"Rifiuti non trattati a Bellolampo" | La Rap: "Accuse senza prove" - Live Sicilia

“Rifiuti non trattati a Bellolampo” | La Rap: “Accuse senza prove”

La 'Risorse ambiente Palermo' intende inviare il filmato alla magistratura.

Il video diffuso da 'Report'
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PALERMO – Un autocompattatore che conferisce rifiuti direttamente in discarica “così come sono stati raccolti”, senza alcun trattamento, e una pala meccanica che spinge il carico tra i sacchetti di Bellolampo. E’ quanto si nota in un video di ‘Report’, reso noto dalla trasmissione di Rai 3 nel corso della puntata di lunedì che ha affrontato la situazione rifiuti a Palermo e nel resto della Sicilia. “E’ evidente che disporrò tutti gli accertamenti e chi ha sbagliato pagherà”, sono le parole espresse dal sindaco, Leoluca Orlando, nel corso del servizio andato in onda ma nel pomeriggio di lunedì la Rap, azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti nel capoluogo, diffonde una nota in cui parla di “accuse prive di fondamento e non supportate da prove”.

Secondo la Rap le immagini diffuse da ‘Report’ sono “senza indicazioni precise sulla data e sull’orario della ripresa, di qualità bassissima” e “certamente non realizzate con mezzi di ripresa televisivi”. Il video “mai riprende per esteso – è la replica anticipata di Rap rispetto alla messa in onda del servizio – tutta l’area dello spiazzo della discarica”. Nella nota l’azienda ricorda che “il conferimento diretto in discarica, senza cioè che i rifiuti siano pre-trattati nell’impianto TMB, è contemplato dalla vigente procedura AIA (Autorizzazioni integrate ambientali, ndr)” e che “si tratta di rifiuti provenienti dalla da pulizia delle strade”. Rap inoltre sottolineava che “proprio in quell’area era operativo fino ai primi giorni di gennaio un impianto mobile di tritovagliatura per la successiva lavorazione, impianto che ‘stranamente’ – ancora Rap – non viene inquadrato nel video”. L’azienda ha comunque intenzione di fornire copia delle registrazione televisiva alla Procura della Repubblica “per tutti gli accertamenti del caso” e all’ordine dei giornalisti “per la verifica della correttezza deontologica dell’operato dell’inviata”.


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