Bufera dopo l’arresto |Le incognite della politica - Live Sicilia

Bufera dopo l’arresto |Le incognite della politica

Ecco cosa potrebbe accadere dopo l'interrogatorio di Barbagallo.

CATANIA – “Che fare”. Neanche Nicola D’Agostino ha la risposta a uno degli interrogativi più pressanti della sua storia politica, soprattutto in un momento tanto complicato emotivamente. Almeno per lui. Ma le lancette scorrono e lo scoramento per l’arresto dell’amico-sindaco Roberto Barbagallo, primo cittadino di Acireale, non può fermare la corsa al voto.  Il quattro marzo è alle porte e manco a dirlo, se c’è chi ne esce immediatamente coinvolto – politicamente e di riflesso – è proprio il candidato del centrosinistra. La sfida da Cavalleria rusticana con il rivale di sempre Basilio Catanoso e la pentastellata Giulia Grillo, assume ora contorni assolutamente diversi rispetto alle attese. Anche perché le ultime rilevazioni degli istituti demoscopici non potevano affatto prevedere uno tsunami di questa portata. Difficile prevedere se ne potrà uscire rafforzato il centrodestra o se il mondo d’indignazione potrà dare un colpo di reni al M5s, o agli altri candidati del collegio acese della Camera.

Il dubbio se continuare o no la campagna per un seggio a Montecitorio, D’Agostino non l’ha ancora risolto. Tecnicamente non può ritirare alcuna candidatura, nessuna legge elettorale lo consente dopo la pubblicazione ufficiale delle liste. Il leader di Sicilia Futura può semmai decidere di mollare la presa: chiudere il comitato elettorale allestito a piazza Europa e buttare nella differenziata fac simili, volantini e  manifesti elettorali. Una beffa, soprattutto per chi nella battaglia per il riciclaggio dei rifiuti ad Acireale ci ha messo la faccia. Potrebbe decidere per la desistenza – tanto per utilizzare un’espressione che nelle ultime ore sta facendo il giro delle segreterie politiche. Certo è che un eventuale disimpegno spegnerebbe ogni speranza del consigliere comunale catanese Carmelo Coppolino, che – a fronte di una eventuale vittoria nel collegio – subentrerebbe all’Ars al posto di D’Agostino. Altra ipotesi è continuare a competere e portare al voto quei tanti fedelissimi che – al di là della gravità delle ipotesi formulate dalla Procura – hanno deciso di esprimere solidarietà al primo cittadino. Un voto identitario da pesare anche in vista delle prossime tornate.

Già, perché lo scenario di un ritorno anticipato alle urne potrebbe prendere il sopravvento quanto prima. L’ipotesi che Roberto Barbagallo possa lasciare la fascia di primo cittadino sta rimbalzando da Acireale a Catania. Dimettendosi, infatti, è più che probabile che il regime cautelare a cui è attualmente sottoposto non sarebbe più necessario, perché la possibilità di reiterare i presunti reati contestati cadrebbe immediatamente. Vero pure, che un’eventuale uscita di scena varrebbe come una passaggio utile a preservare la dignità dell’istituzione comunale. È ipotizzabile che la riserva possa essere sciolta già martedì prossimo, quando il primo cittadino sarà sottoposto all’interrogatorio di garanzia.

A quel punto la Regione azzererebbe tutti gli organi politici del Comune, e invierebbe un commissario che dovrà traghettare Acireale alla prima tornata utile, che potrebbe essere già quella di Primavera, assieme a Catania, Gravina e San Gregorio – solo per citare le piazze più popolose del comprensorio. Per ora è prematuro parlare di intese, schieramenti o del posizionamento del segretario regionale dem Fausto Raciti. Intanto c’è da celebrare la partita delle Politiche, perché sarà l’esito di quella tornare a darci delle informazioni utili a inquadrare confini e flussi del centrosinistra nazionale, siciliano ed etneo.

Comunque vada, Roberto Barbagallo non potrà verificare sul campo se il corpo cittadino ha apprezzato le iniziative amministrative su differenziata, bilancio, ztl, multe selvagge, abbattimento dell’ecomostro sulla Timpa e i primi segnali di ripresa della movida al centro storico. Da registrare c’è tuttavia che, da qui alla fine dell’anno, potrebbe celebrarsi anche l’elezione degli organi metropolitani (l’ex Provincia). Ovvero, la possibile quarta tornata in meno di dodici mesi per la popolazione acese. Insomma, oltre al trauma lo stress.


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