I 'ribelli' di Forza Italia: "Miccichè? | Ecco perché lo critichiamo" - Live Sicilia

I ‘ribelli’ di Forza Italia: “Miccichè? | Ecco perché lo critichiamo”

Quattro deputati Ars (tra cui Caronia, in foto) contro la gestione del partito e le scelte sui nomi.

LA POLEMICA
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“All’indomani di un risultato elettorale che ha registrato importanti segnali di un diffuso malessere e disorientamento degli elettori rispetto ai tradizionali rappresentanti della politica nazionale e regionale, le nostre esternazioni e dei tanti rappresentanti dei diversi territori in tutta la Sicilia, i quali per comprensibili ragioni non si sono voluti esplicitamente, pronunciare, sono state bollate – forse per delegittimarne l’importanza – come veri e propri atti di tradimento”.

Lo dichiarano i deputati regionali di Forza Italia Marianna Caronia, Rosanna Cannata, Tommaso Calderone e Riccardo Gallo. “Dal coordinatore di Forza Italia a tutti coloro i quali gli sono vicini per le più disparate ragioni, – proseguono – una è stata la parola d’ordine per catalogare e liquidare il legittimo dissenso di chi a ragion veduta non condivide e non plaude: ‘Tradimento!'”.

I deputati poi continuano: “E dire che, in un passato non troppo lontano, scelte definite pluraliste e di apparente sostegno esterno – quale appunto fu la deficitaria esperienza di Grande Sud ideata dallo stesso Gianfranco Micciché – sono costate a Forza Italia e al Centro Destra in genere, il Governo della Sicilia. Però né allora, né oggi alcuno al riguardo ha parlato o parla di tradimento’. Nemmeno ripensando ai contrasti e dissapori – ammantati di molti distinguo solo apparentemente legittimi – che costarono un ridimensionamento consistente della presenza di Forza Italia nell’Assemblea Regionale, che di fatto determinarono l’immeritata sconfitta dell’attuale presidente Nello Musumeci e compromisero l’esito delle elezioni politiche del 2013″

“Perché – chiedono poi i deputati – adesso invece il dissenso e il malumore dapprima da noi insistentemente manifestati, assolutamente inascoltati, in via interna e poi inevitabilmente sfociati in una aperta e accalorata esternazione sono oggi sviliti nel loro più profondo significato di impegno politico e tacciati di infedeltà? Cosa c’è di diverso adesso che spinge i “lealisti” dell’ultima ora a correre ai ripari con pesanti e irripetibili invettive e accuse gratuite. C’è, a parer nostro e di molti altri, il sincero convincimento che l’analisi politica da noi elaborata sia più che mai fondata. C’è la speranza che la richiesta di azzeramento dei vertici che hanno imposto candidature e nomi e che si sono sottratti a qualunque confronto, conseguendo poi un risultato che è sotto gli occhi di tutti, venga correttamente ascoltata e accolta da chi invece, con la sua consueta generosità e leadership, si è speso nella campagna elettorale ed ha colmato quasi da solo con il suo nome, Silvio Berlusconi appunto, e le sue indiscusse capacità (e perché no, mettendoci la faccia) il gap che da tempo si era formato, realizzando di fatto quindi da solo il tanto declamato 21%”.

Un richiamo al leader, quindi. “Berlusconi – aggiungono però i deputati – non ha certo bisogno di leggere un fantomatico ‘dossier Sicilia’ per comprendere chi vuole il bene di Forza Italia in termini di rappresentatività politica, legame con gli elettori e col tessuto sociale, e comprenderà di certo le ragioni di quanti hanno levato la voce contro gli attuali vertici regionali, e ancor di più capirà chi invece rispondendo a logiche inadeguate di interesse oligarchico o peggio ancora singolare, rema pro domo sua e solo incidentalmente per il partito. Non è questa la sede per ulteriori commenti e per rispedire ai vari mittenti illazioni e recriminazioni, ci sia solo consentito reclamare, oltre che a nome nostro, soprattutto a nome dei sostenitori di Forza Italia e dei cittadini, il legittimo diritto di criticare e dissentire dall’operato dell’onorevole Micciché e dei suoi fedelissimi che ancora una volta hanno perso una importante occasione per attenersi al precetto secondo il quale ‘fare Politica’ è anzitutto ‘ottenere consenso’, e quest’ultimo non “cala dall’alto” ma nasce dal confronto”.

“Desideriamo infine precisare – concludono – che la nostra è una posizione politica ‘per’ e non ‘contro’ soprattutto a livello personale nei confronti di nessuno ne’ ancor meno del nostro capogruppo Milazzo di cui comprendiamo le difficoltà. Terminiamo ribadendo le nostre posizioni: la gente è stanca e la Sicilia ha bisogno di essere ascoltata. A tutto c’è un limite, anche se stavolta è stato superato. Azzeri tutto e si riparta prima che sia la percentuale del partito ad avvicinarsi allo zero”.


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