Crocetta, bordate a Renzi e al Pd | "Felice per la vittoria del M5s" - Live Sicilia

Crocetta, bordate a Renzi e al Pd | “Felice per la vittoria del M5s”

L'ex governatore ospite a 'Non è l'arena': "Una disfatta meritata. Matteo troppo autoreferenziale".

Le Politiche
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PALERMO – L’attacco al Partito democratico targato Renzi, che è un leader “troppo autoreferenziale”, la constatazione di una sconfitta elettorale “che è stata una disfatta salutare e meritata” e il benvenuto al successo del Movimento cinque stelle (“sono felice che abbiano vinto”). L’ex presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, ospite del salotto tv di Massimo Giletti ‘Non è l’arena’, su La7, analizza il voto del 4 marzo e coglie al volo l’occasione per pungere ancora un volta la sponda renziana dei dem. “Perchè abbiamo perso? Renzi voleva fare il rottamatore ma alla fine la rottamazione l’ha fatta la Lega”, è la risposta dell’ex governatore il quale, tornando sull’alleanza di centrosinistra che gli consentì di arrivare alla guida della Regione, rincara la dose contro l’ormai ex segretario Pd: “Quando vinsi le elezioni Renzi disse che quel voto era ‘inquinato’, poi lui andò con Verdini. La Sicilia è sempre stata di centrodestra ma io ho il merito di avere portato alla vittoria l’altra parte politica e da governatore ho avuto più dialogo con il premier Monti che con Renzi”.

L’ex presidente del Consiglio è il bersaglio preferito di Crocetta, che individua nella composizione delle liste uno dei motivi della sconfitta del Pd: “Un leader di partito può candidare soltanto gli uomini di una certa corrente e sbattere fuori tutti gli oppositori?”, si chiede. Poi il passaggio sul Movimento cinque stelle, che in Sicilia ha vinto tutti i 28 collegi uninominali di Camera e Senato: “Sono felice che abbiano vinto Cinquestelle, perché in Sicilia hanno rottamato una classe dirigente indecente di centrodestra e centrosinistra – sottolinea Crocetta -. All’inizio della mia esperienza di governo tentai una alleanza con loro”. In coda una nuova stilettata al Partito democratico: “Dal primo giorno in cui sono stato eletto il Pd ha pensato che era in corso un derby interno. Davide Faraone (leader dei renziani in Sicilia, ndr) diceva ‘Dobbiamo mettere uno di noi’ ma io non ero uno di loro perché non ero un servo del capo e continuerò a non esserlo”.


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