Di Maio, Salvini e le ombre sul Cav | La Trattativa irrompe sul governo - Live Sicilia

Di Maio, Salvini e le ombre sul Cav | La Trattativa irrompe sul governo

I grillini attendono le mosse del leader della Lega. Ma sono certi: "Pietra tombale su qualsiasi accordo con Berlusconi".

Il processo di Palermo
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PALERMO – L’assist della sentenza di Palermo viene raccolto al volo dai 5 Stelle in difficoltà a Roma. Dopo il diniego di Silvio Berlusconi alla genesi di un gabinetto grillino con un appoggio esterno forzista, i grillini, che quell’appoggio esterno avrebbero accettato eccome, afferrano al volo l’occasione offerta dalla sentenza sulla trattativa per sparare a zero su Forza Italia, il cui co-fondatore Marcello Dell’Utri è tra i condannati nel processo sulla trattativa Stato-mafia. Quel processo che ha visto i grillini sempre sugli spalti della tifoseria della procura palermitana e in particolare al fianco del quasi ministro Nino Di Matteo, a lungo in predicato di essere indicato come membro di un governo Di Maio, salvo poi non rientrare nell’elenco. “La trattativa Stato-mafia c’è stata. Con le condanne di oggi muore definitivamente la Seconda Repubblica. Grazie ai magistrati di Palermo che hanno lavorato per la verità”. Così il “capo politico” del M5S Luigi Di Maio in un tweet a caldo. E adesso i grillini sperano che il casus belli della sentenza dia la stura definitiva alla rottura tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi e porti al battesimo di un governo sull’asse populista 5 Stelle-Lega.

Un asse che proprio su temi come la giustizia vede forti sintonie tra i due movimenti. I vertici del M5S, a quanto apprende l’Ansa, in queste ore restano in attesa della prossima mossa di Matteo Salvini. La sentenza sulla trattativa Stato-mafia, si sottolinea, obbliga il leader della Lega a prendere una decisione. E comunque la sentenza di Palermo, assieme alle dichiarazione di oggi di Silvio Berlusconi, per i vertici del Movimento mettono una pietra tombale su ogni ipotesi di interlocuzione con Forza Italia. Pietra tombale per la verità già apposta da Berlusconi, prima della sentenza, quando il Cavaliere ha sintetizzato da par suo il giudizio sui 5 stelle che nelle sue aziende, dice il Cavaliere, “pulirebbero cessi”.

E allora, tolto il freno a mano, i 5 Stelle affondano, senza guantoni. “Con la storica sentenza sulla trattativa Stato-Mafia si dimostra, una volta per tutte, che pezzi delle Istituzioni sono scesi a patti con Cosa Nostra. Tra i soggetti contraenti del patto c’è Marcello Dell’Utri (e qualcuno ne chiedeva la scarcerazione) fondatore di Forza Italia e braccio destro di Berlusconi. Ora il Caimano sarà più nervoso. Il suo sistema di potere gli sta franando sotto i piedi. Oggi, finalmente e definitivamente, finisce la Seconda Repubblica. I mie personali complimenti e tutta la mia ancora gratitudine alla procura di Palermo”. Lo scrive in un post su facebook Alessandro Di Battista del M5S.

Al coro grillino si aggregano anche i siciliani. “Un giorno storico per la città di Palermo e l’Italia intera. La trattativa stato-mafia, secondo i giudici della Corte d’Assise di Palermo, non solo c’è stata, ma ha determinato la commissione di un gravissimo reato contro i fondamenti democratici del nostro Stato”. Queste le parole di Aldo Penna, neoeletto del MoVimento 5 Stelle alla Camera dei Deputati, e Ugo Forello, capogruppo dei cinquestelle al Comune di Palermo e fondatore di Addiopizzo. “Grazie all’impegno, al coraggio e alla determinazione della Procura della Repubblica di Palermo – affermano Penna e Forello – si è finalmente iniziato a far luce su uno dei periodi più bui del nostro paese, in cui uomini dell’arma e esponenti politici avrebbero tentato di scendere a patti con la Mafia, violenta e sanguinaria. Fa riflettere la condanna, in primo grado, dell’ex senatore dell’Utri, uomo di riferimento di Berlusconi a Palermo. Non possiamo, perciò, non ribadire la posizione del M5S circa l’impossibilità di avviare alcuna trattativa per la formazione di un governo con il leader di Forza Italia”. Per Giorgio Trizzino, “è destinata a segnare la storia la sentenza di oggi della Corte di Assise sulla trattativa Stato – mafia.Per chi crede nello Stato e nel suo potere giudiziario, la trattativa Stato – mafia da oggi non è più un ragionevole dubbio ma una certezza gravida di conseguenze. Nessuno può far finta di non vedere che una condanna pesantissima riguarda Marcello dell’Utri, ai tempi leader autorevole e di riferimento della nascente forza politica che proprio in queste ore rivendica “il diritto” a partecipare al governo del Paese per bocca del suo presidente Silvio Berlusconi, che mai ha smentito l’amicizia e la stima con un protagonista assoluto – secondo sentenza – di quella stagione oscura”, dice il parlamentare 5 Stelle. Non potevano mancare i pentastellati dell’Ars: “Altro che documento da proiettare nelle scuole. Altro che eroi. Per De Donno e Mori a gennaio sono state spalancate le porte del Parlamento regionale, quando invece si sarebbe dovuto prenderne le dovute distanze”. Così il gruppo M5S di Palazzo dei Normanni ricordano l’evento organizzato a Palermo dall’ex assessore della giunta Musumeci Vittorio Sgarbi. “L’invito all’Ars – dicono i parlamentari – fu uno dei primi scivoloni di Miccichè, che screditò le istituzioni e di conseguenza la Sicilia: ora Miccichè dovrebbe chiedere scusa ai siciliani.”

Poche dichiarazioni, finora, dalle parti di Forza Italia, dove forse ci si aspettava un altro esito alla luce di altre pronunce del passato. “Quella di oggi – afferma in una nota Jole Santelli, deputata forzista – è una sentenza che provoca sconcerto. Una sentenza che contraddice altre decisioni giudiziarie, è pertanto obbligatorio aspettare i gradi successivi per esprimere valutazioni. Il capo d’imputazione si presta ad ambiguità enormi, che apre ad enorme discrezionalità politica. Colpisce lo straordinario tempismo della Corte che dopo cinque giorni di camera di consiglio decide così di chiudere la campagna elettorale”.


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