Il buco nero dei fondi ai disabili | "Sperperi e assenza di controlli" - Live Sicilia

Il buco nero dei fondi ai disabili | “Sperperi e assenza di controlli”

Savagnone: "In Sicilia raddoppiate le condanne per danno erariale". Graffeo: "Nessun allarme conti"

L'anno giudiziario della Corte dei conti
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PALERMO – L’assistenza ai disabili in Sicilia è un pozzo senza fondo di abusi, sperperi, appropriazioni indebite, intrallazzi vari. E’ pesante la denuncia del presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti, Luciana Savagnone, sulla gestione di due organismi: l’Iridas, istituto regionale per l’integrazione dei diversamente abili, e l’Aias, associazione italiana assistenza agli spastici. Si tratta di un tema, quello dell’assistenza ai disabili, che è stato al centro di un’accesa polemica politica scatenata contro la Regione accusata di non avere messo a disposizione risorse e servizi adeguati. Solo dopo varie e vibrate manifestazioni di protesta la Regione ha stanziato altri fondi. Ma quelle risorse, pur sempre insufficienti per una “disattenzione della politica”, sostiene ora la presidente Savagnone nella relazione di apertura dell’anno giudiziario, sono state dilapidate con comportamenti di “mala gestio”.

Ai componenti del consiglio di amministrazione dell’Iridas, al direttore generale, al direttore dei servizi amministrativi e al segretario nonché al presidente dell’Aias la Corte dei conti ha attribuito comportamenti “volti alla locupletazione personale e al depauperamento di denaro pubblico in uno scenario di assenza di controlli esterni che ha consentito loro di perpetrare le condotte illecite nel tempo e di agire come veri e propri padroni delle strutture”. Sullo scandalo della gestione dei fondi per i disabili, aggiunge Savagnone, c’è stata una “sostanziale inerzia delle amministrazioni danneggiate”: la Regione e, per l’Aias, l’Asp di Palermo.

Dalla relazione si evince anche un altro dato: raddoppiano in Sicilia le condanne per danno erariale a carico di amministratori e dipendenti pubblici. Savagnone ha fornito la cifra dei danni accertati nel 2017 con 107 sentenze: ammontano a 14 milioni e 365.800 euro, il doppio dell’anno precedente. La parte del leone la fanno Regione e enti locali che ricaveranno dalle sentenze della Corte oltre dieci milioni di euro. Allo Stato andranno 3 milioni e 4221 mila euro, alle aziende sanitarie oltre 888 mila euro. Le irregolarità più ricorrenti riguardano la gestione e l’impiego di contributi comunitari all’imprenditoria e all’agricoltura, lo spreco di risorse a volte concesse a soggetti privi dei requisiti previsti dalla legge, l’attribuzione di incarichi a “esperti” e consulenti, assunzioni illegittime e pagamenti ai dipendenti di emolumenti non dovuti. Varie le condanne per danno all’immagine.

“Per quanto abbiamo esaminato, fino all’anno scorso e qualcosa anche quest’anno, la situazione dei conti della Regione non è allarmistica. Ancora non abbiamo i dati di preconsuntivo, ma io non sarei né allarmista né pessimista. Tra un paio di mesi, ad aprile, potremmo essere più precisi. Certo, si tratta di un lavoro che dovrà essere svolto da un nuovo governo, da una nuova amministrazione che deve riprendere tutto daccapo e impostare le politiche future; non è un lavoro semplice. L’allarme di un ente pubblico è la cassa. Se in cassa non ci sono problemi, possiamo dire che non sta benissimo ma non c’è rischio di default”. Lo dice Maurizio Graffeo, presidente della sezione di controllo della Corte dei Conti a margine dell’inaugurazione dell’anno giudiziario commentando la situazione economica della Regione.

 


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