Sicilia al voto per le Comunali | Grandi sfide a Catania e Messina - Live Sicilia

Sicilia al voto per le Comunali | Grandi sfide a Catania e Messina

Alle urne il 10 giugno. Si vota in 137 comuni, tra cui cinque capoluoghi di regione.

AMMINISTRATIVE
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Archiviate le elezioni politiche con la straripante vittoria nell’isola del M5s e quelle regionali di novembre che hanno consegnato la Regione al centrodestra, in Sicilia è tempo di amministrative. Il 10 giugno sarà chiamato al voto un terzo dei comuni siciliani, 137 in totale. Si voterà col sistema maggioritario a doppio turno in 18 comuni con popolazione superiore a 15 mila abitanti, il resto sotto soglia 15 mila. Cinque i capoluoghi di provincia coinvolti: Catania, Messina, Siracusa, Ragusa e Trapani; in quest’ultima città si ritornerà a votare dopo l’elezione choc dell’anno scorso quando al ballottaggio non fu raggiunto il quorum dei votanti necessario per eleggere l’unico rimasto in corsa dopo il ritiro dell’altro candidato sindaco (Girolamo Fazio), travolto da un’inchiesta di corruzione nel pieno della campagna elettorale.

Tanti i nomi in campo, alcuni già ufficiali. A Catania ci sono già quattro candidati: l’uscente Enzo Bianco (Pd), l’eurodeputato Salvo Pogliese (Fi), il presidente regionale della comunità di Sant’Egidio Emiliano Abramo (lista civica ‘E’ Catania’) e il consigliere comunale Riccardo Pellegrino di Fi, ma con la lisa civica ‘Catania nel cuore’, prosciolto da un’inchiesta antimafia. Il M5s sta cercando un candidato di ‘spessore’: il nome più gettonato è quello dell’avvocata Matilde Montaudo.

A Messina ci ritenta l’uscente Renato Accorinti, col suo movimento; ufficiali pure le candidature di Cateno De Luca (Sicilia Vera), Marina Trimarchi per la Lega, Giuseppe Frischitta sostenuto da pezzi di Fi e FdI e Daniele Santi Zuccarello con una lista civica. Non ancora ufficiale, ma ritenuta eventualmente tra le più forti, la candidatura di Placido Bramanti, direttore scientifico dell’Ircss, nome che sarebbe molto gradito a una buona parte di Fi, anche se c’è chi spinge per Emilia Barrile, attuale presidente del consiglio comunale. Folta la rosa dei possibili candidati del Pd (Francesco Palano Quero, Felice Calabrò, Antonio Saitta e Michele Limosani), mentre in stand by quella di Giovanni Ardizzone, ex presidente dell’Ars vicino ai centristi di Casini. Per LeU si fa il nome di Maria Flavia Timbro, già candidata alle politiche dietro a Guglielmo Epifani, per il M5s quello dell’ingegnere capo dell’ispettorato del lavoro, Gaetano Sciacca.

A Ragusa il M5s punta su Antonio Tringali, come successore di Federico Piccitto che aveva annunciato di non ricandidarsi a sindaco; per il Pd in campo Peppe Calabrese, anche se un pezzo del partito potrebbe sostenere Giorgio Massari, ex sindaco negli anni Ottanta; Sonia Migliore con lista civica avrebbe il sostegno anche di “Diventeràbellissima”; in corsa anche Salvo Mallia di Fi con una lista civica e Maurizio Tumino, ex Pdl. C’è chi lavora però a ricompattare il centrodestra attorno al nome di Giovanni Mauro, che ha fallito l’elezione alle recenti politiche.

A Siracusa ci riprova l’uscente Giancarlo Garozzo, nonostante nel Pd l’aria sia pesante; buona parte del partito spingerebbe per la candidatura di Bruno Marziano, ex assessore di Crocetta e dem di area orlandiana. Il M5s ha già lanciato Silvia Russoniello. Già in campo l’ex An Fabio Granata, tra i fondatori di Diventeràbellissima, mentre potrebbe sciogliere a breve la riserva l’ex deputato di Ap Vincenzo Vinciullo; disponibili a candidarsi anche l’ex assessore Ezechia Paolo Reale, che perse il ballottaggio con Garozzo, e l’avvocato Giovanni Randazzo, sostenuto da un movimento laico e ambientalista. Per il centrodestra circola anche il nome dell’ex consigliere comunale Massimo Milazzo.

A Trapani giochi molto aperti: in pole per il Pd c’è Giacomo Tranchida, presidente del consiglio comunale di Erice, che sfiorò l’elezione all’Ars. Diviso il centrodestra tra il sostegno a Giuseppe Guaiana, vicino all’ex senatore e candidato un anno fa a sindaco Antonino D’Alì, e Giuseppe Maurici, nome gradito a Gianfranco Micciché. Non ha ancora scelto il M5s. (ANSA).


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