"In campo senza diktat dai partiti| Serve l'alleanza Birgi-Punta Raisi" - Live Sicilia

“In campo senza diktat dai partiti| Serve l’alleanza Birgi-Punta Raisi”

Intervista al candidato sindaco Tranchida: "Non ho padroni nè padrini". Critiche a Messineo

Le Amministrative di Trapani
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TRAPANI – Il rilancio dell’aeroporto di Birgi che “deve passare da un gemellaggio funzionale con lo scalo di Palermo”, la critica nei confronti della gestione commissariale di Francesco Messineo a Palazzo D’Alì e le motivazioni della discesa in campo per la carica di sindaco. Al telefono Giacomo Tranchida è un fiume in piena: ritmo incalzante e risposte fulminanti fanno parte del ‘Tranchida-style’, che da queste parti o si odia o si ama. A 55 anni ha una lunga storia politica alle spalle: ex consigliere provinciale dei Ds, ma anche sindaco dei comuni di Valderice ed Erice. Dopo la mancata elezione all’Ars l’obiettivo adesso è Palazzo D’Alì, sede del Comune di Trapani, e per raggiungerlo ha messo insieme un fronte di sette liste civiche e una coalizione con attori provenienti anche dal centrodestra.

Alcuni suoi competitor, come l’avvocato Vito Galluffo, l’accusano di avere messo su un cartello elettorale.
“Parliamo dello stesso Galluffo sostenuto da Forza Italia, dal Psi e da Diventerà Bellissima? Sarebbe lui il ‘coerente uomo di sinistra’?”.

Nella sua coalizione convivono comunque diverse anime politiche.
“I trapanesi non voteranno per le Politiche ma per scegliere un sindaco e la sua visione di città. Gli accordi, in questo caso, si fanno sui programmi e le alleanze non vengono scelte da qualche ‘capo senatore’ a Roma. Non ho ‘padroni’ nè ‘padrini’, me ne frego di queste accuse. A Trapani, come già a Valderice e a Erice, ho dato vita a liste civiche perchè un sindaco non governa per la propria parte politica o seguendo il proprio partito, ma per la città”.

Anche il suo partito, il Pd, è stato costretto ad abbandonare il simbolo.
“Io parlo a tutti i trapanesi: a chi si riconosce nel Pd ma anche a chi è di destra e a chi ha votato i Cinquestelle. Ripeto, non ho ‘padroni’ nè ‘padrini'”.

Valderice, Erice e adesso fa rotta verso il Comune di Trapani.
“Avevo un debito politico con i trapanesi che alle Regionali puntarono su di me con quasi quattromila voti. Dopo novembre ho iniziato a coinvolgere tanti trapanesi oltre la logica dei partiti, lanciando anche primarie cittadine per la scelta di una leadership”.

Primarie che non si sono mai tenute.
“Dopo la mia iniziativa sono iniziate le operazioni ‘ad excludendum’ e così ho deciso di lanciare un progetto comune per tirare fuori Trapani dalle secche in cui si trova. Se questa città rinasce aiuta tutta la provincia”.

Pochi giorni fa la notizia dei carabinieri al Comune di Erice, dove lei è stato sindaco, ha scosso Trapani. La città di colpo è ripiombata nell’incubo di una campagna elettorale condizionata dalle vicende giudiziarie.
“E’ stata una semplice richiesta di documenti da parte dei carabinieri in conseguenza di un esposto fatto proprio ora che siamo in campagna elettorale. I militari hanno chiesto copia di documenti come lo Statuto e il regolamento sui servizi. Questa richiesta ha avuto una errata intepretazione da parte della stampa, generando nella città il timore di chissà quale prosecuzione delle vicende dello scorso anno. Sono comunque contento delle verifiche effettuate dall’autorità giudiziaria, che è un elemento di garanzia. Per quanto riguarda gli attacchi politici, invece, sono pronto a rispondere documenti alla mano”.

Sullo sfondo una città che ha perso un anno e che ha bisogno di una guida politica.
“Un anno fa i trapanesi non parteciparono al secondo turno per la scelta dell’unico candidato sindaco che era rimasto in campo, dando il via alla gestione commissariale del Comune. A distanza di un anno credo che la città si sia pentita di quella scelta, dal momento che siamo davanti a una parentesi commissariale che ha lasciato a desiderare sotto il profilo della gestione amministrativa”.

Un altro attacco a Francesco Messineo.
“Mi riferisco soltanto al profilo amministrativo. Ci sono cose evidenti: Trapani, ad esempio, è coperta di spazzatura”.

Lei non è il solo a credere di avere la soluzione giusta, in campo ci sono altri 4 competitor.
“Non esprimo giudizi sugli altri candidati. Saranno i trapanesi a farlo, anche su di me”.

La sua ricetta per Trapani?
“Prima di tutto penso a un forte intervento sulle emergenze della città: mi riferisco soprattutto a una corretta gestione dei rifiuti e alla scerbatura degli spazi urbani. In cima ai miei pensieri c’è poi la vicenda dell’aeroporto”.

Quali soluzioni per il ‘Vincenzo Florio’ in agonia?
“Chiederò un accordo con il Comune di Palermo per un gemellaggio funzionale e di sistema con il ‘Falcone-Borsellino’. Bosogna uscire dalla logica provinciale, i flussi turistici possono soddisfare entrambe le province. La battaglia va fatta insieme con Palermo, anche per collegare i due aeroporti con un veloce e frequente servizio di collegamento. Bisogna poi rilanciare l’area economica e commerciale del porto di Trapani, puntando sulla nascita della Zona economica speciale che favorirebbe gli investimenti e lo sviluppo di una realtà che potrà diventare centrale nell’area di libero scambio del Mediterraneo. Il terzo tassello passa dal rilancio turistico internazionale dell’immagine di ‘Trapani-West Sicily’. Un rilancio che passa dalla cultura e dall’enogastronomia”.

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