Qualcuno di voi segue le vicende interne al Vaticano ? Se, come me, ama i gialli e le storie di spie, glielo consiglierei. In queste settimane, ad esempio, è successo che monsignor Dario Edoardo Viganò abbia proposto a Joseph Ratzinger di scrivere una prefazione a una collana di undici libretti in cui altrettanti autori presentano sinteticamente il pensiero di papa Francesco. La strategia è chiara: indurre l’ex papa a parlare bene del successore. Ma Benedetto XVI, che non è stupido, annusa la trappola, prenda carta e penna, ringrazia e rifiuta. Viganò, in perfetto stile sovietico, pubblica la lettera del papa con un trucco fotografico grazie al quale salta un pezzo centrale. La cosa viene notata, solleva clamore mediatico e monsignor Viganò ritiene necessario firmare le proprie dimissioni.
Ma qual era il passaggio censurato ? In esso Ratzinger esprimeva la sua “sorpresa” nel vedere tra gli autori prescelti “il professor Hünermann, che durante il mio pontificato si è messo in luce per aver capeggiato iniziative anti-papali”. Insomma: una bella, triplice stoccata! Al teologo Peter Hünermann, accusato di essere in odore di eresia; a monsignor Viganò, accusato di aver incaricato Hünermann di scrivere su papa Francesco; allo stesso papa Francesco che ha fatto tesoro di molte indicazioni innovative di Hünermann, soprattutto in campo morale.
Ma la bordata dell’ex papa non è piaciuta all’Associazione dei teologi europei “Esct” , fondata proprio Hünermann, che ha reagito fermamente: “Riteniamo – scrive l’attuale presidente Thiel – che la fedeltà ecclesiale del professor Hünermann sia irreprensibile. Fu il suo zelo a una fedeltà genuinamente ecclesiale, che insieme riconosce e facilita una pluralità di validi approcci teologici, ad averlo portato alla creazione dell’Esct nel 1989”. E ancora: “Era anche l’anno nel quale gli eventi politici che si stavano svolgendo nell’Europa centrale e orientale garantivano nuova libertà e nuove opportunità per la cooperazione teologica ed ecclesiale”. […] L’Esct non è mai stata concepita in opposizione al magistero pontificio. Sin dal suo inizio e fino ad oggi crediamo che abbia fornito una piattaforma paneuropea essenziale per il dialogo dei teologi cattolici di tutte le discipline teologiche in tutta Europa. In effetti, crediamo che il leale servizio dell’Esct alla missione della Chiesa abbia superato la prova del tempo e continui ancora oggi a facilitare una pluralità autenticamente cattolica di approcci teologici in risposta alle molte e urgenti sfide affrontate dalla nostra Chiesa in Europa. Per tutto questo siamo molto grati all’ispirazione e alla lungimiranza del professor Hünermann”.
Insomma: secondo i teologi europei più prestigiosi e più avanzati Joseph Ratzinger ha confermato, con le righe censurate da monsignor Viganò, di non essere più “infallibile”. Ammesso, e non concesso, che lo sia stato prima.
ma l’istituto dell’infallibilità l’ultima volta che venne utilizzato da un pontefice fu Puo XII con la proclamazione del dogma dell’assunzione di Maria nel 1950. se non diciamo questo, diremmo che ogni gesto fatto da un papa avrebbe i crismi dell’infallibilità, e non è affatto così. nello specifico,penso che il vero errore è stato nell’avere pubblicato una lettera privata a prescindere anche dal modo. Non è scritto da nessuna parte che debba esserci una sorta di continuità tra un papa e l’altro. Ognuno di essi li accettiamo come doni dello Spirito, con le loro peculiarità, caratteristiche umane, spirituali e culturali. il resto è fuffa per chi vuole sempre pescare nel torbido.il Papa è Francesco, Benedetto si è dimesso giurando obbedienza al suo successore.Situazione nuova,al momento unica, ma nel contempo del tutto chiara.
Questioni simili per secoli hanno fatto versare sangue e Trattati di diritto canonico come se la disciplina canonica fosse essa stessa essenza religiosa. Con Francesco la chiesa non è più ecclesiocentrica ma cristiana.Non è che ho fede in Gesù perchè i papi sono infallibili o fallibili…
penso che la Chiesa in questo momento storico sta attraversando uno dei periodi piu’ delicati e critici della Sua esistenza.
Le profonde trasformazioni della societa’, dei costumi, del modo di comunicare, obbligano la Chiesa ad una profonda revisione del modo di rapportarsi con le altre religioni, con i nuovi costumi, con i propri fedeli.
E’ uno sforzo immane, che impegna i due Papi seppure con ruoli diversi.
Come tutte le fasi di transizione, ci possono essere incertezze, errori, revisioni del modo di operare.
I cristiani di oggi si devono interrogare e alla luce del Vangelo, trovare il modo di
essere attuali e coerenti con il messaggio Evangelico e nello stesso tempo capaci di
alimentare i valori universali che avvicinano le religioni elevandole a strumento di fratellanza e convivenza armoniosa e pacifica.
Benedetto XVI e Papa Francesco si sono attivati. Speriamo!
Il Santo Padre Ratsinger, ha immolato se stesso con un atto di tale elevata sacralità che difficilmente gli uomini e in particolare quelli del nostro tempo, anche i più “esperti” teologi, potranno comprenderne e/o interpretarne il “puro” significato. Preghiamo per lui e per la sua fermezza d’animo. Pace!
A prescindere dal crederci o meno, l’infallibilità del papa attiene all’enunciazione di dogmi, non certo a giudizi sulle doti teologiche di Tizio o Caio.