Nella Villa un triste spettacolo | Il degrado nella città immobile - Live Sicilia

Nella Villa un triste spettacolo | Il degrado nella città immobile

Villa Margherita è anche sede del Luglio musicale. Ma è abbandonata all'incuria. Qualcuno sta provando a salvarla.

Siamo a Trapani, città lambita da due mari, il cui paesaggio millenario è stato immaginato dai suoi architetti nell’ultimo quarto di secolo come “Porta occidentale” dell’area euro-mediterranea, importante approdo di scambi del mare Africano.

Una città immobile

Ebbene, in questa città ormai da troppo tempo piegata su se stessa, commissariata dallo scorso giugno, con uno scalo aeroportuale in crisi, priva di un teatro comunale, dal vasto patrimonio storico-architettonico abbandonato, con pochissimo spazio verde pubblico interessato però da capizzature e abbattimenti in nome dell’incolumità collettiva, con una linea ferroviaria aperta nel 1880 che ha mantenuto nei collegamenti i tempi e i ritmi romantici di fine Ottocento, ebbene dicevamo, qui, tutto è paralizzato, fermo, stagnante. Tutto si muove con estrema lentezza e fatica, particolarmente evidente dopo l’euforia del 2005: l’anno della sbornia dei favolosi giorni della ribalta sullo scenario internazionale seguiti al passaggio dell’America’s cup, in cui i sogni sembravano diventare realtà. Tutto invece è svanito nel nulla lasciando l’amaro in bocca, non conseguendo quel riscatto turistico ed economico tanto atteso da una città che non sarebbe difficile definire bella.

Luglio musicale e Villa Margherita

Tra i fatti di cronaca recenti vi è il caso dell’ente Luglio musicale, il Teatro lirico di tradizione all’aperto, ente partecipato del Comune, che da 70 anni opera nella Villa Margherita, dichiarata giardino comunale monumentale nel 1999. La villa presenta al suo interno precarie strutture di scena non rispettose del vincolo paesaggistico (oggetto di sanatoria): da tre anni era diventata un deposito a cielo aperto, dove giacevano anche fuori stagione, il palco teatrale, la sua recinzione e gli impianti tecnologici, che ne alteravano il decoro e la fruizione collettiva del giardino, alimentando una serie di lamentele e polemiche rimbalzate sul web (le ordinanze del Commissario straordinario Francesco Messineo ne hanno certificato il degrado, la mancata sicurezza e la mancata fruibilità). Dallo scorso ottobre è il simbolo di una battaglia civica sostenuta dagli “Amici della Villa Margherita”, un comitato di cittadinanza attiva che si è scontrato con i poteri forti rompendo un muro di silenzio.

Oltre alle criticità legate al degrado c’è un’altra questione da capire: il Luglio musicale riceve ogni anno circa un milione 250mila euro solo per organizzare tre concerti di opere liriche, altrettante repliche, una rassegna letteraria e piccoli eventi collaterali (questi ultimi costano circa 5mila euro). I finanziamenti sono così articolati: 450mila euro provenienti dal capitolo bilancio cultura del Comune, in quanto ente partecipato, pari alla metà dei fondi dell’intero capitolo, la rimante parte va alla Biblioteca comunale Fardelliana. Per qualunque altra attività culturale non c’è un euro, al comune di Trapani infatti non rimangono fondi neppure per la semplice presentazione di un libro. Insomma, il Luglio musicale un ente ben nutrito. Ai fondi provenienti dal Comune si aggiunge il contributo del Mibact (circa 300mila euro) in virtù del titolo di Teatro di tradizione, più quello della Regione siciliana, che nel 2016 è stato di 500mila euro. A capo dell’ente siede l’ex consigliere comunale di Trapani, consigliere delegato e direttore artistico, Giovanni De Santis, che si è avvalso della consulenza del professore e direttore d’orchestra Andrea Certa.

L’ente con nove dipendenti, dispone tra l’altro di palazzo De Filippi, dove ha sede, e di varie attrezzature e mezzi. Non si conoscono invece nel dettaglio i dati relativi al numero di spettatori che partecipano alle attività organizzate dal Luglio musicale, attività che certo non generano visibilità né flussi turistici nemmeno a livello regionale.

Dopo una fitta corrispondenza su richieste di rimozione “urgente azione di recupero e valorizzazione dello storico giardino” tra amministrazione comunale, Soprintendenza, Legambiente e Comitato “Amici della Villa Margherita”, considerata “l’importanza storico-culturale del bene”, il 27 marzo scorso si è raggiunta un’intesa parziale con l’ente, per cui il palco non verrà rimosso (tutto il resto è stato smontato) sino alla fine della prossima stagione lirica, e il consigliere delegato De Santis si è impegnato a coinvolgere la Fondazione degli Architetti di Trapani per la riqualificazione estetica della struttura teatrale. C’è da chiedersi come gli architetti possano pensare di riqualificare una struttura ufficialmente abusiva.

Gli altri beni nel degrado

Il caso di Villa Margherita è solo emblematico della condizione in cui si trova l’intero patrimonio culturale costituito da beni pubblici comunali. L’elenco è lungo e comprende il Castello di Mare isola La Colombaia, l’ex ospedale-palazzo Lucatelli, il convento San Domenico restaurato ma senza certa destinazione d’uso, la Casina liberty delle palme, lo storico mercato del pesce e il Lazzaretto. Tutti nel centro storico.

“Il significato del paesaggio trapanese, possibile, se non unica, risorsa sostenibile per disegnare il futuro delle nostre città – spiega Vito Mancuso, presidente dell’Ordine degli architetti di Trapani – ci ha spinto, nello scorso dicembre, a inviare una nota all’assessore ai Beni culturali della Regione siciliana Vittorio Sgarbi, affinché considerasse nella scelta del nuovo soprintendente di Trapani, la nostra richiesta di dialogo istituzionale con un architetto paesaggista”.

Come contrastare la desertificazione culturale e il degrado dei centri storici così come delle periferie? “Senza guardare lontano, Valencia e Siviglia città meridionali gemelle di Trapani per la popolare processione dei Misteri, e per essere Obiettivo 1 della Programmazione europea, hanno dimostrato che è possibile sperimentare progetti di rigenerazione e partecipazione, mentre il nostro immaginario di “Porta d’occidente” è stato chiuso come una stazione dove non si fermano i treni”.

La nota del presidente dell’Ordine degli architetti, esprime preoccupazione sul difficile rapporto tra Comune e Soprintendenza nella “gestione del paesaggio trapanese e delle energie rinnovabili (eolico e fotovoltaico)” e richiede una lungimirante politica di tutela del territorio nel tentativo di contrastare la criminalità organizzata.

All’assessore Sgarbi, già sindaco di Salemi, non era certo sfuggito quanto fossero delicati i rapporti tra Comune e Soprintendenza. In effetti, la storica figura del Soprintendente di un tempo è andata in pensione e non sarà semplice trovare un profilo adeguato tra il personale disponibile. Tant’è che nonostante i termini di scadenza della presentazione delle istanze di partecipazione a questa postazione dirigenziale (atto di interpello) siano stati prorogati al 23 marzo, non è ancora stato nominato il nuovo Soprintendente. Toccherà ora al nuovo assessore ai Beni culturali (sembra vicinissimo all’incarico in giunta l’archeologo Sebastiano Tusa, già Soprintendente di Trapani), indicare la persona giusta.

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