Troppi "portaborse" assunti all'Ars | I capigruppo alla Corte dei Conti - Live Sicilia

Troppi “portaborse” assunti all’Ars | I capigruppo alla Corte dei Conti

I magistrati contabili hanno chiesto spiegazioni ai parlamentari. Tutti i numeri.

PALERMO –  Decine di “portaborse” per 70 deputati in soli 116 giorni. E così la nuova Assemblea regionale siciliana finisce sotto esame. La Corte dei Conti chiama l’appello e convoca tutti i capigruppo di Palazzo dei Normanni per fare luce sulle numerose, forse eccessive – stando alle contestazioni dei magistrati contabili – assunzioni di collaboratori esterni nei gruppi. Nonostante il termine venga ancora utilizzato impropriamente, i portaborse in realtà non esistono più. Si sono “estinti”, per legge, con la fine della passata legislatura per lasciare il posto a nuove figure professionali che, nelle intenzioni del legislatore – Mario Monti, per l’esattezza – avrebbero dovuto rendere più semplice e trasparente la spesa dei gruppi parlamentari per il personale. Ma questo evidentemente, nella maggior parte dei casi, non sta succedendo. E, anzi, la nuova organizzazione, in barba alla sempre invocata spending review, costerà all’Assemblea regionale siciliana anche di più: 4.088.000 invece di 3.240.000 euro. 

A Palazzo dei Normanni, con 70 deputati, il numero di personale esterno assunto supera quello dei dipendenti dell’amministrazione. Tra portaborse, collaboratori, consulenti e personale cosiddetto ‘stabilizzato’, vale a dire i precari storici i cui nominativi sono inseriti in un elenco ‘speciale’ al quale attingono i gruppi parlamentari a inizio legislatura, sono 226 gli “esterni” contrattualizzati a Palazzo dei Normanni: 162 sono inquadrati dai gruppi parlamentari (88 portaborse e 74 stabilizzati) e 64 sono stati arruolati nei propri staff dai nove componenti del Consiglio di presidenza dell’Ars. Venti sono i collaboratori che fanno parte dello staff del presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè. I dipendenti dell’amministrazione sono 177.

Il problema alla base di tutto è la parcellizzazione del budget a disposizione dei singoli deputati nel passaggio dai Gruppi. La ratio sarebbe quella di un collaboratore per deputato, ma non è la direzione in cui si sta muovendo l’Ars e la Sezione di controllo della magistratura contabile vuole fare chiarezza sulla recente infornata di decine di collaboratori da parte dei gruppi regionali, contro cui ha tuonato anche il presidente dell’Ars Gianfranco Micciché, nonostante il suo gruppo sia tra quelli con il maggior numero di esterni assunti.

Alla Corte dei Conti i capigruppo ci sono tutti, seduti vicini in prima fila: Giuseppe Milazzo di Forza Italia, Alessandro Aricò di Diventerà Bellissima, Antonio Catalfamo di Fdi, Giuseppe Lupo del Pd, Valentina Zafarana dei 5 stelle, Carmelo Pullara dei Popolari e autonomisti, Nicola D’Agostino di Sicilia futura e Tony Rizzotto del gruppo misto.

Il presidente delle sezioni riunite della Corte dei Conti, Maurizio Graffeo, nel corso dell’adunanza pubblica di questa mattina ha chiesto ai singoli capigruppo dell’Ars se fossero a conoscenza del decreto presidenziale 293/2017 e se fosse mai passato al vaglio del Consiglio di presidenza. La risposta di tutti è stata “non ne sappiamo nulla”. In pratica, c’è il sospetto che si tratti di assunzioni “illegittime”, per via di una  “leggina”, che fu approvata quattro anni fa e scattata all’inizio di questa legislatura. A quantificare la somma a disposizione di ogni deputato per i portaborse D6, poco più di 58.500 euro all’anno, è un decreto del 23 novembre dell’anno scorso firmato dall’ex presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, nel periodo in cui l’Ars si trovava in “ordinaria amministrazione” in attesa dell’insediamento del nuovo Parlamento, e mai portato in Consiglio di presidenza. Al provvedimento, stando alle dichiarazioni dei capigruppo davanti ai giudici contabili, non sarebbe stata data “adeguata pubblicità”, tanto che tutti quanti sostengono di  avere appreso dell’esistenza del decreto solo dopo i rilievi mossi proprio dai giudici contabili qualche giorno fa. 

