Quel centro che non c'è più |La balena bianca affoga - Live Sicilia

Quel centro che non c’è più |La balena bianca affoga

Percentuali al lumicino per gli epigoni a dello scudocrociato e dell'autonomia. Mentre la Lorenzin raccoglie quote da prefisso telefonico.

sotto il Vulcano
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CATANIA – Stavolta lo si può dire forte e chiaro: la balena bianca è affondata. La fuga dal centro è infatti uno dei dati più evidenti di questa tornata elettorale. Almeno in provincia di Catania, hanno poco di cui rallegrarsi gli epigoni a vario titolo del mondo popolare, autonomista o democristiano. Siano essi oggi nel centrodestra come nel centrosinistra. Lo tsunami a cinque stelle ha travolto indistintamente tutti. Difficile non tenere nella conta anche quei cartelli nati in ultima battuta per tamponare la diaspora di un polo che non è più perno della politica nazionale né tanto meno siciliana, nonostante i segnali di risveglio delle scorse Regionali.

Partiamo dalla cosiddetta quarta gamba del centrodestra, dal cartello Noi per l’Italia – quello per intenderci contrassegnato dal vecchio scudo crociato. Escluso il picco del 6,87% ponderato nel collegio di Paternò, le altre uscite raccolgono risultati al lumicino. È sicuramente la presenza in campo di Giuseppe Lombardo (figlio di Angelo e nipote di Raffaele) all’uninominale a innalzare l’asticella delle preferenze, raccogliendo voti soprattutto in quel calatino che è culla dell’autonomismo di ieri e dell’altro ieri.

Anche la discesa all’uninominale di Giovanni Pistorio in quel di Misterbianco smuove la classifica, ma di pochissimo. Perché al netto dell’1,4% raccolto a Catania e dell’1,09% di Acireale, il 2,2% preso alle pendici dell’Etna versante sud-ovest pare una boccata d’ossigeno. Oltre l’ondata grillina, il centrodestra paga probabilmente la scelta della candidatura. La recente militanza di Pistorio nel centrosinistra, peraltro da assessore di Rosario Crocetta, pare non essere stata ancora metabolizzata dalla basa dei partiti della coalizione azzurra.

Bottino magrissimo per il fiore petaloso di Beatrice Lorenzin. I civici popolari, infatti, raccolgono ovunque percentuali da prefisso telefonico. Un’esito che neanche i sondaggi più opachi erano riusciti a prevedere. Di certo c’è che il progetto, almeno sotto il Vulcano, nasceva già azzoppato. Il disimpegno del sottosegretario all’agricoltura Giuseppe Castiglione, che ha deciso per un riposo sabbatico dalla politica, ha svuotato il cartello da personalità di rilievo da spendere sul territorio.


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