"A ogni provincia i suoi rifiuti" | Da Palermo a Gela caos immondizia - Live Sicilia

“A ogni provincia i suoi rifiuti” | Da Palermo a Gela caos immondizia

Il sopralluogo di Musumeci alla discarica Cozzo Vuturo

Musumeci detta la linea, ma in diverse città le strade sono invase dai sacchetti. Il Pd attacca.

Il governo e l'emergenza
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PALERMO – Nello Musumeci sceglie la discarica di Cozzo Vuturo di Enna, che entro due mesi dovrà vedere attivo l’impianto di trattamento meccanico biologico dei rifiuti, per comunicare le intenzioni del governo regionale: “Ogni provincia si piange i propri rifiuti”. La “teoria” dell’esecutivo, che al di là delle buone intenzioni è ancora lontana dalla realtà, viene scandita nel corso di un sopralluogo con il dirigente generale dipartimento Acque e rifiuti Salvo Cocina, che coadiuva Musumeci nella struttura commissariale decisa dal governo nazionale per trovare una via d’uscita all’emergenza nell’Isola.  “Vogliamo che il ciclo dei rifiuti nasca e muoia all’interno della stessa provincia”, è il pensiero di Musumeci davanti a una emergenza che torna in tutta la sua gravità a macchia di leopardo nei vari angoli di Sicilia. Situazioni locali al momento, ma che con l’avvicinarsi della stagione estiva potrebbero scoppiare in tutta la loro gravità. Al governatore, intanto, si rivolge il capogruppo del Pd all’Ars Giuseppe Lupo, che chiede il suo intervento in Aula per spiegare “perché, a distanza di due mesi dal dibattito sull’emergenza rifiuti, il cronoprogramma dei provvedimenti annunciati resti ancora un libro dei sogni”. Lupo chiede di sapere “a che punto è la redazione del piano per la realizzazione delle piattaforme per la raccolta differenziata, il compostaggio ed il conferimento post trattamento, che avrebbe dovuto essere pronto entro il mese di febbraio”. Per il capogruppo del Pd  “è urgente definire un realistico programma di interventi perché l’emergenza rifiuti sta crescendo e rischia di esplodere in piena estate ed in piena stagione turistica”.

In cima alla lista delle preoccupazioni c’è Palermo, dove il guasto all’impianto di pretrattamento dei rifiuti a Bellolampo ha rigettato il capoluogo nell’emergenza e nell’incubo dei cassonetti incendiati. Nella notte tra sabato e domenica i vigili del fuoco sono stati impegnati in una dozzina di interventi nei vari quartieri della città: da Tommaso Natale a Falsomiele. Le strade sono invase dai rifiuti e anche la ripresa del piccolo impianto mobile di Bellolampo, che era finito anche ko come il gemello più grande qualche giorno fa, non consente alla città di respirare. La raccolta dei rifiuti va a rilento: “Faremo di tutto per far rientrare l’emergenza anche se non abbiamo la bacchetta magica – fanno sapere dalla Rap, l’azienda che si occupa della raccolta e dello smaltimento dell’immondizia a Palermo -. Sappiamo bene dove sono le difficoltà maggiori ma ci vuole tempo e attrezzature specifiche”.

E se le fiamme dei cassonetti sono state domate con facilità, non si è ancora spento il fuoco della polemica sorta dopo la nota con cui la Regione dava al Comune il via libera al pretrattamento dei rifiuti nella discarica privata EcoAmbiente. In quella nota il dipartimento Acqua e rifiuti, infatti, bacchettava duramente la Rap e lo stesso Comune di Palermo paventando l’accusa di danno erariale per la ‘cattiva gestione’ dello smaltimento dei rifiuti e per gli scarsi risultati raggiunti nella raccolta differenziata. “La quantità di rifiuti indifferenziato raccolti – è stata l’accusa della Regione – appare in aumento anziché in decremento come richiesto dalle normative”. Rap ha risposto puntando il dito contro le cattive abitudini dei palermitani con il loro “scorretto conferimento di materiali inerti e ferrosi nei cassonetti”, mentre il sindaco, Leoluca Orlando, è andato al contrattacco nei confronti di Cocina, che ha firmato la nota della Regione: “Lo stesso funzionario regionale che da un anno impone alla Rap e ai cittadini di Palermo il funzionamento del Tmb al 120% delle proprie capacità per far conferire i rifiuti di oltre 30 comuni; quello stesso funzionario che mai nella sua carriera ha adottato un solo provvedimento contro i privati affaristi che gestiscono i rifiuti in tutta la Sicilia tranne che a Palermo oggi scrive che sarebbero la Rap e il Comune gli inadempienti – le parole di Orlando -. Ne prendiamo atto, concordando su un punto: i guasti simultanei di questi giorni sono anomali e per questo chiederemo indagini approfondite, anche appunto per verificare se non siano le ordinanze regionali che impongono il sovraccarico alla base dei danneggiamenti, oltre al conferimento di rifiuti ingombranti”. Polemiche che si sono spostate anche sul fronte politico, con lo scontro tra l’Amministrazione e il consigliere comunale Fabrizio Ferrandelli, sconfitto da Orlando un anno fa alle Amministrative. Rap, intanto, prova ad aumentare la differenziata lanciando il secondo step di ‘Palermo differenzia 2’, che riguarda i quartieri Politeama e Massimo.

