Si dimette il vice segretario Torrisi |Ancora uno strappo nel Pd - Live Sicilia

Si dimette il vice segretario Torrisi |Ancora uno strappo nel Pd

Un nuovo ammutinamento in casa dem. Enzo Napoli replica agli attacchi.

A POCHI GIORNI DAL VOTO
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CATANIA – Il vascello democratico molla gli ormeggi (ideologici) e prende il largo ma perde pezzi di equipaggio. Il vice segretario provinciale Jacopo Torrisi si dimette e lancia pesantissime accuse ai vertici del partito. “Nel 2013, dopo un congresso interrotto per gravi infiltrazioni nel tesseramento, ho accettato di fare il vicesegretario provinciale del Partito Democratico di Catania perché, allora, era un ruolo chiave nella gestione del partito cui sono, fino ad oggi, iscritto”. Parte da lontano il racconto di Torrisi che dopo mesi e mesi di malumori decide di mollare la presa in una fase decisamente delicata per i dem.  “Oggi dopo cinque anni le cose sono cambiate drasticamente: in questa provincia il Pd è stato silenziato, i suoi organismi, eletti nei congressi, esautorati: nessuna comunità politica”, spiega a Live Sicilia.

Il Je accuse parte da un amarcord amaro. Torrisi passa in rassegna le tappe che hanno via via sancito il progressivo allontanamento di militanti e simpatizzanti fino alla goccia che ha fatto traboccare il vaso: la scelta di tenere fuori dalla partita elettorale dirigenti storici della sinistra interna. “Dal settembre del 2016, da quella patetica festa nazionale svoltasi a Catania, che ha visto più manifestanti inferociti fuori che militanti contenti dentro la Villa Bellini, si è spento qualunque dibattito”. “Inutili tutte le polemiche che ho sollevato, inascoltate le denunce, misteriosa persino la gestione economica delle grandi somme entrate nelle casse del partito di Catania in questi due anni e mai sottoposta al vaglio della direzione provinciale”, spiega Torrisi che non lesina critiche al segretario Napoli, spesso bersaglio del fuoco incrociato delle varie correnti. “Direzione che l’attuale segretario, in barba ad ogni regola è statuto, ha smesso di convocare temendo, forse, domande alle quali non credo potrebbe dare una risposta onorevole. E adesso?”, si chiede.

Sono ancora aperte le ferite che la sinistra interna si è procurata in occasione della notte dei lunghi coltelli in direzione nazionale e Torrisi, esponente dell’area laburista capitanata a livello regionale da Concetta Raia, non ne fa mistero. “Dopo una gravissima forzatura romana sulle liste nazionali che ha mortificato il territorio siciliano e che ha sollevato lo sdegno di larga parte dei nostri iscritti (me compreso) in tutta la regione e che ha portato tutte le altre unioni provinciali a sollevare critiche e riflessioni di comprensibile preoccupazione per la reazione dell’elettorato, da Catania ancora c’è solo un servo encomio per i leader nazionali e silenzio su tutto”, accusa l’ex vice segretario. “Ho cercato, abbiamo cercato in tanti, di aprire un minimo di discussione ma non ne abbiamo avuto la possibilità”, rincara la dose. “Ho letto di una carità pelosa nei confronti del nostro responsabile organizzazione regionale Antonio Rubino. Un’ipocrita solidarietà da parte dell’Unione Provinciale del Partito Democratico di Catania, roboante nome dietro il quale si cela solo il segretario giacché nessun organismo viene più riunito, solidarietà che viene dopo una totale indifferenza rispetto alla coraggiosa battaglia che Rubino e tanti altri stanno portando avanti contro questa demolizione romana del Pd in Sicilia”, argomenta Torrisi tirando in ballo la sfida dei partigiani Pd a livello regionale. “Qualche giorno fa è stato accolto a Catania il Presidente Gentiloni come se nulla fosse, in perfetto stile brancatiano, nascondendo le vergogne dietro la porta perché gli ospiti illustri non le vedano”, sostiene l’ex vice segretario.

Le previsioni sul futuro non sono affatto rosee. “Continuo a credere che sia un errore, continuo a credere che si stia conducendo questo partito a una spaventosa batosta elettorale che porterà ad un nuovo parlamento con molti meno esponenti siciliani di centrosinistra”. “Non posso impedire questo disastro perché non ne ho le forze, ma non voglio nemmeno addossarmene la responsabilità”, asserisce. Poi l’affondo. “Essendo del tutto formale e vuota la mia carica come lo è quella di tutti i componenti dell’esecutivo provinciale fantasma del Pd di Catania (completamene estromessi da ogni decisione) preferisco sospendermi da questa inutile etichetta. Nella speranza del miglior risultato possibile per il prossimo 4 marzo e con la coscienza che le risposte che la gente ci dà con il voto vanno lette con umiltà e non giudicate. É l’elettorato che ci giudica e questo il Pd, specie a Catania, non pare averlo capito affatto”. Le dimissioni di Torrisi a ridosso dell’appuntamento elettorale, insomma, sono destinate a far discutere e rendono l’idea della durezza dello scontro interno che il partito si appresta a vivere dopo il 4 marzo.

Non si lascia attendere il commento del segretario Enzo Napoli. “Leggo delle dimissioni di Jacopo Torrisi da vicesegretario provinciale del Pd. Mi dispiace, Torrisi è un ragazzo intelligente e capace”, dice a Live Sicilia. “Rispetto il suo disagio che, in verità, non ha esitato a manifestare pubblicamente da quando a Catania si è svolta la Festa Nazionale da L’Unita”, aggiunge Napoli che risponde tranchant. “L’impressione che ho avuto, sin da allora, è che si sentisse più vicino a coloro (pochi) che manifestavano contro, fuori dalla villa Bellini, piuttosto che ai tanti che, dentro, partecipavano e davano una mano”, attacca Napoli. “Oggi, a poche settimane dal voto, sente la necessità di formalizzare le sue dimissioni, probabilmente nella speranza di provocare qualche danno ad un partito che ritiene (ormai da qualche anno) distante dalla sua idea di politica”, dice il segretario senza mandarle a dire.  “Ciò che più mi dispiace – aggiunge – è che oltre a comprensibili motivazioni di carattere politico, farcisca le sue dichiarazioni con una buona dose di polemiche ed accuse gratuite che, più che far male al sottoscritto, credo lasceranno perplessi migliaia di militanti e dirigenti che, in questi giorni sono impegnati per far ottenere al Partito Democratico il massimo risultato possibile”. “Alle accuse non mi pare il caso di rispondere, anche perché alcune sfiorano la bizzarria”, attacca.

Napoli torna a sottolineare la delicatezza del momento per tutto il corpo del partito. “Alle polemiche non ho tempo di prestarmi poiché, da dirigente del Pd, sono impegnato in campagna elettorale. Mi auguro che Torrisi vorrà continuare la sua battaglia politica dentro e non fuori il partito, con l’augurio che tutto il lavoro politico che ha svolto in tutti questi anni, a prescindere dal ruolo che ha ricoperto, gli consentirà di far valere le sue ragioni anche nel momento in cui si svolgerà il prossimo congresso provinciale. Sino ad allora, avremo cose più importanti di cui occuparci”, chiosa. 


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