Lupo: “Rischio imbarbarimento| Tutto può sfuggire di mano” - Live Sicilia

Lupo: “Rischio imbarbarimento| Tutto può sfuggire di mano”

Lo storico, dopo l'aggressione a un militante Fn: "Chi usa un linguaggio violento è irresponsabile"

L'intervista
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PALERMO – Quanto sta accadendo in Italia ha poco a che fare col fascismo storico ma rischia di sfuggire di mano. Tanto più in quelle zone dove è forte la tensione sociale. Così lo storico Salvatore Lupo, sentito da Livesicilia dopo che a Palermo il segretario di Forza Nuova Massimo Ursino è stato il bersaglio di un agguato squadrista in pieno centro.

Il docente universitario precisa subito: “Ci sono state discussioni su questo tema alquanto vaghe. E cioè se questo sia vero fascismo, se c’è un fascismo… Diciamo che questo non c’entra niente col fascismo storico o con l’antifascismo storico”.

Ma può entrarci qualcosa con quello che accadde in Italia negli anni Settanta? Con quella violenza diffusa con una matrice ideologica?

“Se parliamo degli anni Settanta il riferimento potrebbe esserci. Ma manca quel clima di deriva violenta in tante persone. Non penso che la gente oggi sia disponibile a scendere in un’atmosfera di guerriglia. Ciò detto non voglio fare lo storico raffinato: qualcosa che si può definire fascismo c’è anche se ha pochissimo a che vedere col fascismo storico. Questi gentiluomini in tutto il mondo vengono definiti fascisti. Mi suona un po’ strano quando raffinati intellettuali dicono che questo non è il fascismo storico, certo, ma è qualcosa che chiunque a lume di naso chiama fascismo”.

Ma oltre alla violenza fisica, c’è una violenza verbale diffusa, diventata anzi ormai il lessico naturale della politica. Questi due fenomeni sono collegati?

“E’ verissimo. Però, come lei sa, questa gente che usa questi linguaggi così duri non lo fa sul serio”.

Ma qualcuno che li prende sul serio si trova sempre

“E certo. Quando la Lega parlava dei 30 mila fucili lombardi non ci credeva, ma magari a furia di dirlo… Chi usa questo linguaggio è un irresponsabile e il fatto che lo faccia un buffone non ci salvaguarda. Questa forma di razzismo così diffusa con l’idea che alla gente per colore della pelle vadano negati i diritti può portare nel tempo, siccome la società multirazziale ci sarà, a uno scenario in cui le cose si metteranno male. Sarà una situazione nuova per il nostro Paese”.

In quegli anni caldi ci fu a sinistra chi commise l’errore di dare un buffetto ai violenti, che erano “compagni che sbagliano”. Oggi si corre lo stesso rischio?

“No, siamo molto distanti. Quell’atteggiamento era pericoloso perché prendeva sotto gamba fenomeni che coinvolgevano centinaia di persone. Se un imbecille fa a pugni o sprangate con un gruppetto, è una cosa, se questo assume dimensioni di un certo livello, è diverso. Però ci sono dei discorsi che si sentono oggi e che non si sa quanto sono fatti sul serio ma che alla lunga sono molto provocatori e rischiano di scappare di mano”.

Quelli che organizzano spedizioni punitive contro il nemico considerato fascista sono fascisti anche loro?

“Non lo so. Sono dei violenti. Ed è gente che crede nella violenza come espressione violenta. Se chiunque crede nella violenza politica è fascista, allora si può dire che sono fascisti, in quel senso. Ma dall’altra parte di certo ci sono persone che si ispirano più o meno dichiaratamente al fascismo. E questo può portare a un imbarbarimento del Paese”.

Il rischio c’è?

“Certo che c’è. Se queste cose si vanno a insediare nelle nostre periferie, nei luoghi della società multirazziale, poi lì non è che diventa così facile dire ‘non è che facevamo sul serio’”.

Ma infatti già oggi in alcune zone border line, dove la politica e spesso anche le Istituzioni poco si vedono, gruppi di estrema svolgono già un ruolo sociale, una cosa un po’ à la Hamas. Dove può portare questo?

“Lo abbiamo visto a Roma, a Ostia. Se questo arriva in luoghi dove c’è forte tensione sociale allora non si sa davvero come può finire”.


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