316 deputati che servono alla Camera e uno in più dei 158 del Senato. Quella che abbiamo fatto è un’alleanza programmatica. Poi ognuno si presenta con la sua identità. La scelta del centrodestra più si avvicina alla nostra storia e alle nostre realtà locali ma non c’è dubbio che il rapporto più stretto lo abbiamo con Forza Italia”.

E se non vincerà il centrodestra siete disponibili a maggioranze diverse?

“Nessuno lavora oggi per una maggioranza diversa da quella che emergerebbe dalla eventuale vittoria della coalizione. Se vince il centrodestra siamo impegnati a realizzare quei dieci punti programmatici. Se questo non si dovesse verificare, il ragionamento ripartirebbe da ‘con chi fare che cosa’. All’indomani delle elezioni con un voto che non assegna una vittoria ovviamente sarà il Capo dello Stato a verificare una possibile maggioranza che non potrà che essere programmatica mai politica”.

Insomma, se vincete restate insieme alla Lega, altrimenti si fa altro.

“Noi con al Lega abbiamo un patto di coalizione che è un programma. Questo si realizza se vinciamo le elezioni. Sembra una frase ala Catalano, ma è così che stanno le cose”.

La prospettiva della vittoria del centrodestra è plausibile?

“È possibile e anche probabile. E rispetto alla prospettiva di vittoria di altri soggetti politici come la coalizione di centrosinistra o i 5 Stelle è più aderente alla realtà. O vince il centrodestra o non vince nessuno”.

I sondaggi però vi danno sotto il 3.

“Il nostro è un partito che è nato un mese e mezzo fa. Non abbiamo avuto i mezzi e gli strumenti per farlo conoscere ai più. La nostra classe dirigente sta cominciando a muoversi sui territori. Se i sondaggi ci danno vicino al 3 senza che sia iniziata la campagna elettorale, questo sbarramento può essere superato”.

Certo, quel 3 dovrete costruirlo molto in Sicilia, dove le liste che oggi aderiscono a Noi con l’Italia-Udc alle Regionali hanno ottenuto il 14 per cento. Che risultato vi aspettate?

“Ovviamente mi rendo conto che le elezioni politiche non sono quelle regionali, non c’è il voto di preferenza e non ci sono tanti candidati. Ma sono convinto che la Sicilia darà un impulso importante al superamento dello sbarramento a tutta la lista. Penso che difficilmente scenderemo sotto il 10”.

In lista avete tanti politici navigati, c’è lei, c’è Giovanni Pistorio, ritorna pure Antonello Antinoro. Ma dov’è l’elemento di novità?

“Noi riteniamo che la nobile arte della politica debba dare spazio a coloro che si avvicinano ma senza rinunciare a coloro che con spirito di servizio vogliono esserci e dimostrano di essere apprezzati dall’elettorato. Non è vero che non ci sono novità. Per esempio ha deciso di candidarsi Mariella Ippolito, assessore regionale…”.

… che si era già candidata con Ingroia. Ha cambiato parecchio idea.

“Quello è stato 5 anni fa, diciamo che è stata una distrazione, lei è figlia di democristiano, suo papà era segretario di sezione della Dc di Porto Empedocle. Abbiamo candidato Margherita La Rocca, Doriana Ribaudo, Massimo Dell’Utri, Fabio Montesano. Ci sono delle novità”.

Come sta andando alla Regione in questo primo scorcio di legislatura secondo lei?

“Ci sono delle emergenze che vano affrontate tenendo conto che c’è da rimettere in sesto un’amministrazione. C’è necessità di un costante dialogo tra le forze politiche che sostengono questa maggioranza di governo ed è giusto dare a questa amministrazione il tempo necessario per ripartire. Credo che i nuovi dirigenti generali potranno dare maggiore impulso. E dopo il voto ritengo che i primi di marzo metteremo mano alle riforme che abbiamo promesso ai siciliani”.


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