Forza Italia, fronda contro Miccichè | "Adesso serve una nuova guida" - Live Sicilia

Forza Italia, fronda contro Miccichè | “Adesso serve una nuova guida”

Dopo il voto, quattro deputati regionali e il senatore D'Alì attaccano il coordinatore regionale.

POLITICHE 2018
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PALERMO –  Una vera e propria fronda. Da Trapani a Siracusa, passando per Palermo, sono diverse le voci critiche, all’interno di Forza Italia, nei confronti del commissario regionale Gianfranco Miccichè, dopo il risultato delle Politiche.

“Nella nostra regione –  l’analisi della deputata forzista Rossana Cannata e dei colleghi Tommaso Calderone, Marianna Caronia e Riccardo Gallo – Forza Italia è stata salvata dal simbolo e dal nome Berlusconi non certo dalle scelte che sono state fatte dai dirigenti del partito siciliano che hanno prodotto un sonoro 0 alla voce seggi vinti agli uninominali. Scelte che non sono state capaci nemmeno di coinvolgere chi in Forza Italia è stato attivo sul territorio già nelle regionali o ha militato da anni e che attendeva uno svecchiamento”.

Critiche chiaramente indirizzate a Miccichè, chiamato in causa direttamente dai quattro deputati regionali. “Il commissario regionale di Forza Italia Gianfranco Miccichè parla di risultato straordinario perché il partito ha raggiunto il 21%. Beh, se si vuole nascondere la testa in mezzo alla sabbia come gli struzzi e continuare a perdere consensi, facciano pure. Noi a questo gioco al massacro del centro destra siciliano non ci stiamo. La gente ci sta mandando dei segnali chiari. Vuole un rinnovamento. E noi che facciamo? Gridiamo alla vittoria di fronte ad una sonora sconfitta. Apprezziamo invece le parole parole di Ugo Zagarella che ha affermato che ‘Il vento del cambiamento ha soffiato forte anche in Sicilia e la richiesta che esce dalle urne è chiara e cristallina: i siciliani chiedono alla classe politica un grande ricambio generazionale. Complimenti al M5S che è riuscito a farsi interprete di questa istanza’”. I deputati di Fi chiudono : “Il centrodestra siciliano ha bisogno di una rifondazione. I volti ci sono. Le persone per bene anche. Ora serve solo una riflessione, non altre scelte calate dall’alto. I risultati catastrofici di questa tattica si sono già visti”.

E durissimo nei confronti di Miccichè è anche il senatore trapanese Antonio D’Alì. “Fi in Sicilia – ha detto – ha bisogno di una nuova guida. Via questa classe dirigente arrogante e perdente, ego-riferente, fatta di quattro amici al bar. La Sicilia a guida Miccichè/Musumeci rovina la festa al centrodestra e al presidente Silvio Berlusconi. Per arginare l’ondata grillina – aggiunge – occorrevano ben altre candidature, nei collegi ed ancor più nei listini. I siciliani si sono invece trovati sulle schede nomi completamente distanti, territorialmente e rappresentativamente, dalle proprie legittime aspettative, nomi che nulla avevano da raccontare agli elettori, né un passato di cose buone fatte, né un progetto di cose buone da fare per la Sicilia”.

Per D’Alì “paradossalmente l’unico a dire qualcosa per la Sicilia è stato il presidente Berlusconi, ma nessuno dei suoi rappresentanti è stato in grado di dare contenuti reali alla sua idea del piano Marshall. Peccato, bastavano scelte meno condominiali per portare a casa quei collegi, quelle percentuali e quegli eletti utili a determinare un quadro più solido di governabilità nazionale per il centrodestra. Qualcuno non ha compreso a dovere che la Sicilia è sempre determinante”. “Speriamo che il presidente Berlusconi voglia finalmente mettere a fuoco ciò che veramente accade in Sicilia – prosegue d’Alì -, dove la recente vittoria alle regionali, che doveva essere il famoso traino per le elezioni politiche, è stata immolata sull’altare di un esecutivo ansimante e spesso distratto, e di una presuntuosa presidenza dell’Ars, che ha già sollevato il malcontento della maggior parte dei nostri parlamentari. Nel disastro spicca ancora una volta quale peggior risultato Siracusa, nonostante le continue attenzioni in termini di ministeri, pluricandidature, assessorati e spazi di potere interni al Partito”.


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