Il gip scarcera Di Stefano| Ma l'inchiesta va avanti - Live Sicilia

Il gip scarcera Di Stefano| Ma l’inchiesta va avanti

Il dirigente comunale è accusato di corruzione e falso.

inchiesta sibilla
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CATANIA. Ha lasciato il carcere di Piazza Lanza oggi, a due mesi dall’arresto per corruzione e falso, il dirigente dell’area tecnica del comune di Acireale Salvatore Di Stefano. Il gip di Catania Giovanni Cariolo ha accolto l’istanza di sostituzione della misura, presentata dai difensori di fiducia Orazio Consolo e Michele Ragonese, ed ha concesso all’indagato gli arresti domiciliari. Il funzionario, coinvolto nell’inchiesta denominata Sibilla, che ha portato tra gli altri all’arresto anche dell’ex sindaco di Acireale Roberto Barbagallo, è accusato di aver intascato una tangente di 6600 euro per attestare il collaudo di alcune opere cimiteriali. Un collaudo in realtà mai compiuto, secondo quanto ricostruito dalla Procura di Catania.

Ad inchiodarlo in particolare un’intercettazione nel quale l’uomo sembra all’oscuro di quanto si accingeva ad attestare. “Mu spieghi esattamente…che cosa sto collaudando”, chiede a Salvatore Leonardi, consulente della società aggiudicataria dell’appalto. E quest’ultimo lo invita a venire di persona al cimitero, almeno una volta, non tanto per collaudare ma per vedere quelle opere: “per vaddalli sti lucernari, su simpatici, tutto sommato vinni…un bellu”. Una conversazione, per gli inquirenti, inequivocabile.

Intanto nelle scorse settimane sarebbero stati convocati in Procura altri politici vicini all’ex primo cittadino Roberto Barbagallo. Tra loro qualche consigliere comunale ed assessore per chiarire la natura di alcune intercettazioni. Sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti anche alcune ordinanze sindacali riguardanti il cimitero comunale.

 

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