"Un flop i 100 giorni di Musumeci | Dietro di lui gente come Miccichè" - Live Sicilia

“Un flop i 100 giorni di Musumeci | Dietro di lui gente come Miccichè”

Il candidato premier M5s: "Sgarbi a Pomigliano per battermi. Ma basta guardare cosa ha fatto la giunta regionale per decidere chi votare".

DI MAIO A PALERMO
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PALERMO – “Hanno mandato Sgarbi fino a Pomigliano d’Arco per tentare di battermi, ma chi ha davanti i primi 100 giorni del governo Musumeci sa qual è la scelta giusta da fare”. Sono parole di Luigi Di Maio, candidato premier del Movimento 5 stelle, che oggi è stato al Teatro Biondo di Palermo, con a fianco Giancarlo Cancelleri e alcuni candidati del M5s, per una delle tappe del Rally M5s che si chiuderà giovedì sera a Roma. Serata che segnerà la chiusura della campagna elettorale e in cui Di Maio – ha promesso – presenterà tutta la squadra dei ministri, “che non per forza saranno persone del Movimento 5 stelle, ma saranno le persone giuste per il ruolo che dovranno ricoprire”. Luigi Di Maio ha sottolineato poi che in questa campagna elettorale il Movimento è stato l’unico a indicare “un candidato premier e un programma di governo con tutte le coperture economiche”.

E quando mancano sei giorni al voto del 4 marzo per l’elezione di Camera e Senato, Cancelleri ha puntato al voto di chi vorrebbe astenersi:Chi non vota non conta nulla e regala la vittoria a chi ha le clientele. Abbiamo perso le regionali per l’astensionismo – ha aggiunto ricordando però le oltre 700 mila preferenze prese – perciò in questi ultimi giorni cercate di convincere tutti quelli che potete a votare”. 

Di Maio ha attaccato sia la destra che la sinistra, sottolineando come “nei fatti, siano la stessa cosa. Berlusconi e Renzi hanno rubato il futuro della mia generazione e di quelle prima di me o che vengono dopo di me”. Il leader dei grillini è tornato anche sul tema degli “impresentabili”, ammettendo però “che non fanno più notizia, perché mentre noi mettiamo fuori dal Movimento chi sbaglia o mente, loro gli impresentabili li difendono e così non sono attaccabili su questo”.

Tornando alla Sicilia, Di Maio ha fatto un esempio: “Non voglio un paese in cui voti Musumeci e ti ritrovi Miccichè presidente. Io un paese così non lo voglio”. “Questa gente – ha proseguito – non taglierà mai gli sprechi, perché se ne nutre. Mi piangeva il cuore quando ho sentito il nuovo presidente dell’Ars annunciare che per lui stipendi e vitalizi non si dovevano toccare”. E pensando a Palazzo Chigi, Di Maio ha scherzato: “Il centrodestra non ha un candidato premier. E alla fine dal cappello uscirà un altro Miccichè”

“Quello del 4 marzo – ha concluso Di Maio – è un ballottaggio tra centrodestra e noi, perché il centrosinistra è morto. E riescono a batterci soltanto con il voto di scambio, che noi combatteremo con il reddito di cittadinanza che libererà la gente dal ricatto di certi politici”.

Intanto, proprio oggi, due nuove tegole giudiziarie sono arrivate per due esponenti di spicco del M5s in Sicilia. A meno di sei mesi dall’avvio dell’inchiesta che lo convinse ad autosospendersi dal M5s, per il sindaco di Bagheria, Patrizio Cinque, la Procura di Termini Imerese chiede il rinvio a a giudizio. Sarà il gip, l’11 aprile, a decidere le sorti del sindaco che rischia il processo per turbativa d’asta, falso, abuso d’ufficio, rivelazione di segreto d’ufficio e omissione di atti d’ufficio. Nei guai anche un’altra parlamentare siciliana del M5s, la senatrice catanese Ornella Bertorotta, alla quale è stato notificato dalla Procura etnea l’avviso di conclusione indagini. I pm l’accusano di tentata concussione contestandole di avere esercitato presunte pressioni per ottenere l’assunzione di una giovane vicina al Movimento 5 Stelle in una comunità di recupero per minori.

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