Interdetto il Ragioniere generale |La bomba su Palazzo degl Elefanti - Live Sicilia

Interdetto il Ragioniere generale |La bomba su Palazzo degl Elefanti

Le conseguenze sull'attività amministrativa del terremoto sulla gestione dei rifiuti scatenato dall'indagine della Procura.

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CATANIA – Una bomba che ha lasciato tutti ammutoliti, a palazzo degli Elefanti. A pochi mesi dalla fine della consiliatura, l’interdizione del Ragioniere generale e quella del dirigente dell’Ecologia, potrebbero bloccare l’attività amministrativa o farlo almeno in parte. Oltre a gettare ombre sulla gestione attuale del sistema rifiuti considerati i nomi eccellenti coinvolti nell’inchiesta Garbage affair, quanto accaduto stamani potrebbe avere conseguenze sulla macchina amministrativa, non solo per quanto riguarda il settore rifiuti. Occorrerà infatti che il sindaco nomini un ragioniere generale ad interim al posto dell’interdetto Rosso per portare avanti quanto in programma: in particolare con l’incombenza del voto sul Bilancio di previsione dell’anno 2018 che va approvato dal Consiglio entro il 31 marzo.

Non va meglio per il settore rifiuti, inchiodato alla cosiddetta gara – ponte finita nella bufera giudiziaria scatenata dalla dall’inchiesta della Dia, dopo l’ultima gara per l’affidamento settennale del servizio di raccolta dei rifiuti andata deserta. La raccolta rischia un’ulteriore battuta d’arresto precipitando Catania nel fondo del fondo della classifica dei comuni per percentuale di raccolta differenziata. La storia delle gestione dei rifiuti, tra l’altro, secondo quanto scritto dagli investigatori, affonda le radici già nel precedente appalto, come confermato dal Procuratore Zuccaro che, in conferenza stampa ha evidenziato: “Quando leggete Ecocar leggete Ipi. E’ stata un’operazione di maquillage”.

I segnali che qualcosa nell’ambito della spazzatura “puzzasse” c’erano stati: gli esposti della Dusty in relazione proprio alle due gare d’appalto, prima, e quello depositato dal dirigente regionale, Salvo Cocina, poi, avrebbero potuto accendere un sospetto. Cocina aveva evidenziato “anomalie” nel bando ponte, mentre Rossella Pezzino de Geronimo, titolare della Dusty, aveva presentato esposti in Procura. “Abbiamo denunciato in tempo che la questione rifiuti, a Catania, non era regolare. Fa piacere – aggiunge – che la Procura sia andata in fondo a quanto segnalato. Speriamo che il futuro appalto – conclude – possa essere progettato e gestito in maniera corretta”.

Non solo. La vicenda avrebbe legami anche con la cessione del ramo d’azienda di Officine Meccaniche, oggi Sicilcar, la ditta che si occupa della pulizia e manutenzione dei mezzi delle nettezza urbana. L’appalto, qualche mese fa, era finito sotto accusa da parte di alcuni dipendenti, danneggiati nel pagamento di stipendi e contributi.

“Un altro fatto oscuro della gestione Fazio riguarda l’appalto di manutenzione mezzi N.U. di Pantano D’arci – affermano oggi – dove il servizio è in proroga dal 2013, con una prima cessione d’azienda con il licenziamento della dottoressa Li Destri e una seconda cessione accettata nel 2016 con Fazio dirigente e ingegnerie Raciti direttore. Nonostante ci fossero dei punti oscuri evidenziati anche in Prefettura sulla cessione di ramo d’azienda che avevano portato a invalidare la stessa, i dirigenti del comune di Catania accettarono l’atto notarile ambiguo”.


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