Ma non c’è solo Palermo nel vortice dei rifiuti. La situazione è difficile anche nell’Agrigentino, dove la raccolta differenziata è quasi un miraggio. Roghi di cassonetti anche a Canicattì, dove il blocco del conferimento in discarica da parte della ditta Catanzaro, che gestisce il sito di Siculiana, ha messo in tilt il sistema di raccolta. Il no della ditta è dovuto alle fatture pregresse non pagate dal Comune, che intanto ha chiesto aiuto alla Regione affinché venga individuato un nuovo sito in cui scaricare i rifiuti. L’invasione di sacchetti in città, intanto, ha costretto i fedeli di religione ortodossa a rinunciare alla processione per le vie limitrofe alla chiesa di San Nicola. A Licata l’emergenza delle scorse settimane è stata spazzata via dalla raccolta straordinaria decisa dalla Regione a metà marzo: oltre 400 tonnellate di spazzatura, che invadevano le strade della cittadina agrigentina,  sono state spazzate via dalle pale meccaniche il cui costo, tuttavia, ricadrà sulle spalle dei cittadini con l’aumento della Tari.

 A Messina, intanto, l’Amministrazione aumenta i controlli sulle regole di conferimento dei rifiuti che vengono spesso violate dai cittadini. A vigilare sarà la polizia municipale, coadiuvata da alcuni operatori scelti tra le file della ‘MessinaServizi Bene Comune’. e opportunamente formati. Il Comune punta a risolvere il problema dell’abbandono illecito di rifiuti da parte di cittadini e commercianti. Stesso quadro anche a Gela, dove il sindaco Domenico Messinese non riesce a fare rispettare le regole della raccolta differenziata ai propri cittadini. Per le strade la situazione è pesante e i cassonetti, inoltre non vengono svuotati da giorni per uno scontro tra l’Amministrazione e l’azienda di raccolta e smaltimento rifiuti.

*Aggiornamento 11 aprile
“Il Comune di Canicattì non conferisce nella nostra discarica dall’11 dicembre 2017, quindi noi non abbiamo interrotto alcun servizio semplicemente perchè non esiste alcun rapporto contrattuale. Non si comprende, pertanto, come mai le stesse accuse non vengono fatte al fornitore del servizio che ci ha sostituiti. Sarebbe anzi interessante capire perché l’ente non ha più conferito nell’altro sito”. Lo comunica una nota della società Catanzaro in merito alla vicenda rifiuti di Canicattì. “Altra questione riguarda l’eventuale ripresa dei rapporti tra Comune e azienda – si legge -. La motivazione non va ricercata in aspetti economici e finanziari, ma nella corretta pretesa della formalizzazione di atti leggittimi, secondo quanto previsto dalla legge. Ciò al fine di evitare un irregolare e reiterato ‘modus operandi’ posto in essere dal Comune”. L’impresa ricostruisce gli ultimi passaggi della vicenda: “L’amministrazione oggi sostiene che sarebbe stata obbligata a conferire presso il nostro sito. Circostanza che viene chiaramente smentita nel momento in cui l’amministrazione di Canicattì ha liberamente deciso di conferire in altro sito, dimostrando l’assenza di qualsiasi forma di vincolo. In ogni caso, non abbiamo posto pregiudizi a riprendere i rapporti, dimostrandoci ampiamente disponibili a rateizzare gli ingenti crediti da noi vantati. Per i crediti vantati dalla società, a dispetto delle attestazioni di copertura finanziaria effettuate dal Comune nel 2017, si apprende, solo al tentativo di riprendere il rapporto, che debbono, inspiegabilmente, essere riconosciuti come debiti fuori bilancio – prosegue la nota -. Si evidenzia che il bilancio 2017 è stato approvato nel dicembre 2017, quindi in evidente squilibrio finanziario”.

Quindi la società conclude: “Contrarre, pertanto, con il Comune di Canicatti significherebbe accettare questa situazione che si colloca, evidentemente, fuori del quadro normativo. Vogliamo ribadire al Comune che l’azienda, nonostante le proposte, non è disposta ad agevolare tale “modus operandi” e si dichiara disponibile a riprendere i rapporti solo e unicamente dopo la formalizzazione di atti legittimi”.


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