Riunioni segrete e accordi |Candidati al lavoro per le liste - Live Sicilia

Riunioni segrete e accordi |Candidati al lavoro per le liste

Pogliese, Bianco, Abramo, Pellegrino: ecco chi appoggerà i principali candidati alla carica di sindaco.

verso le amministrative
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CATANIA – Fibrillazioni, riunioni segrete, trattative e calcoli. A circa un mese dalla presentazione delle liste per le amministrative previste a giugno, fervono gli incontri e le contrattazioni per preparare quelle a sostegno di questo o di quel candidato. Mai come quest’anno, infatti, le formazioni che appoggiano gli aspiranti primi cittadini hanno un peso tale da poter decretare la vittoria di uno o dell’altro tra gli sfidanti. Per questo si lavora, e alacremente, per chiudere il prima possibile e al meglio.

I giochi sarebbero già chiusi, o quasi, per i tre candidati principali, che potranno contare su un buon numero di liste. Almeno 8 per il candidato del centrodestra Salvo Pogliese, che potrà contare, a quanto pare, su una formazione targata Forza Italia, una targata Fratelli d’Italia – che a Catania è notevolmente cresciuto in termini di consenso e simpatizzanti – una che potrebbe essere animata dall’ex assessore allo sport di Raffaele Stancanelli, Sergio Parisi – che fa parte del tavolo tecnico presentato di recente dall’eurodeputato -e altre tre o quattro formazioni civiche o con personalità legate al candidato sindaco. Oltre a quella della Lega che, a quanto pare, sarebbe ancora in ballo, nonostante la candidatura di Angelo Attaguile. Un’altra lista sulla quale Pogliese dovrebbe poter contare è quella dell’Udc di Alessandro Porto e Giovanni Pistorio.

Enzo Bianco potrà contare su almeno sei liste, forse sette. In questo caso, però, mantenendo l’aspetto civico ovvero senza avere alcun simbolo. A sostegno del sindaco uscente è già spuntata la formazione I progressisti che alcuni vorrebbero legata all’assessore alla Bellezza condivisa, Orazio Licandro. Ma sarebbero pronte già due liste targate Luca Sammartino, una dovrebbe essere Cambiamento Reale – Voce Civica, un’altra che dovrebbe ospitare l’attuale assessore all’Urbanistica, Salvo Di Salvo ed elementi del Pd cittadino, tra cui forse l’ex assessore Villari. Una lista poi sarebbe quella preparata dall’ex sindaco di Pedara, Anthony Barbagallo, che dovrebbe vedere tra i candidati Ersilia Saverino e che potrebbe chiamarsi Democratici e popolari. Una poi, ma forse saranno due, sarà la lista riferimento diretto al primo cittadino, Patto per Catania.

Tre formazioni, poi, sarebbero già pronte per sostenere Emiliano Abramo. Il candidato rappresentante della Comunità di Sant’Egidio potrebbe poter contare su tre liste: E’ Catania, dal nome del movimento civico fondato proprio da Abramo, Catania Centrale e Centro solidale, come la lista che ha portato alla riconferma di Nicola Zingaretti alla Regione Lazio. Abramo poi sembra sostenuto anche da alcuni ambienti universitari.

Riccardo Pellegrino, che nonostante l’avviso di conclusione indagini per corruzione elettorale ha confermato di voler correre per la poltrona di sindaco, potrebbe contare sull’appoggio – e quindi su una lista – targata Casapound. Il consigliere ha sostenuto la formazione di estrema destra alle ultime Politiche e potrebbe ottenere in cambio il sostegno per le amministrative. La corrispondenza della firma in calce all’ultimo comunicato stampa dell’esponente del consiglio comunale, e quella dell’ultimo portavoce di Casapound sembrerebbe un indizio.

Insomma, mai come oggi le liste rappresentano una locomotiva per portare alla vittoria uno dei candidati. Chi ne ha di più potrebbe alla fine vincere. Ma il sillogismo non è così aristotelico.  La nuova legge elettorale, che ha debuttato l’anno scorso nei Comuni, non solo prevede il voto di trascinamento, ma rende le liste fondamentali per le performance finali del candidato di turno che potrebbe prendere forza dai nomi inseriti nelle liste a sostegno, così come perderla questa forza. In caso, ad esempio, la lista in questione non superi lo sbarramento del 5 per cento. Il ballottaggio si verifica se nessuno dei candidati supera il 40%: nel caso che i due più votati abbiano al primo turno lo stesso numero di preferenze, a decidere saranno i voti presi dalle liste collegate o, in ultima istanza, la più giovane età.

Perché, tra le novità introdotte dalla legge regionale, è previsto lo sbarramento. Ostacolo non facile da superare. Da qui la necessità non solo di fare tante liste – per il trascinamento – ma di riempirle di nomi e candidati che possono contare su  un gruzzolo di voti. Ma potrebbe non bastare: tra trascinamento e voto disgiunto, il voto al candidato in lista può andare al candidato sindaco di riferimento, se questo non è indicato specificatamente, o a un altro, nel caso appunto l’elettore voglia scegliere per il consiglio comunale uno schieramento diverso da quello del sindaco.

Anche il premio di maggioranza poi, che equivale a sessanta per cento dei seggi disponibili, viene assegnato in base ai voti di lista. Al primo turno  se le liste collegate al sindaco vincitore riusciranno a raggiungere il 40 per cento dei voti (solo quelle che hanno superato il 5%): in caso contrario, il premio di maggioranza sarà assegnato al vincitore del ballottaggio, a meno che il candidato sconfitto non abbia fatto apparentamenti che gli consentano di presentarsi al secondo turno con una coalizione che, a livello di liste, raggiunge almeno il 50 per cento.

Attenzione poi alla scheda elettorale: se per il sindaco il nome sarà già stampato, agevolando l’elettore, per il Consiglio comunale bisognerà indicare precisamente il cognome del prescelto. Questo potrebbe portare a fare qualche confusione o sbagliare le generalità del candidato che si intende votare. In questo caso, il voto va al sindaco collegato alla lista ma non alla lista stessa.

 


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