Rifiuti, operatori senza stipendio |Il sindaco: "Attivo il piano di rientro" - Live Sicilia

Rifiuti, operatori senza stipendio |Il sindaco: “Attivo il piano di rientro”

In città è caos rifiuti. Intanto, le proteste degli operatori ecologici non si placano. (Immagine di repertorio) 

PEDARA – Sette mesi di stipendi arretrati, e non da poco tempo: le proteste degli operatori ecologici di Pedara iniziano almeno nell’autunno del 2016 per arrivare fino ad oggi. Abbiamo ascoltato residenti e dipendenti di Ecolandia, l’azienda che nel comune etneo gestisce l’appalto della raccolta differenziata, per comprendere meglio il problema. Dal momento che la questione finisce anche col riflettersi sulle condizioni del territorio. “L’amministrazione si è impegnata a regolarizzare la situazione nel giro di qualche mese”, ha riferito il dipendente Marco Coco, “il problema risale ai mesi scorsi perché non si sapeva come recuperare le somme, ma adesso il Comune intende procedere con un piano di rientro”.

Del resto, a monte di tale dissesto non ci sarebbero tanto le responsabilità del Comune, ma quanto quelle dei residenti poco inclini alle buone abitudini. “A Pedara si fa pochissima differenziata: il giovedì si raccolgono i rifiuti indifferenziati e per strada si trova tutto rimescolato”. A contribuire, probabilmente, anche la “leggenda metropolitana” secondo la quale i rifiuti sarebbero stivati tutti insieme dopo le fasi di raccolta, prima dello smaltimento. “Non è così”, precisa Coco, “abbiamo anche un’isola ecologica dove si trovano appositi container per ogni categoria di rifiuti”. In una logica simile, non stupisce che molti cittadini evadano le tasse della spazzatura: e si parla di 2,7 milioni di euro, su una popolazione di 14 mila abitanti.

Non risparmia la zona il fenomeno delle microdiscariche, imbarazzante per gli stessi addetti alla nettezza urbana. “Ogni tanto cerchiamo di rimuovere qualcosa, ma possiamo fare ben poco”, ha ammesso Coco, “perché dobbiamo svolgere la raccolta porta a porta. Nelle giornate più libere ce ne occupiamo”. Si tratta di aree verdi che rientrano anche nel territorio del Parco dell’Etna, contaminate da parecchi anni. “Molti ci fermano segnalandoci questi luoghi, ma non si arriva quasi mai a ripulirli seriamente”. Una situazione che coinvolge l’intero circondario etneo, amareggiando residenti ed esponenti amministrativi, visto che i provvedimenti sembrano quasi sempre vani. Gruppi di cittadini, talvolta, si attivano spontaneamente per riqualificare alcune aree: ma si tratta pur sempre di casi isolati. “Atti di sensibilizzazione potrebbero servire per educare i bambini”, ci fa notare il dipendente di Ecolandia, “ma le persone più anziane non comprendono l’esigenza di differenziare i rifiuti”.

Abbiamo quindi chiesto al sindaco di Pedara, Antonio Fallica, un riscontro sulla questione. “Il piano di rientro è partito in Febbraio”, ci ha chiarito, precisando quali siano le complicazioni del caso: “Si tratta di recuperare cifre inevase dal 2013, mettendo in atto apposite procedure di riscossione: prima gli ‘avvisi bonari’, poi quelli ‘di coercizione’ ai debitori”. La cifra inevasa, ci è stato confermato dal primo cittadino, ammonta a quasi tre milioni di euro: “E per gli stipendi siamo in debito di un milione di euro con Ecolandia”, ammette il primo cittadino, che così prosegue: “Comprendo perfettamente l’esasperazione delle persone, ma esistono purtroppo dei tempi tecnici: scioperare non risolve. Entro un anno proveremo a risolvere gran parte di questa problematica degli stipendi, anche se credo che prima di due anni il processo non si potrà ultimare”.

 


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