La prima a essere “sentita” dai magistrati contabili è stata Valentina Zafarana, capogruppo del Movimento 5 stelle: “Il mio gruppo, quando il 14 dicembre 2017 abbiamo stipulato i contratti, non era a conoscenza del decreto firmato da Ardizzone. Vogliamo assicurare, comunque che i rilievi sono stati presi in considerazione dal gruppo e che ci adegueremo alle indicazioni che abbiamo ricevuto”. Sulla stessa linea d’onda il capogruppo del Pd Giuseppe LupoGiuseppe Milazzo, capogruppo di Forza Italia, comunicando il numero di unità del personale del gruppo parla di “fase sperimentale” e di “organizzazione di una pianta organica per rispondere alle esigenze del gruppo”. “Ho ritenuto opportuno – ha detto – affidarci a un esperto che ha parametrato il fabbisogno del gruppo, come pianta organica, rapportandolo a quello della Camera”. Forza Italia, che ha assunto 32 persone, tra stabilizzati ed esterni, ha avuto anche l’obbligo di assumere un disabile. 

Ecco i numeri: i nuovi portaborse, cosiddetti D6, sono in totale 88, mentre gli ‘stabilizzati’ contrattualizzati sono 74 nonostante nell’elenco storico a disposizione della presidenza dell’Ars ne risultino 85. A contrattualizzare il maggior numero di ‘portaborse’ è stato il gruppo M5s, che conta 20 parlamentari, ha assunto 21 portaborse mentre sono 3 gli ‘stabilizzati’ assunti; Forza Italia (13 parlamentari) ha in organico 19 ‘portaborse’ e 13 ‘stabilizzati’; il Pd (11 deputati) 16 portaborse e 18 ‘stabilizzati’; i Popolari e autonomisti (6 deputati) 12 portaborse e 9 ‘stabilizzati’; Diventerà Bellissima (6 deputati) 9 portaborse e 10 ‘stabilizzati’; gruppo Misto (4 deputati) 7 portaborse e 3 ‘stabilizzati’; Fratelli d’Italia (3 deputati) 4 portaborse e 4 ‘stabilizzati’; Sicilia futura (2 deputati) conta 6 ‘stabilizzati’ mentre i due ‘portaborse’ che erano stati assunti dal gruppo si sono dimessi ieri. Il gruppo dell’Udc ha 8 ‘stabilizzati’ di cui uno in aspettativa non retribuita e non ha assunto alcun portaborse: l’ex capogruppo Margherita La Rocca Ruvolo proprio in disaccordo con l’ipotesi di assumere i portaborse s’è dimessa nei giorni scorsi. 

“Abbiamo stipulato a firma di Margherita La Rocca Ruvolo 8 contratti per il personale ‘stabilizzato’. Di questi – spiega Eleonora Lo Curto, nuovo capogruppo dell’Udc – uno è posto in aspettativa presso l’assessorato alle Attività produttive. Ad oggi non abbiamo assunto altro personale D6, prima serve una adeguata riflessione sulle necessità del gruppo. Per verificare mano a mano, col precedere della legislatura se sarà il caso di procedere con assunzioni. Può sembrare eccessivo avere 8 stabilizzati, ma questo dipende dal fatto che ci sono gruppi, ben più numerosi del nostro, che hanno stabilizzato poco personale”. A questo proposito, nel corso dell’adunanza, il capogruppo di Diventerà Bellissima, Alessandro Aricò, ha rivelato di avere ricevuto una diffida da uno degli ‘stabilizzati’ che non ha trovato posto in alcun gruppo parlamentare.

“Ritengo sia stato essenziale l’intervento della sezione di Controllo della Corte dei Conti della Sicilia per tutelare i Gruppi parlamentari regionali rispetto alla corretta gestione delle risorse finanziare a questi assegnati. Nello stesso modo – afferma Nicola D’Agostino, capogruppo di Sicilia Futura all’Assemblea regionale siciliana – la Corte dei Conti ha più volte sollecitato l’Assemblea regionale siciliana e il Consiglio di presidenza ad adottare finalmente una normativa che chiarisca bene come agire. Talvolta le prassi, senza atti chiari e provvedimenti ad hoc dei vertici dell’Ars, mettono a rischio la legittimità degli atti e delle delibere poste in essere dai Gruppi parlamentari. Per quello che ci riguarda, Sicilia Futura ha recepito tutte le indicazioni, i consigli, rispettando anche le prescrizioni, della Corte dei Conti”.

 


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