L'ultima foto prima della tragedia| "Un fulmine mi ha tolto il marito" - Live Sicilia

L’ultima foto prima della tragedia| “Un fulmine mi ha tolto il marito”

Angelina Ferrara con il marito durante il viaggio in Madagascar

La drammatica fatalità in Madagascar. La moglie di Costa: "Ora chiedo una mano alle istituzioni".

PALERMO – Non c’era una nuvola, ma quel fulmine ha squarciato il cielo in due all’improvviso. Ha colpito in pieno Rosario Costa, palermitano di 55 anni, in vacanza con la moglie in Madagascar. Era lo scorso 5 febbraio, il giorno che ha segnato il confine tra il viaggio felice e la tragedia.

A raccontare quei momenti terribili è proprio Angelina Ferrara, che una volta tornata a Palermo si è trovata a dover convivere con una realtà difficilissima: “Mio marito è morto in un modo assurdo, non ho potuto fare nulla per salvarlo – dice -. Mi sono sentita abbandonata da tutti e sono tuttora lasciata in balìa di me stessa. Dopo tanti sacrifici eravamo finalmente riusciti ad organizzare quel viaggio, mai avrei pensato che una tragica fatalità avrebbe ucciso mio marito”. Nulla lo lasciava presagire.

“Durante un’escursione in macchina ci siamo fermati in un piccolo centro, nel distretto di Miandrivazo, per mangiare velocemente dei panini. Il cielo era nitido, non pioveva. Abbiamo notato che in lontananza era molto nuvoloso e che probabilmente sarebbe arrivato il maltempo, ma era distante vari chilometri. Una volta fermi – prosegue – siamo scesi dall’auto. Rosario si è appoggiato alla macchina, stava mangiando un panino quando ho visto cadere il fulmine. Ha cominciato a tremare, è finito per terra. Ho pensato fosse rimasto soffocato, ho subito tentato di liberargli la gola, ma mi sono subito resa conto che era successo qualcosa di terribile: la maglietta che indossava si era strappata, lui continuava a tremare. Ho tentato di effettuare un massaggio cardiaco, mi è morto tra le braccia. Poi un’intensissima luce blu è risalita verso il cielo. Così quel fulmine ha portato via mio marito”.

Anche la corsa disperata verso l’ospedale, distante soltanto pochi metri, si è rivelata inutile. “Lì mi hanno solo confermato il decesso. Da quel momento è cominciato il mio calvario – continua Angelina Ferrara -. Sotto choc ho dovuto affrontare l’intera procedura per il rimpatrio della salma da sola, sostenendo anche le spese per la mia permanenza. Con me soltanto il console onorario in Madagascar, che mi ha subito detto che avrei dovuto far fronte a tutti i costi, visto che io e mio marito non avevamo l’assicurazione e dall’Italia non potevo pretendere nulla. Credevo avrei ricevuto una maggiore assistenza, invece ho provato un grande senso di solitudine e smarrimento, lo stesso che oggi porta a chiedermi cosa sarà di me. Per fortuna hanno contribuito alle spese sostenute per il rimpatrio dal Madagascar a Roma, la chiesa dei Santi Pietro e Paolo e la cattedrale. Anche il Centro Padre Nostro mi ha aiutato”.

Rosario Costa aveva lavorato fino all’età di quarant’anni all’Iveco. Dopo la chiusura dell’azienda si arrangiava con attività saltuarie. Negli ultimi tempi lavorava come agente di commercio. “La sua era l’unica fonte di guadagno per la nostra famiglia – dice la moglie -. Anch’io ho perso il lavoro tanto tempo fa, non ho quindi idea di come farò adesso ad andare avanti. Ho ancora una figlia da mantenere all’università e affrontare anche le piccole spese quotidiane è diventato un incubo. Speravo che le istituzioni si facessero avanti, mi porgessero una mano. Sto cercando un lavoro, ma purtroppo alla mia età è quasi impossibile. Ho bisogno di aiuto. Oltre ad aver perso mio marito non posso anche perdere la speranza”.


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